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giovedì 26 marzo 2020

Pur avendo ottenuto la copertura della Bce e una pausa per il patto di stabilità, l’Italia continua a chiedere aiuto all’Unione. Gli stessi Coronabond puzzano di truffa.

“Non si è trovato l’accordo”. Così titolano i giornali, ma la verità è che nella giornata di ieri, durante la teleconferenza dell’Eurogruppo, Roberto Gualtieri, e quindi l’Italia, hanno ricevuto un bel no, chiaro e tondo. Le regole, rispetto all’applicazione del Mes, sono quelle e non si possono cambiare. Questa è la linea dettata da Berlino, e non c’è Virus che tenga. Insomma, di tutto il margine di negoziazione che sembrava esserci oggi non rimane traccia. Josè Maria Centeno, Presidente dell’Eurogruppo, conclusa la riunione, ha riportato che esiste la possibilità di far ricorso ad uno degli strumenti del Mes, il fondo anticrisi dell’Unione, come supporto contro le ricadute della pandemia da Coronavirus. Questo strumento, chiamato “Eccl” (Enhanced Conditions Credit Line), è aperto a tutti i Paesi, tuttavia le condizionalità verrebbero applicate a fine emergenza. Non esiste aiuto senza condizioni. La Germania, dal canto suo, sostiene che siano già state applicate numerose misure per contrastare gli effetti economici del Coronavirus a livello europeo. “Anche l’enorme pacchetto in via di approvazione al Bundestag darà degli effetti anche per gli altri Stati” dichiara il portavoce di Angela Merkel. E da Berlino è tutto.
La copertura della Bce è stata ottenuta e, insieme ad essa, un indefinito periodo di pausa per il patto di stabilità, ma l’Italia continua a chiedere aiuto all’Europa. Gli stessi Coronabond, che oggi sono visti come un faro nella notte, puzzano di truffa. Fabio Dragoni per la Verità, infatti, si chiede: come mai emettere Eurobond quando ci è stata data la disponibilità di non seguire il patto di stabilità, e quindi emettere titoli di Stato per ottenere liquidità da spendere in ospedali, mascherine, ventilatori e abbattimento delle tasse? La risposta non è chiara, ma si pongono dubbi legittimi circa la non convertibilità dei Coronabond in lira in caso di un’implosione della zona Euro, problema che non si avrebbe con i Btp, evitando il rischio di default per l’Italia. Quello che deve fare la Bce, infatti, è acquistare titoli di stato nazionali, evitando così che questi subiscano un attacco speculativo (come propongono molti economisti), ma attualmente questa ipotesi non è neanche stata proposta dei nostri leader di governo. Intanto, la liquidità immessa negli USA per sostenere l’economia è pari a 2000 miliardi, quella immessa dalla Germania è pari a 123 miliardi, la Francia ha stanziato 45 miliardi e la Spagna 17. Noi invece siamo ancora qui, a chiedere permessi da un lato e dall’altro, per il Cura Italia abbiamo 25 miliardi, sempre pochi rispetto alle esigenze, mentre Ignazio Visco dice chiaramente che porterà, con Banca d’Italia, gli acquisti di obbligazioni a 1000 miliardi, ribadendo ancora una volta implicitamente che la Banca centrale crea moneta quanto e come vuole.
Tra gli interrogativi si aggiunge come gestire l’art.81 della Costituzione, modificato dal Governo Monti, su raccomandazione europea. L’augurio è che, come è stato fatto per la diminuzione delle libertà personali, si deroghi alla Costituzione anche in questo caso, grazie alla messa in stato di emergenza. Attendiamo la riunione del Consiglio Europeo di giovedì 26 marzo ma, per quanto riguarda gli esiti, dubbi non ne abbiamo.

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