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martedì 31 marzo 2020

CORONAVIRUS: ITALIA, DA STATO DI DIRITTO A STATO DI POLIZIA!

foto Gilan

di Gianni Lannes

Alla voce crimini statali contro l'infanzia. Ai bambini è vietato giocare liberamente all'aria aperta. Quale sarebbe il pericolo? L'epidemia da questione sanitaria è stata ormai trasformata in problema di ordine pubblico. L'ennesima circolare del Viminale (un provvedimento privo di valore costituzionale e dunque illegittimo) prevede adesso che i bambini possano uscire con un genitore, ma uno alla volta, comunque solo appiccicati alla propria abitazione. Quanta generosità. Bontà del ministro pro tempore Luciana Lamorgese, che forse ignora che l'articolo 16 della Costituzione non può essere così compresso. ma soprattutto che i diritti universali dei bambini non si possono sospendere con un atto burocratico e neanche legislativo. Chi corre nello Stivale è perduto. La follia istituzionale del belpaese non ha eguali nel mondo. Gli untori sarebbero quelli che corrono per strada?

Come in un perfetto regime dittatoriale. Ecco cosa recita ora il ministero dell'Interno, basandosi sull'incostituzionale decreto legge 25 marzo 2020, numero 19, neanche passato al Parlamento in violazione dell'articolo 77 della Costituzione repubblicana: «è da intendersi consentito, ad un solo genitore, camminare con i propri figli minori in quanto tale attività può essere ricondotta alle attività motorie all’aperto, purché in prossimità della propria abitazione» Lo prevede una circolare del Ministero dell’Interno inviata ai prefetti per fare chiarezza sui divieti di assembramento e gli spostamenti riportata dall’Ansa. La nota precisa che è possibile camminare «in prossimità della propria abitazione».

Nella circolare si legge che «l’attività motoria generalmente consentita non va intesa come equivalente all’attività sportiva (jogging)». Ma la libera corsa è tra le attività motorie ammesse?

L’INSOSTENIBILE IPOCRISIA DEI MEDIA ITALIANI: IL CASO ORBAN

I media italiani ed i politici al governo in queste ore sono profondamente indignati per l’approvazione da parte del Parlamento ungherese di una legge che conferisce a Orbán i poteri speciali per affrontare la fase di emergenza.
Per capire quanto siano ipocrite ed inaccettabili queste critiche, cerchiamo di ricordare chi è Orban e soprattutto qual è il suo percorso politico.                                                                                                                                                              Dopo la transizione democratica dell’Ungheria del 1900, Orbán è stato eletto all’Assemblea nazionale ungherese . Badate bene alla parola “eletto”. Quella sconosciuta dalle nostre parti.

Dopo che il suo partito si è presentato alle elezioni facendosi votare dai cittadini e raggiungendo un importante numero di seggi alle elezioni parlamentari in Ungheria del 1998, Orbán è stato nominato Primo Ministro ungherese. È stato Presidente del Consiglio per la prima volta per ben 4 anni nel 1998.  Ossia 22 anni fa. Ora ditemi la verità: avete mai visto un dittatore che diventa capo del governo nel 98 e decide di instaurare la dittatura nel 2020 ? dopo essersi, però, sempre presentato alle elezioni e dopo essere più volte finito all’opposizione quando quelle elezioni le perdeva di stretta misura.

Orbán ha poi condotto il suo partito ( Fidesz) a una vittoria schiacciante nelle elezioni parlamentari in Ungheria del 2010. Ha mantenuto la sua maggioranza nelle elezioni parlamentari in Ungheria del 2014 e del 2018. Nell’agosto 2018, è diventato il secondo Primo Ministro con l’esecutivo più longevo in Ungheria. Non esiste un leader in Italia, ma neanche in Europa, che sia diventato Primo Ministro per la prima volta 22 anni fa e che lo sia ancora oggi. Alternandosi alla maggioranza e all’opposizione.
Vediamo invece da che pulpito viene la predica degli indignati italiani:
Conte politicamente sbuca dal nulla nel 2018. Non si è mai presentato ad una elezione in vita sua. Mai un voto preso. Viene messo alla guida di due esecutivi formati da due coalizioni agli antipodi su tutto ma resta sempre lui nel mezzo senza alcuna legittimazione popolare. Neanche i due partiti che formano la coalizione del suo secondo governo godono di alcun consenso popolare.

