1)
Alcune società con sede a Dubai hanno sollecitato miei
amici, attivi nel commercio con l'estero, a proporre l'acquisto di mascherine e
termoscanner, disponibili anche in minime quantità. Dicono (non ho controllato)
che sia stata emanata una norma che consente ai singoli ospedali di procedere
all'acquisto diretto di detti presidi in totale autonomia e senza gara. Vi è
purtroppo una ritrosia alle operazioni di intermediazione di tali materiali per
il timore che vengano sequestrati e non pagati appena arrivino in Italia.
Da
più persone mi sono in effetti giunte notizie di domande di agenti delle forze
dell'ordine sul tipo "avete mascherine?". Nel caso uno risponda di
si. queste vengono sequestrate e, almeno per quanto riferitomi, non pagate.
Tramite Dubai sono disponibili mascherine FFP3, FFP4 ed FFP5 (quindi superiori
alla gran parte delle mascherine in uso negli ospedali italiani come presidi
contro il Coronavirus 2, che sono FFP2 cioè mascherine chirurgiche che non
fermano il piccolissimo virus ma sono studiate per evitare che il chirurgo
durante le operazioni possa contaminare il paziente con particelle di saliva
presenti nell'alito e negli eventuali starnuti o colpi di tosse). Le FFP1
(classiche maschere da muratore)e le FFP2 (quelle da chirurgo) sono quelle che
in genere indossano le persone per strada (a volte anche alla guida dell'auto)
e che, secondo amici medici in servizio nelle ASL, sono assolutamente
inefficaci nei confronti del Coronavirus 2. I volontari della CRI hanno le FFP3
che si riconoscono in quanto sono a forma di muso di cane e che garantirebbero
una certa protezione in quanto impermeabili. Tramite Dubai sono disponibili
termoscanner al laser-infrarosso a 49 euro l'uno, cifra superiore alle 35 euro
pagate dal servizio sanitario italiano per termoscanner però solo ad infrarossi
e quindi di qualità inferiore. Il pagamento è CIF.
2)
Nonostante le ASL abbiano ognuna vari Avvocati
stipendiati a tempo pieno, continuano a chiedermi (anche ieri sono stati gli
unici miei clienti) consigli amici medici in servizio nelle Asl. Non si è
pensato di fornire tesserini di libera circolazione a figure apicali nella
lotta all'epidemia, quali i medici della Guardia Medica delle Asl, che
continuano (ogni volta che cambia il modulo di autocertificazione degli spostamenti)
a venire in Studio da me per farsi stampare i moduli (già cambiati 4 volte).
Alcuni medici della Guardia Medica sono terrorizzati da eventuali accuse di
spreco o perfino di peculato per un eventuale uso indebito di mascherine e
camici, che vengono, dietro la sottoscrizione di un foglio di ricevuta, forniti
giornalmente (ad ognuno una mascherina FFP2 ed un camice in doppio strato di
carta), con espresso divieto di aprire le buste e di utilizzare tali presidi se
non in presenza di un sospetto di di infezione da Coronavirus 2. Il quesito in
genere è stato "il sospetto lo posso avere quando mi avvicino al paziente
e lo vedo bene ed a quel punto è troppo tardi per aprire le buste contenenti la
mascherina ed il camice di carta...cosa faccio?" Il mio consiglio è stato
di considerare tutti sospetti salvo quelli che avessero non malattie ma solo
ferite (ad esempio per un incidente domestico). Le buste non utilizzate vanno
riconsegnate dai medici della Guardia Medica a fine turno. I camici di carta
(secondo un medico di carta scadente) sono aperti sul petto, tanto che è
invalso l'uso di avvicinare i lembi del camice, in modo da coprire anche il
petto del medico, tramite due pezzi di nastro adesivo per pacchi.
3)
Arrivo al punto principale. Ti riferisco quanto
dettomi oggi da un medico della Asl3 Genovese, studioso di malattie infettive,
riguardo a notizie che circolano in ambiente ospedaliero. Uno studioso
italiano, non lui, ha con certezza, tramite una mappatura del RNA, individuato
in un tedesco colui che per primo ha portato l'infezione di Coronavirus 2 in
Italia. Sono in corso mappature del RNA, su varie persone contagiate, per
individuare l'evoluzione e la diffusione dell'infezione ma per avere i
risultati occorrerà attendere molti mesi.
Vi è una fondata convinzione che
nella zona di Bergamo il Coronavirus 2 abbia mutato leggermente (basta anche un
gene) creando una sottospecie del Coronavirus 2 molto più aggressiva. Tale
sottospecie sarebbe la causa della elevata mortalità in Lombardia ed anche in
Spagna, dove sarebbe arrivata dopo la partita Atalanta-Valencia del 19
febbraio. Si ritiene che uno o più tifosi bergamaschi, recatisi in ospedale con
parenti o a trovare parenti, abbiano contratto questa forma più aggressiva di
infezione, trasmettendola allo stadio con abbracci, momenti di euforia come
l'esultanza al gol o semplicemente toccando passamani, superfici od altro. così
contaminando anche tifosi spagnoli. Significativo sarebbe il contagio tra i
calciatori, data la promiscuità goliardica negli spogliatoi.
