CRONACA DI UN CONTAGIO
Stasera al dubbio voglio aggiungere
il sospetto... e anche la polemica.
Va bene: ci sono i morti. E allora, quanti e di cosa?
Poi ci sono le misure di isolamento: da cosa? Perché?
E le sanzioni: inutili e sproporzionate, più indicate per punire che per convincere.
E infine loro: i medici, che si sacrificano e cadono sul campo, da eroi, come dice qualcuno, anche se nessuno ha mai parlato di tutti gli altri eroi, quelli veri, quelli che ogni giorno muoiono di infortunio sul lavoro per portare a casa un misero stipendio.
Vogliamo parlare anche dei poveri contagiati moribondi e morituri sui quali vengono sperimentati i protocolli terapeutici che li accompagnano alla morte?
A volte immagino di avere un po' di tosse e qualche linea di febbre, di essere preoccupato per la paura del conoravirus e di somatizzare questa ansia con una leggera dispnea. Mia moglie se ne accorge e preoccupata chiama l’ambulanza che arriva in pochi minuti equipaggiata da extraterrestri scafandrati che mi prendono una vena, mi mettono la maschera dell’ossigeno, mi caricano sulla barella e mi trasferiscono a sirene spiegate al più vicino pronto soccorso. Intanto la mia frequenza cardiaca aumenta, mentre il polso si fa flebile, il respiro superficiale e la pressione impercettibile, tanto che all’arrivo le mie condizioni appaiono critiche, così mi trasferiscono subito in rianimazione dove un intraprendete medico che conosce a memoria i protocolli della medicina scientifica mi intuba, mi cateterizza e mi inietta un cocktail di farmaci incompatibili tra di loro, più quelli riciclati da altre patologie, dove avevano fallito anche se consigliati dalle linee guida sperimentali, perché pareva che i topi ne traessero beneficio.
Nell’ultimo barlume di coscienza che mi resta prima di imboccare la strada dell’inceneritore mi affido a Dio e lo prego che almeno non portino a mia moglie l’urna con le ceneri sbagliate, visto che avevano sbagliato tutto il resto. EC
fonte:https://altrarealta.blogspot.com/2020/03/cronaca-di-un-contagio.html
Nessun commento:
Posta un commento