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lunedì 9 marzo 2020

Et voilà: la dittatura è servita


di 


Francesco Lamendola


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Geniale. Aspettavamo l‘attacco dei Tartari dagli spalti della fortezza Bastiani, e invece i tartari sono sbucati fuori dal condotto fognario, servendosi di un tombino al centro del cortile, e in quattro e quattr’otto hanno conquistato fortezza e tutto quanto, sentinelle comprese, le quali seguitavano a guardare lontano, verso le montagne, e non s’immaginavano di avere il nemico sotto i piedi, silenzioso, pronto ad emergere armato fino ai denti. Ma perché ci aspettavamo l’attacco dalle montagne, nella forma più classica dell’arte militare, e così ci siamo lasciati sorprende da un attacco imprevisto, lanciato in maniera del tutto anticonvenzionale? È questa la domanda che dovremmo farci; e, se ce la facessimo, arriveremmo facilmente alla conclusione che i nostri generali devono essere assolutamente rimossi e processati, perché sono o dei perfetti imbecilli o dei perfidi traditori. Non tutti possono essere degli esperti delle cose militari: ci eravamo affidati a loro e abbiamo malriposto la nostra fiducia. Una persona qualsiasi può lasciarsi sorprendere dalle circostanze in un ambito che non conosce, perché non è il suo; ma un professionista no. È stato messo lì per quello, viene pagato (profumatamente) per quello: per vigilare sulla nostra sicurezza e per fronteggiare ogni possibile attacco, da qualsiasi direzione arrivi e in qualsiasi forma venga sferrato. Dei generali che si fanno sorprendere a quel modo sono degli incapaci o dei venduti al nemico: tertium non datur. Siamo stati dei folli, non a ignorare la possibilità che i tartari sbucassero da sotto i nostri piedi, possibilità che non eravamo tenuti a prevedere e neppure a immaginare, ma per aver affidato la nostra sicurezza a dei generali come questi. Quella è stata la nostra follia, che ora dovremo pagare a carissimo prezzo. E se nemmeno ora siamo capaci di capire quel che è successo e se esitiamo a nominare una commissione d’inchiesta che metta sotto processo i generali incompetenti o felloni, allora significa che ci meritiamo in pieno tutte le disgrazie che ci stanno piovendo sulla testa, come tegole strappate dalla tempesta.

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È stato il capolavoro della guerra in versione terzo millennio: perché nel terzo millennio le guerre non si fanno più coi cannoni e con gli aerei, ma con i virus, con il panico collettivo, con i provvedimenti sanitari d’emergenza, tutto nella direzione del Nuovo Ordine Mondiale!

Il pericolo che incombeva sui di noi era la dittatura. Ce ne parlavano da anni, da decenni, ogni giorno, lanciando in continuazione falsi allarmi e tenendoci costantemente coi nervi a fior di pelle. Da quel 25 aprile del 1945 in cui, simbolicamente, nasce la Repubblica di Pulcinella, sull’onda della cosiddetta insurrezione popolare e sul sangue, rimosso e dimenticato, di decine di migliaia di morti ammazzati, che si erano arresi a guerra ormai finita, il potere dominante, gli intellettuali, i mass-media, i professori a scuola e all’università, i politici, tutti, proprio tutti, ci hanno ripetuto, lungo l’arco di settantacinque anni, che il fascismo non era morto, che covava sotto la cenere, che poteva risorgere, che bisognava stare in guardia, che c’erano indizi di una sua prossima resurrezione. Ci hanno detto e ripetuto di stare attenti al fascismo, al nazismo, al razzismo, al sovranismo e al populismo; e ancora al revisionismo, all’antisemitismo, al qualunquismo (primo passo verso l’indifferenza e la resa al nemico), il conservatorismo, la chiusura, la xenofobia, il rifiuto del diverso, il respingimento dell’altro, l’erezione di muri, l’abbattimento dei ponti. Ci hanno detto e ripetuto, instancabilmente, tutti quanti, preti compresi – questo, però, dopo il Concilio Vaticano II, non prima, cioè dal 1965 – che al mondo non ci sono più nemici, se non quelli creati dai nostri pregiudizi e dal nostro egoismo (tranne, appunto, gli eterni fascisti, cioè i fascisti eternamente risorgenti); che non ci sono più i cattivi, perché l’essere umano è buono, come diceva Rousseau, e i popoli sono tutti buoni (tranne forse il tedesco e il giapponese, che hanno fatto vedere a tutti di cosa son capaci); che non ci sono più nemmeno i matti, perché la pazzia è una malattia sociale creata dalla bieca borghesia capitalista e alimentata, ancora e sempre, dai nostri pregiudizi e dalle nostre prevenzioni; che le religioni sono tutte belle, buone e sante; che le culture sono tutte ugualmente ricche, apprezzabili e stimabili, in tutte le loro forme, cannibalismo e infanticidio compresi (perché non bisogna giudicare tali fatti isolatamente, e comunque non si può contraddire il dogma del Buon Selvaggio); che qualunque sgorbio è un quadro, che qualunque sproloquio è un’orazione, che qualsiasi libercolo è un capolavoro letterario, che qualsiasi filosofema è un’altissima manifestazione del pensiero: purché, beninteso, tutte queste forme espressive e speculative siano progressiste, democratiche e antifasciste. Insomma che stavamo marciando gloriosamente verso le magnifiche sorti e progressive, e che mai più sarebbe ritornato l’inverno, mai più il fanatismo, mai più il Medioevo, ma solo il sole della scienza: purché a condizione, si badi, che sapessimo vigilare contro il ritorno del fascismo, sempre bramoso di sangue e d’imporre ai popoli, cominciando dal nostro, il giogo della dittatura.