I parametri da
utilizzare non sarebbero più solo due cioè il Coronavirus 2 ed eventuali
malattie concorrenti ma i seguenti tre: la virulenza, la carica virale ed il
fattore umano. La virulenza è la forza del virus e qui si osservano due
situazioni. Nella prima si evidenzia come nei giorni di sole e per effetto del
calore ed anche dei raggi ultravioletti il virus è meno forte e, se non perfino
distrutto, rimane sulle superfici contagiando molte persone in maniera lieve.
Si è osservato anche come il virus viene distrutto da semplici disinfettanti
come l'alcool, che non è un presidio sanitario, dato che in genere rallenta le
infezioni ma non le combatte efficacemente come i presidi sanitari a base di
cloro (tipo Amuchina).
Si è accertato che su superfici non esposte al sole il
virus sopravvive fino a 10 ore mentre su superfici esposte al sole molto, molto
meno (a seconda dell'intensità del sole). Si è accertato che difficilmente ed
in scarsa quantità il virus rimane sui vestiti, mentre più facile è il contagio
toccando superfici lisce quali il vetro, la plastica o il metallo. Si è
accertato che il virus si è facilmente diffuso in uffici dove tastiere di
computer venivano usate da diverse persone o dove erano presenti macchinette
per caffè o bibite con tasti che venivano toccati da più persone. L'involucro
lipidico del virus, all'interno del quale è contenuta una catena di RNA (a
differenza del DNA che ha
due catene disposte a doppia elica) resiste al freddo ma non al calore ed ai
raggi UV. Avendo tutte le persone sane un sistema immunitario in grado di
combattere il virus, quelle venute in contatto col virus indebolito facilmente
guariscono.
Nella seconda situazione abbiamo un virus rafforzato da ambienti a
lui favorevoli quali gli ospedali e le RSA (case di riposo per anziani) con
ambienti angusti (vedi i pazienti ammassati in rianimazione) ed in genere
scarsamente ventilati e bui. In detti ambienti la circolazione dell'aria
tramite tubazioni favorisce la diffusione del virus e le lunghe ore di presenza
dei sanitari (medici, infermieri ed OSS) in detti ambienti sono comunque la
causa dell'elevata mortalità tra gli stessi sanitari(dovuta anche alla elevata
carica virale presente in detti ambienti). Gli ambienti ristretti e la presenza
di malati o comunque anziani con sistema immunitario compromesso da altre
patologie in essere, favoriscono la
virulenza ed aumentano la carica virale. il mio amico medico ha fatto questo
paragone: "Qui il virus gioca facile come i panzer tedeschi nell'invasione
della Polonia."
Qui il virus ha potuto perfino mutare in una sottospecie più
aggressiva e comunque, anche dove non è mutato il virus, la sua virulenza (cioè
la sua forza) è stata ed è tuttora aumentata da fattori quali gli ambienti
ristretti e la presenza di numerose persone con sistema immunitario indebolito.
Si ritiene che fino a quando si continuerà ad ammassare i malati in ambienti
ristretti ed a non metterli ognuno in isolamento (con adeguato filtraggio
dell'aria, dotazione di respiratori autonomi per i sanitari ed interventi di
decontaminazione delle tute dei sanitari) l'infezione continuerà ad
imperversare. Il secondo parametro è la carica virale cioè la quantità, il
numero di virus presenti, che aumenta notevomente in spazi ristretti, poco
ventilati ed in presenza di molte persone con sistema immunitario indebolito.
Il terzo parametro, già ben conosciuto, è il fattore umano cioè l'età e le
pluripatologie (cloe le malattie concorrenti al Coronavirus 2).
Si raccomanda
la disinfezione con alcool (delle mani e delle superfici lisce) che distrugge
l'involucro proteico del virus rendendolo inoffensivo. L'involucro è quello a
corona con le punte che si agganciano ai recettori delle cellule del nostro
apparato respiratorio e da qui entra l'RNA che poi si moltiplica. Si è
osservata una minore pericolosità del virus per determinate categorie: i
bambini, le donne, i neri (africani di pelle scura). Per i bambini,
praticamente immuni, si è accertato che ciò è dovuto ad una estrema immaturità
dei loro recettori, a cui il virus con le sue punte a corona non riesce
praticamente ad agganciarsi. Il mio amico medico mi ha detto più volte:
"fai conto che la punta sia una chiave ed il recettore una serratura, se
la serratura non è ben formata la chiave fatica ad infilarsi". Si ritiene
inoltre che neri e donne abbiano recettori con forma meno espressa rispetto
agli uomini di pelle bianca nei quali il virus si aggancia facilmente con
queste punte della corona che agiscono come dei rostri.
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