Conte tradisce arbitrariamente il mandato parlamentare sulla questione della riforma del Mes, prima che scoppiasse l’emergenza coronavirus, quindi si attribuisce pieni poteri su quella delicatissima materia, prima che un’emergenza la giustificasse in qualche modo.
Per gestire l’emergenza, sospende le lezioni regionali, sospende i referendum, con un decreto al giorno scritto a quattro mani con un ex inquilino della casa del grande fratello, obbliga la gente a stare in casa, le attività a chiudere. Molte di queste iniziative le comunica via social. Non si presenta in parlamento a riferire sulla questione del Mes, tratta con l’Europa senza sentire il parere delle opposizioni e senza i necessari passaggi parlamentari. Tutto con la giustificazione dell’emergenza pandemia. Ed oggi su tutti i media nasce il mantra di Orban il dittatore, che con la scusa dell’emergenza sanitaria chiede al suo parlamento poteri speciali.

In tutto questo noi già nel 2011 abbiamo permesso ad un Presidente del Consiglio mai votato, di arrogarsi i pieni poteri di modificare la nostra costituzione, introducendo il pareggio di bilancio, di firmare il fiscal compact che avrebbe vincolato per sempre il nostro paese all’austerity; di firmare il Mes nella totale inconsapevolezza dei cittadini che credono che sia una trappola nata nel 2020, perché soltanto adesso ne hanno sentito parlare..

Poteri che nessuno gli ha mai dato e che hanno ancora una volta nascosto dietro la parola emergenza, prima era economica, oggi è sanitaria.
Ora l’Europa dice di voler intervenire sul caso Orban. Ma l’Europa chi ??? quella che ha affidato i pieni poteri ad istituzioni non elette? quella che ha tolto al proprio parlamento le prerogative dei normali parlamenti? quella che ha una banca centrale che non garantisce i debiti degli stati come le normali banche centrali?

Totò in questo caso avrebbe detto. Ma mi faccia il piacere.

Francesco Amodeo

L’Identikit delle vittime

di Federico Giuliani

L’età media dei deceduti è 78 anni e molti di loro avevano malattie pregresse. Il virus ha ucciso solo 15 persone senza malattie croniche pregresse.

Coronavirus in Calabria: l'aggiornamento di oggi 29 marzo 2020
Un report dettagliato e approfondito che passa in rassegna le vittime provocate dal nuovo coronavirus in Italia e ne mette in evidenza le caratteristiche: è questa l’ultima fatica dell’Istituto Superiore di Sanità.
Lo studio dell’Iss ha analizzato “ai raggi x” ben 6801 delle 10.023 vittime registrate nel nostro Paese dall’inizio dell’epidemia al 29 marzo.
L’Iss ha evidenziato come l’età media dei pazienti positivi al coronavirus, e poi deceduti a causa del contagio, sia di 78 anni. La fascia in cui si muore di più è incastonata in una parentesi che va tra i 70 e gli 89 anni. Le donne del campione decedute ammontano a 2012, cioè il 20,6% del totale preso in esame. La loro età media è più alta rispetto a quella degli uomini: 82 anni contro i 78 dei maschi.
Tra le altre informazioni significative, il report dell’Iss ha anche analizzato gli esami effettuati su 710 morti con malattie croniche pregresse, cioè diagnosticate prima del contagio. Ebbene, tra coloro che non sono riusciti a vincere la battaglia contro il virus, il numero medio di patologie riscontrate è stato di 2,7. Soltanto 15 persone non presentavano alcuna malattia pregressa: 151 una soltanto, 184 due e 360 (ovvero il 50,7%) tre o più malattie.
Quali sono le malattie più diffuse? Le più frequenti sono state ipertensione, diabete mellito e cardiopatie. L’Iss ha illustrato anche i sintomi più comunemente osservati nelle persone contagiate ricoverate e poi decedute. Febbre e difficoltà respiratorie sono al primo posto; alle loro spalle, tosse, diarrea e sangue misto a tosse. Il 6,4% delle persone non presentava alcun sintomo al momento del ricovero in ospedale (e non si capisce perché vi erano state portate e poi ricoverate…).
Articolo di Federico Giuliani
Rivisto da Conoscenzealconfine.it
Fonte: https://www.ilgiornale.it/news/cronache/coronavirus-report-iss-ecco-lidentikit-delle-vittime-1847477.html

