La limitazione delle libertà fondamentali è delimitata da una linea rossa, da una parte lo ‘stato di emergenza’ dall’altra lo Stato di emergenza.
La necessità di una drastica limitazione delle libertà fondamentali ridotte al limite degli arresti domiciliari, con un immancabile neologismo anglosassone è stata battezzata “lockdawn”, è motivata dalla riconosciuta emergenza sanitaria legata al Coronavirus Covid-19.
Con il primato della salute del cittadino sulle logiche globaliste della mancanza di confini emerge un ritrovato ruolo dello Stato a tutela dei singoli componenti della società e forse anche per questo le misure che hanno imposto confini all’interno delle stesse città, seppur pesanti da sopportare, sono state accolte positivamente.
La motivazione del confinamento in casa è stata individuata nella necessità di limitare i contatti e quindi i contagi per diluire la distribuzione dei casi in un arco di tempo più lungo e dare così l’opportunità di non saturare i posti in terapia intensiva, il principio è esposto in modo semplice nel seguente breve video:

La situazione è descritta più dettagliatamente in quest’animazione in cui compare anche la modificazione della curva di sostenibilità delle strutture sanitarie che nella fase iniziale si innalza perché le stesse non sono eccessivamente stressate.
E’ però ancor più interessante osservare che in ogni caso il livello di sostenibilità si innalza a seguito del potenziamento messo in atto dopo il verificarsi dell’epidemia.
La diluizione comporta un blocco parziale del contagio, non totale, ma questo è sufficiente perché raggiunto il livello di sostenibilità delle strutture sanitarie (nel frattempo rafforzate), i provvedimenti restrittivi possono essere gradualmente allentati e infine revocati perché il diffondersi del contagio può essere gestito nel suo dispiegarsi conducendo così la popolazione totale a quella che viene conosciuta con il termine “immunità di gregge”. 
Altra dinamica è invece quella legata al tentativo di bloccare totalmente il contagio, in questo caso si tratta di una scelta che comporta un’emergenza tendenzialmente illimitata per due emotivi:
– le misure di isolamento devono essere più lunghe perché è necessario arrivare alla certezza che nessun caso di positività sia ancora in circolazione come potenziale nuovo punto di innesco del contagio.

– non è possibile avere il controllo delle misure prese in altri paesi, quindi il contagio potrebbe sempre ritornare in una seconda ondata o in più ondate successive. 
Secondo la strategia del contenimento lo stato di emergenza dunque può terminare quando il contagio è ancora in corso ma la curva è stata abbassata sotto il livello di sostenibilità, mantenerlo oltre questo punto non è necessario.
Questi calcoli possono essere svolti solo da chi dispone dei dati complessivi, Ministero della Salute e ISS, e una volta determinato il giorno in cui la soglia di sostenibilità sarà assicurata questo andrà comunicato per dare un riferimento alla cittadinanza e non determinare uno stato di emergenza senza fine.
Al momento le indicazioni prevedono il picco per il 25 marzo, in questo caso l’allentamento delle misure restrittive non dovrebbe seguire di molto.
La dinamica della soglia di sostenibilità comporta anche il fatto che non sarebbe opportuno prolungare troppo le misure, questo avrebbe come unica conseguenza un tempo di emergenza più lungo del necessario incrementando così i danni sociali ed economici.
Ogni giorno non necessario di restrizione delle libertà personali di movimento e libera circolazione, ma anche e forse soprattutto, della normale attività politica e parlamentare con conseguente sospensione di fatto della democrazia, segnerebbe il passaggio senza soluzione di continuità da una dinamica di ‘stato di necessità‘ a quella di ‘Stato di necessità‘ cioè ad uno stato di emergenza illimitato che risulterebbe indistinguibile, se non per le motivazioni addotte, dalla sospensione della democrazia che consegue ad un colpo di Stato.
Nel caso dello ‘stato di necessità’ i provvedimenti restrittivi delle libertà servono per tutelare la salute di tutti, nel secondo caso servono a qualcos’altro. Semicit.