«Le misure temporanee hanno la brutta abitudine di sopravvivere alle emergenze, soprattutto perché all’orizzonte c’è sempre una nuova emergenza». (leggi l’articolo originale).
In un lungo articolo per il Financial Times, lo storico e scrittore Yuval Noah Harari ha mostrato preoccupazioni per le misure sempre più stringenti di sorveglianza tecnologica che i governi di tutto il mondo, su modello della Cina e della Corea del Sud, stanno adottando per il monitoraggio e il contrasto alla diffusione del Covid-19.
Anche in Italia si è passati al dispiegamento dei droni e alla geolocalizzazione per il monitoraggio dei cittadini e come se non bastasse il ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione (Mid), Paola Pisano, con il ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ha lanciato un nuovo invito al mondo dell’impresa e della ricerca. Tra gli obiettivi dell’invito anche la realizzazione di un’app che tracci gli spostamenti delle persone, segnali i luoghi frequentati da chi è stato contagiato, permetta di risalire ai cittadini con i quali è venuto in contatto (leggi qui). E che per funzionare deve essere installata da tutti.
Ora il rischio che si crei un grande fratello elettronico è talmente chiaro che sono gli stessi promotori a non negarlo neppure più ma a difendere la corsa alla sorveglianza tecnologica per la “tutela della salute”, chiedendo che i cittadini terrorizzati e disorientati mostrino cieca obbedienza e legittimino tali misure draconiane (leggi anche)
Come però osserva Harari dalle colonne del Financial Times,
Harari mostra come negli ultimi anni sia i governi che le società hanno utilizzato tecnologie sempre più sofisticate per tracciare, monitorare e manipolare le persone e che se sull’onda della paura per il contagio non facciamo attenzione, l’epidemia potrebbe legittimare «un nuovo terrificante sistema di sorveglianza».
Scrive Harari:
L’ingenuità di fondo è infatti credere che le misure prese in stato di eccezione poi vengano sospese una volta terminata l’emergenza.
Come dimostra il caso dell’11 settembre con l’introduzione del Patriot Act, il potere sfrutta momenti di crisi per stringere le maglie del controllo e della sorveglianza sui cittadini.
Dobbiamo iniziare a non concentrarci esclusivamente sul “far salva la pelle”, che è sacrosanto, ma anche a immaginare come potrebbe essere la nostra società cessata l’emergenza tra qualche mese o qualche anno. Dobbiamo maturare una visione che prenda in considerazione anche le conseguenze a lungo termine delle nostre azioni, soprattutto se queste sono dettate dalla paura per allontanre il rischio di ritrovarci tutti in una società trasparente in cui saremo uomini e donne di vetro sotto il controllo costante del grande fratello elettronico.
Dobbiamo imparare ad avere una visione più generale e immaginare cosa potrebbe accadere se le aziende e i governi iniziassero a raccogliere i nostri dati biometrici in massa: arriverebbero a conoscerci meglio di noi stessi, avendo la possibilità di anticipare le nostre emozioni, i nostri sentimenti, persino le nostre malattie. Sarebbero in grado di manipolarci alla perfezione entrando con più facilità nel nostro immaginario, nella nostra mente, per venderci qualunque prodotto, idea politica o provvedimento.
Come scrive Harari, infatti
Parole che dovrebbero invitarci a riflettere.
PER APPROFONDIMENTI:
Dalla spagnola a oggi nessun nemico “invisibile” era riuscito a fare tanto. In pochi mesi il Covid-19 ha contagiato centinaia di Paesi, provocando migliaia di morti e spingendo l’oms a dichiarare lo stato di pandemia globale. Fin da subito i media e il web hanno favorito la diffusione del panico: la psicosi è così dilagata tra la popolazione, stravolgendo le abitudini dei cittadini, disposti anche a cedere la propria libertà in cambio della sicurezza.
A differenza delle altre nazioni, il governo italiano ha scelto di imporre l’autoisolamento, spaccando l’opinione pubblica in due, tra i sostenitori e gli oppositori del provvedimento.
In passato abbiamo avuto casi simili con le epidemie di sars, aviaria, suina, morbillo o ebola: fenomeni localizzati in alcune aree precise che sono diventati dei veri e propri “terremoti planetari”. Nulla di paragonabile all’attuale pandemia: la vita di tutti noi si è trasformata, forse per sempre, in una realtà “virtuale” che ha cancellato duemila anni di storia dell’umanità.
Alcuni punti trattati in questo libro:
- Le teorie alternative alla genesi e alla diffusione del Covid-19
- L’impatto sulla Via della Seta e le accuse della Cina agli usa
- La teoria dello shock e la “percezione” di una minaccia globale
- Modello Conte e modello Johnson. I diversi provvedimenti in Europa e le limitazioni della libertà personale per ragioni di sanità
- Il rischio di un attacco speculativo e il capitalismo dei disastri
- Il comportamento della UE. La BCE e il caso Lagarde
- Esiste il rischio di una dittatura sanitaria? Analisi giuridica dello stato di eccezione
- Il passaggio dell’uomo da animale sociale ad animale virtuale
… e molto altro ancora.
ENRICA PERUCCHIETTI
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