L’Europa è all’ultimo appello

Tra laumento delle vittime e la crescente rabbia per la gestione della pandemia da Coronavirus, sono esplose aspre divergenze tra gli Stati membri e gli organismidellUnione Europea su come finanziare gli enormi salvataggi di imprese, i sostegni ai lavoratori autonomi, i sussidi ai disoccupatiL’ultimo vertice dei capi di Governo è fallito dopo che i “rigoristi” del nord – tedeschi e olandesi su tutti – hanno rigettato le istanze dei Paesi del Mediterraneo di ricorrere ai mercati mediante emissioni comuni di titoli. Non sono state per ora accolte le proposte di Berlino circa l’utilizzo dell’European Stability Mechanism(ESM), il fondo che ha già imposto lausterità draconiana alla Grecia dopo il 2008 come condizione per ottenerne i prestiti. Lo sfilacciamento dell’Unione, in mancanza di una vera guida politica e a causa dei gretti contrasti, spingerà nuovamente l’attenzione verso la questione tedesca, unitamente al rischio conseguente di debolezza, divisione e assoggettamento a potenze extraeuropee.
Napoleone Bonaparte nutriva una particolare stima per la Nazione tedesca. Quando ebbe costituito la Confederazione del Reno, i sovrani che ne facevano parte, pensando che volesseripristinare l’etichetta del Sacro Romano Impero appena cadutoaffollavano le sale delle Tuileriesdandosi premura di entrare nel seguito della corte. I soldati francesi erano rimasti compiaciutidallo spirito dospitalità che caratterizzava il contadino tedesco, benché le usanze fosserodiverse. Larmate rivoluzionarie proclamavano di essere giunte non per la conquista, né per apportare cambiamenti alla religione, agli usi e ai costumi; erano amiche di tutte le Nazionispecialmente dei bravi popoli tedeschi, venute per consolidare i princìpi della sovranità del popolo, della libertà, dell’uguaglianzaIl nazionalismo della rivoluzione francese avevadichiarato che la più alta dignità del cittadino risiedeva nell’azione politica e nella completa dedizione allo Stato. Nella prima metà del XIX secolo, la fede nella Dichiarazione dell’ ’89 erariuscita a prevenirnla degenerazione in un credo autoritario e totalitario. Il pericolo di una tale alterazione, tuttavia, era insito nella passione sfrenata per laffermazione nazionale e per lefficienza di una deleteria centralizzazione politico-amministrativa. Unpseudo-religione laica minacciava di rompere le dighe istituite dal cristianesimo e dal giusnaturalismo classico a tutela della libertà dei singoli. E fu ciò che avvenne: il nazionalismo mutò in unesclusivismo aggressivo e omologante. La catastrofe del 1806 – la sconfitta militare del Regno di Prussia a Jena – fu la prima scintilla che accese il nazionalismo tedesco, dal carattere nuovo. Con Napoleone Bonaparte imperatore era parso, invece, che la causa del secolo fosse stata vinta e la rivoluzione compiuta; non si trattava che di conciliarla con tutto quanto essa non aveva ancora distrutto. Era questa la sua opera sublime: fare dell’Europa una Patria comune, con gli stessi princìpi, un codice europeo, una corte di giustizia europea, una stessa moneta, gli stessi pesi e misure; sarebbe stato concesso sognare, per la grande famiglia europea, una federazione come quella degli Stati Uniti o delle antiche leghe ellenicheQuale prospettiva, allora, di forza, di grandezza, di prosperità! Quale spettacolo grande e magnifico! Ma la ristrettezza degli intelletti e gli interessi particolari portarono alla rovinaper finire con i disastri del XX secolo.
LUnione Europea e i suoi organismi non incarnano, oggi, quegli ideali di convergenza e concordia. Piuttosto, rappresentano le convenienze delle grandi imprese esportatrici della finanza priva di scrupoli e barriere, che depredano i popoli in una forma sempre più avanzata. In condizioni di profonda crisi, ciò conduce inevitabilmente ai conflitti sociali, alle contese fra Nazioni, alla lotta per la sopravvivenza, al riaffacciarsi di vecchie contrapposizioniGià Bonaparte,nel suo sdegno, aveva qualificato gli speculatori di borsa “un flagello ed una lebbra”  causa di disordini e intrighi con loro potenza plutocratica. Cessato l’impeto e l’entusiasmo della Rivoluzione, avevano screditato il Direttorio e pretendevano di dirigere il Consolato, forti delle loro alte relazioni e abili nello strappar favori – “sicuri di riuscire per la preminenza che si erano acquistati nel rilassamento generale e nella corruzione dei pubblici poteri”. Uno dei più notevoli fatti del mio Consolato –diceva l’Imperatore – fu la lotta intrapresa contro questa nuova aristocrazia del denaro, che ritenevo spregevole. Quante analogie e corrispondenze. Ora, l’Europa è all’ultimo appello.
fonte : https://www.lintellettualedissidente.it/cartucce/unione-europea-e-ultimo-appello-napoleone-mes-coronavirus/