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Coronavirus: i nostri governanti stanno enfatizzando al massimo ogni singolo caso, e i nostri mass-media stanno facendo la stessa cosa!

La dittatura, invece, è arrivata, ma dalla direzione più impensabile e nella forma più imprevedibile: vale a dire nella forma di un piccolissimo, minuscolo virus, del quale non esiste il vaccino (o forse sì; ma finora non è saltato fuori), che non si sa neppure da dove sia arrivato (dalla Cina?, oppure c’era già, in Europa, da almeno un anno?) e soprattutto che non si sa se sia arrivato per vie naturali o artificiali, se dobbiamo ringraziare la natura o i servizi segreti dello Zio Sam, così inclini, da vari decenni a questa parte, a vedere armi di distruzione di massa dappertutto, tranne che in casa propria, dove è certo che non solo esistono, ma vengono anche tirate fuori e adoperate ogni volta che ciò appaia loro utile e necessario. Quel virus è stato il tombino dal quale la dittatura è sbucata fuori e ha conquistato la fortezza, praticamente senza colpo ferire, anzi, spesso con l’approvazione della gente, la quale, semplicemente, non ha saputo riconoscerla come tale. Certo! Si aspettavano tutti di veder venire avanti dei truci fascisti, in camicia nera e orbace, il manganello nella destra; e invece sono sbucati fuori dei tecnici, dei virologi, dei biologi, dei medici, i quali hanno sentenziato che quel virus era, ed è, pericolosissimo; dei politici che hanno deciso di prendere alla lettera tutte le raccomandazioni dei tecnici, senza minimamente curarsi degli effetti collaterali di tali decisioni, soprattutto sul piano economico; e dei giornalisti, degli opinionisti, degli intellettuali, dei sindaci, degli amministratori pubblici e dei vescovi e dei preti – sì, pure i vescovi e i preti! – che ci hanno detto, da un momento all’altro: Cari ragazzi, la pacchia è finita! Fino ad oggi avete fatto quel che avete voluto, avete gozzovigliato, vi siete dati alla pazza gioia; ma da ora la musica cambia, perché siamo in stato di emergenza nazionale. Basta andare in giro, basta divertirsi, basta andare al mercato, alle conferenze, alle manifestazioni pubbliche; basta andare a scuola, basta prendere l’automobile, basta partecipare alla santa Messa, basta accompagnare i funerali dei genitori o degli amici: basta con tutte queste vecchie, pericolose, antisociali abitudini. Ora ci vogliono ordine e disciplina. Siamo in pericolo, e bisogna agire con senso di responsabilità e decisione. Perciò, fate una bella cosa: chiudetevi in casa e non uscite, tranne che in caso di strettissima necessità. Se vi fermano le forze dell’ordine, sappiate che dovrete rendere conto di dove state andando e perché: se non andate dal medico o sul posto di lavoro, vi beccherete una denuncia penale che prevede una multa salatissima e fino a tre mesi di galera

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 La dittatura, invece, è arrivata, ma dalla direzione più impensabile e nella forma più imprevedibile: vale a dire nella forma di un piccolissimo, minuscolo virus, del quale non esiste il vaccino o forse sì; ma finora non è saltato fuori!