CRONACA DI UN CONTAGIO

Stasera al dubbio voglio aggiungere

il sospetto... e anche la polemica.
Va bene: ci sono i morti. E allora, quanti e di cosa?
Poi ci sono le misure di isolamento: da cosa? Perché?
E le sanzioni: inutili e sproporzionate, più indicate per punire che per convincere.
E infine loro: i medici, che si sacrificano e cadono sul campo, da eroi, come dice qualcuno, anche se nessuno ha mai parlato di tutti gli altri eroi, quelli veri, quelli che ogni giorno muoiono di infortunio sul lavoro per portare a casa un misero stipendio.
Vogliamo parlare anche dei poveri contagiati moribondi e morituri sui quali vengono sperimentati i protocolli terapeutici che li accompagnano alla morte?
A volte immagino di avere un po' di tosse e qualche linea di febbre, di essere preoccupato per la paura del conoravirus e di somatizzare questa ansia con una leggera dispnea. Mia moglie se ne accorge e preoccupata chiama l’ambulanza che arriva in pochi minuti equipaggiata da extraterrestri scafandrati che mi prendono una vena, mi mettono la maschera dell’ossigeno, mi caricano sulla barella e mi trasferiscono a sirene spiegate al più vicino pronto soccorso. Intanto la mia frequenza cardiaca aumenta, mentre il polso si fa flebile, il respiro superficiale e la pressione impercettibile, tanto che all’arrivo le mie condizioni appaiono critiche, così mi trasferiscono subito in rianimazione dove un intraprendete medico che conosce a memoria i protocolli della medicina scientifica mi intuba, mi cateterizza e mi inietta un cocktail di farmaci incompatibili tra di loro, più quelli riciclati da altre patologie, dove avevano fallito anche se consigliati dalle linee guida sperimentali, perché pareva che i topi ne traessero beneficio.
Nell’ultimo barlume di coscienza che mi resta prima di imboccare la strada dell’inceneritore mi affido a Dio e lo prego che almeno non portino a mia moglie l’urna con le ceneri sbagliate, visto che avevano sbagliato tutto il restoEC

fonte:https://altrarealta.blogspot.com/2020/03/cronaca-di-un-contagio.html
Paradossalmente, sarà l’emergenza stessa che stiamo vivendo ad aprirci gli occhi. Le cose che non volevamo vedere, che non abbiamo voluto vedere per anni e per decenni, ora si sono concentrate e accumulate sino a formare una tale montagna che non può più assolutamente passare inosservata. Ormai anche i ciechi saranno costretti a vedere e anche i sordi saranno costretti a udire, per quanto avrebbero preferito seguitare a farne a meno, e fingere che tutto sia normale, ancora per chissà quanto tempo: tanto forte è l’istinto di conservazione nel cittadino-massa, unito alla pigrizia morale, al conformismo e alla viltà.

È impossibile che, passata questa crisi, la gente torni alle credenze e alle convinzioni di prima per tutto ciò che riguarda la finanza, l’economia, la democrazia, la pubblica amministrazione e lo Stato. Ma soprattutto è impossibile che torni a rivolgersi ai mass-media con lo stesso stato d’animo di prima. I cittadini hanno potuto rendersi conto che la televisione e i giornali, ma soprattutto la televisione, vale a dire i maggiori canali nazionali, pubblici e privati, non sono affatto strumenti per essere informati su quel che accade in Italia e nel mondo, bensì strumenti per condizionare la loro mente, per orientare le loro scelte, per giustificare qualsiasi decisione del potere, anche la più illiberale, e per stroncare qualsiasi critica od opposizione. 