Ed ora eccoci qui: chiusi in casa, o autorizzati a uscire solo per fare la spesa (se è rimasto qualcosa sugli scaffali dei supermercati), andare al lavoro, se non è troppo lontano, e al massimo dal medico: non all’ospedale, non al pronto soccorso, questo è da evitare. Di recarsi alle funzioni religiose, poi, non se parla proprio. Del resto, a che servono? Non è certo da lì che verrà la nostra salvezza, ma dalla scienza. Lo dicono anche i preti: e silenzio totale del sedicente papa e dei sedicenti vescovi sul valore della preghiera quando ci si trova in  simili frangenti. Le benedizioni ai fedeli? Meno che meno. Intanto, per evitare assembramenti; e poi, è da un pezzo che i preti modernisti ci hanno abituati a stare senza benedizione, non vanno per le case a benedire, né benedicono la gente, perché non si sa mai che in mezzo ci sia qualche non cattolico, e allora sai che mancanza di delicatezza sarebbe; sai che insulto al dogma conciliare dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso! E pazienza se la scienza, in realtà, ha fallitoe il suo fallimento è sotto gli occhi di tutti. Non solo non sa produrre un vaccino; non solo non sa spiegare come e da dove arriva il Coronavirus, ma non sa capire neanche cosa accidenti sia un virus: è un organismo vivente oppure no? Si confrontino due, tre o quattro pareri di altrettanti biologi, e si avranno due, tre o quattro risposte diverse. Eppure questo dio che ha fallito, questo dio impotente, è anche un dio estremamente geloso, che non ammette venga adorata alcun’altra divinità: solo lui deve regnare incontrastato, e qualsiasi altra fede, qualsiasi altro atto di culto, in confronto a ciò che lui sentenzia, deve essere ritenuto meno che spazzatura.

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La scienza, in realtà, ha fallito, e il suo fallimento è sotto gli occhi di tutti. Non solo non sa produrre un vaccino; non solo non sa spiegare come e da dove arriva il Coronavirus, ma non sa capire neanche cosa accidenti sia un virus: è un organismo vivente oppure no?

E mentre tutti noi stiamo subendo questa dittatura, e la stiamo subendo con la massima disciplina, quasi con entusiasmo; mentre la maggioranza della gente sembra convinta, convintissima, che i nostri governanti e le nostre autorità stanno agendo per il nostro bene, anzi, semmai li rimproverano di aver aspettato troppo e di non aver imposto delle misure sanitarie ancor più draconiane, eccoci chiusi in un campo di concentramento virtuale, mentre la grande finanza e la BCE si apprestano a stringerci il cappio al collo, a imporci la firma per la ratifica del M.E.S., a speculare sulle nostre disgrazie, a comperare per quattro soldi le nostre industrie mano a mano che verranno portate al fallimento, a imporci quarantene e umiliazioni. 

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Privati delle libertà più elementari, privati del diritto di andare alle elezioni, privati del diritto di usare i nostri soldi, se non nelle forme stabilite dal potere, cioè senza uso di contante; privati del diritto all’istruzione, privati insomma dei servizi essenziali e privati al tempo stesso di ogni conforto spirituale!

Privati delle libertà più elementari in cambio di sicurezza, ma una sicurezza che non arriva, anzi, che è più aleatoria che mai; privati del diritto di andare alle elezioni in cambio del miraggio di far fronte a un pericolo comune, mentre resta in sella un governo moralmente e materialmente illegittimo, di abusivi, di incapaci, di traditori; privati del diritto di usare i nostri soldi, se non nelle forme stabilite dal potere, cioè senza uso di contante; privati del diritto all’istruzione, vale a dire quel pochissimo d’istruzione che ancora si somministra ai giovani nelle nostre scuole; privati insomma dei servizi essenziali, compreso l’uso dei mezzi pubblici; e privati al tempo stesso di ogni conforto spirituale, di ogni funzione e cerimonia religiosa, della santa Messa e perfino di un decente funerale cristiano: privati praticamente di ogni cosa che rende la vita bella e amabile, compreso il “diritto” di abbracciare e baciare un amico, anzi, di parlargli a meno di un metro di distanza, e tutto questo in cambio di promesse, speranze e pii desideri: consentiamo che ciò accada per opera d’un minuscolo, un invisibile virus, che è stato usato e sfruttato da chi si preparava da lunghissimo tempo, e intanto ci distraeva con le sue chiacchiere insulse sul fascismo e l’antifascismo, cioè su cose di quasi cent’anni fa. Come ce l’hanno fatta sotto il naso; con quale finezza e, vorremmo quasi dire, con quale ineffabile senso dell’umorismo! È stato il capolavoro della guerra in versione terzo millennio: perché nel terzo millennio le guerre non si fanno più coi cannoni e con gli aerei, ma con i virus, con il panico collettivo, con i provvedimenti sanitari d’emergenza, tutto nella direzione del Nuovo Ordine Mondiale: disciplina e rinuncia ai diritti fondamentali in cambio della promessa di venir difesi contro pericoli spaventosi, come appunto le pandemie virulente e inaspettate.

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  È una strana geografia, quella della pandemia di Coronavirus i Paesi più colpiti sono la Cina, la Corea del Nord, l’Iran e l’Italia: guarda caso, tutti e quattro, per diverse ragioni, sgraditi all’amministrazione americana, ormai in stato di guerra virtuale con la Cina sul terreno economico-finanziario. 

Ma c’è, poi, tutto questo pericolo? Sono giustificate le misure estreme che il governo italiano sta mettendo in opera per fronteggiare l’emergenza sanitaria, e che per intanto stanno distruggendo a ritmi accelerati la nostra economia, mettendo in ginocchio gli imprenditori, gli artigiani e i piccoli commercianti, facendo fuggire i turisti e, con essi, la principale fonte di entrate per la nostra bilancia commerciale? Andreotti diceva che a pensar  male si fa peccato, ma ci si azzecca quasi sempre. Ebbene: tutto, ma proprio tutto, fa pensare che questa sia una crisi pilotata; che l’emergenza sia stata creata ad arte, con l’uso scellerato della comunicazione; che i nostri governanti, proconsoli dell’UE, stiano preparando il crack finanziario; che lo stesso virus sia il frutto di un attacco batteriologico proveniente da chi voleva punire l’Italia per aver carezzato, un anno fa, il progetto della “via della seta”.  È una strana geografia, quella della pandemia di Coronavirus i Paesi più colpiti sono la Cina, la Corea del Nord, l’Iran e l’Italia: guarda caso, tutti e quattro, per diverse ragioni, sgraditi all’amministrazione americana, ormai in stato di guerra virtuale con la Cina sul terreno economico-finanziario. Del resto, vi è motivo di credere, anzi è il segreto di Pulcinella, che in Germania e in Francia, i due Paesi che dal 1992 hanno deciso la nostra distruzione, i contagiati vengono curati in silenzio, senza annunci stampa e poi, quando guariscono, dimessi dagli ospedali, sempre evitando ogni clamore. In altre parole, i nostri governanti stanno enfatizzando al massimo ogni singolo caso, e i nostri mass-media stanno facendo la stessa cosa, e anche peggio, come nel caso di quel servizio R.A.I., immortalato da un videotelefonino, che mostrava in diretta da Venezia il panico diffuso in città due settimane prima che il panico arrivasse davvero, insieme alla fuga dei turisti, come effetto dei provvedimenti del governo. Tutto lascia credere che si sia trattato di un test, di un esperimento, più politico e mediatico che batteriologico: e il risultato è andato oltre le più rosee previsioni. Probabilmente quei signori vorranno battere il ferro caldo e passare alla fase 2, che forse non era neanche prevista, almeno per ora: cioè all’annichilamento totale del sistema Italia, primo passo verso la creazione di un’Europa post-europea, post-cristiana, post-sovrana e post-umana.




Del 10 Marzo 2020

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