Inoltre si sono accorti che le televisioni e i giornali, rispondendo a una regia unica e con insignificanti differenze di stile, altro non fanno che servire il potere: che, in questo caso, voleva spargere il massimo della preoccupazione, del timore, dell’angoscia nella popolazione. Si sono accorti che il libero scambio delle idee è divenuto impossibile: i media ospitano solo le opinioni di quanti confermano e ribadiscono, ossessivamente, ciò che il potere vuole che si sappia e che si creda; chi la pensa diversamente non trova spazio, viene scacciato, emarginato, ridicolizzato, denigrato e infine querelato, insieme a quei giornalisti che gli hanno dato spazio, soprattutto sulla rete e nei social.


Il cosiddetto Patto Trasversale per la scienza, promosso da Guido Silvestri e Roberto Burioni, si configura oggettivamente come una macchina repressiva paragonabile all’antica inquisizione, destinata a rivolgersi non solo contro il cittadino comune che, inesperto di questioni specifiche della biologia, facesse affermazioni inesatte o discutibili, ma anche contro quei colleghi scienziati che non si adeguano al Pensiero Unico e osano sostenere punti di vista diversi e valutazioni divergenti, sia pure partendo dagli stessi dati di fatto e in particolare dai dati forniti dall’Istituto Superiore della Sanità. Il che ha mostrato oltre ogni dubbio che lo scopo perseguito dal potere in questa fase storica, che è quella della ristrutturazione capitalistica dettata dalla globalizzazione, è quello di omologare i modi di pensare e appiattire le coscienze e le intelligenze, rendendo di fatto impossibile l‘esercizio della facoltà critica, e così svuotando di senso qualunque pratica democratica.

 La democrazia, infatti, piaccia o non piaccia, ha come presupposto la libertà del dissenso: una volta reso il dissenso non solo irrilevante, ma sovversivo, cioè dopo averlo criminalizzato, la democrazia è morta e ciò che resta al suo posto è un regime totalitario, sia pur mascherato dietro una tenue vernice di falsa tolleranza.


Stampa e televisione hanno lasciato cadere del tutto la maschera e se fino a prima dell’emergenza potevano ancora far finta di essere ciò che non sono, ossia veri organi d’informazione, ora appare evidente che la loro unica funzione è quella di fare da megafono a ciò che i loro padroni, ossia i signori della finanza, vogliono da essi; e praticamente tutti i giornalisti di un certo peso, con rarissime eccezioni, hanno mostrato di essere più che disposti a mettersi al servizio, come dei volgari mercenari, di qualsiasi disposizione venga dall’alto, oltretutto con l’immensa sfacciataggine di ostentare indipendenza di giudizio e rispetto, anzi, addirittura sollecitudine per il bene dei cittadini. I personaggi dello spettacolo non legati direttamente all’informazione, a loro volta, si sono affrettati a mettere i loro volti ben conosciuti dal grande pubblico, per svolge la stessa identica funzione, con uno zelo, un calore, un’insistenza che hanno rasentato il ridicolo.


Bisognerà che gli italiani si ricordino di loro, delle loro facce, delle loro parole d’ordine, quando l’emergenza sarà passata e si tornerà, sia pure in maniera limitata e parziale – è questo, infatti, che probabilmente accadrà: non torneremo più alla stessa situazione di prima – a ragionare e non più a vaneggiare sotto l’effetto di un’emotività esasperata dal fattore paura. In realtà, sono tutte cose che sapevamo già, almeno in via teorica: che tivù e giornali sono dei persuasori occulti; che sono  il quarto potere; che non c’è una sostanziale differenza fra la pubblicità commerciale, esplicita, e la televisione in quanto tale, che è una forma di pubblicità implicita, ma potentissima, a livello socio-politico: queste cose ce le aveva spiegate benissimo Marshall McLuhan fin dagli anni ’60 del secolo scorso, con il celebre slogan il medium è il messaggio; ricordate? In pratica, però, ce n’eravamo scordati; in pratica, abbiamo seguitato a ingozzarci di televisione e giornali senza prendere alcuna precauzione, senza assumere alcuna distanza critica, ingurgitando tutte le menzogne e le porcherie che hanno voluto rifilarci. Conosciamo persone sagge ed equilibrate, discretamente colte, che proprio in questi giorni di quarantena nazionale ci hanno fatto capire quanto a fondo sia penetrato il male, perché anch’esse, quando tentavamo di ragionare sull’enorme sproporzione esistente fra il pericolo reale rappresentato del virus, e la campagna terroristica di Stato messa in opera principalmente attraverso i media, ci hanno candidamente risposto: Ma queste cose che affermi sono inverosimili; non hai sentito cosa dice la televisione?


La prima cosa che dovremo fare, dunque, anzi che dobbiamo fare, è disintossicarci dalla televisione. La televisione è la punta di lancia del progetto demoniaco che vuole strapparci via l’anima e ridurci a degli utili idioti che si bevono tutto, non fanno mai domande scomode e non si stupiscono più di nulla, neanche delle cose più atroci. In secondo luogo, visto che non si può abolirla dalle nostre vite, perché troppe persone non saprebbero più farne a meno, dobbiamo imparare a star bene attenti, in futuro, in quali mani andrà a finire la televisione di Stato; per quelle private non c’è nulla da fare, esistono in funzione della logica commerciale e quindi è naturale che ci rifilino, nel migliore dei casi, programmi spazzatura, se non addirittura veleno. Dobbiamo insegnare ai nostri figli a farne un uso moderato e, soprattutto, a fruirne in maniera critica: a non guardarla mai se non riflettendo su ciò di cui parla e sugli scopi che si prefigge, fosse pure un programma apparentemente innocuo come un reality o un cartone animato. 

Perché la tv non è mai innocente, nel senso che non è mai neutrale: è al servizio di qualcuno, e precisamente da chi la paga; e poiché la paga, direttamente o indirettamente, il grande capitale finanziario, e poiché il grande potere finanziario è tenuto insieme, a livello internazionale, da una rete di tipo massonico, impregnata di “valori” e ideali massonici, ecco che la tv fa il suo, cioè il loro, sporco mestiere: predisporre le nostre menti, la nostra sensibilità, il nostro gusto, al Nuovo Ordine Mondiale ispirato dalla massoneria.

 Abituarci, anche attraverso sceneggiati televisivi apparentemente ingenui, ad accettare, per dirne una, la cosiddetta teoria gender, cioè ad accettare come perfettamente lecita e naturale l’idea che un padre di famiglia, un bel giorno, stanco di essere uomo, faccia un’operazione e diventi donna, e che tutti, a cominciare dalla moglie e dai figli, devono accettare pienamente la cosa e volergli bene come prima, anche se li ha abbandonati, anche se ha fatto ogni cosa di nascosto, perché costui non ha fatto altro che esercitare un suo diritto sacrosanto, del quale non deve render conto ad alcuno: ecco, anche questa è una delle cento e  mille tessere che formano il grande e orribile mosaico della società futura ispirata a quella visione della vita.


La seconda cosa da fare è scegliere meglio i nostri rappresentanti politici. Anche se la crisi innescata dall’epidemia di Coronavirus ci ha sorpresi con un governo non eletto, anzi con il classico governo nato da un vergognoso papocchio di palazzo, in spregio ai cittadini e alla costituzione, un governo che ha mostrato di essere davvero il peggiore che avremmo potuto sperare, o temere, in una simile congiuntura, resta il fatto, desolante ma istruttivo, che neppure le forze di opposizione si son fatte notare per saggezza e perspicacia nel drammatico frangente che l’Italia sta vivendo. E nelle regioni dove più forte è l’emergenza e dove, guarda caso, governa l’opposizione, le amministrazioni locali non hanno saputo far di meglio che abbaiare contro la popolazione, redarguirla, rimbrottarla, minacciarla di pene severissime per la sua indisciplina, come non avrebbero saputo far di meglio, o di peggio, i più arrabbiati e ottusi caporali della sinistra. 

Nessuno che abbia avanzato un’idea nuova, un progetto diverso, una prospettiva più ampia: solo polizia per le strade e norme di quarantena ancor più restrittive. Quando alla fine conteremo le vittime di questa tragedia che si sarebbe potuta evitare, scopriremo che i suicidi, i drammi familiari e i casi di depressione grave, forse irrecuperabile, avranno superato di molto il numero delle vite salvate. Fermo restando che quasi tutti i colpiti dal virus erano e sono persone assai avanti in età e con un sistema immunitario alquanto compromesso per altre patologie. Il che significa, dati ufficiali alla mano, che di Coronavirus sono morte forse meno persone di quante se ne contino sulle dita delle mani. Il problema fondamentale di questa classe politica, governo e opposizione, messo chiaramente a nudo dall’emergenza sanitaria, è la sua complessiva inadeguatezza sotto il profilo culturale, nel senso più ampio della parola. 

Per governare un grande Paese, quale è l’Italia, e per governare le sue regioni, specialmente le più progredite, le più ricche, le più produttive, ci vogliono altro che caporali come cani da guardia ringhianti e abbaianti: ci vuole intelligenza. E d’intelligenza, in queste settimane, non c’è stato di sicuro uno spreco. Si è visto e capito inoltre che le forze di opposizione non sanno fare vera opposizione e che, probabilmente, sono colluse, in qualche modo, con quello stesso potere finanziario che muove come marionette gli uomini del governo.

 Come spiegare altrimenti la proposta di Draghi quale presidente del Consiglio al posto di Conte? Come spiegare il fatto che nemmeno adesso l’opposizione parla di uscita dall’euro, come pure ne parlava in tempo di campagna elettorale e quindi prima che l’UE rivelasse anche ai ciechi il suo vero volto, come ha fatto la signora Lagarde nella storica intervista da presidente della BCE, che ci è costata circa 100 miliardi di euro, vale a dire la somma che ora ci servirebbe per sostenere gli italiani in tempo di blocco quasi totale dell’economia? E cos’è questo sdraiarsi ciecamente sulla politica estera degli Stati Uniti e d’Israele, come se ciò non compromettesse fatalmente gl’interessi dell’Italia in aree per noi vitali, come il Medio Oriente?


Questa non è solo mancanza di cultura o difetto d’intelligenza: temiamo che sia qualcosa di peggio. Perciò la prima cosa da fare è metter mano a un progetto politico nuovo, che consideri definitivamente archiviata la stagione della dialettica destra/sinistra e prenda atto che la globalizzazione richiede risposte del tutto diverse da quelle che la politica ha saputo escogitare, sia in termini di governo che di opposizione. Fino ad ora abbiamo lottato con le spade di cartone in mezzo a gente armata con spade di ferro; ora bisogna che fabbrichiamo della armature anche noi e che cominciamo a menare mazzate anche noi, perché ne abbiamo già subite abbastanza. Siamo in guerra e prima lo capiremo, meglio sarà: la stagione dello stupido pacifismo e del buonismo beota è morta e sepolta, abbiamo compreso che era solo una delle forme dell’ipnosi che ci induceva a tener la guardia abbassata perché altri ne approfittasse a nostro danno. Serve perciò gente nuova e sopratutto servono idee nuove: e le idee di Salvini e Meloni, con tutto rispetto, hanno mostrato di essere tutt’altro che brillanti e tutt’altro che nuove.


La terza cosa da fare, come credenti, è prendere atto che questa chiesa “cattolica”, la chiesa di Bergoglio & Soci, non ha niente a che fare col cattolicesimo, non viene dal Signore ma dal diavolo, e i suoi ministri sono tutti schiavi del diavolo, il cui scopo è quello di perdere le nostre anime allontanandole da Dio, confondendo in loro la percezione del bene e del male, e aprendo le porte al peccato, fatto passare per legittima scelta umana. Nessun compromesso, nessun dialogo con tutti costoro: sarebbe follia. Non meritano altro che il nostro più caldo disprezzo: hanno fatto un lavoro ignobile, ingannando milioni di persone e al tempo stesso godendosi i privilegi e il capitale che i fedeli hanno donato nel corso del tempo affinché la Chiesa, quella vera, avesse dei veri pastori, non degli strumenti dell’Anticristo. 

Non dobbiamo aver più nulla a che fare con questa immonda congrega; non dobbiamo più acquistare una sola copia della stampa ex cattolica; né offrire un solo centesimo del nostro denaro. Dobbiamo tornare alla vera fede, perché costoro ci hanno traviato: quella di prima del Concilio, quella di sempre. E al diavolo, suo patrono, la teologia della svolta antropologica di Karl Rahner e tutti questi preti in uscita e questi vescovi di strada.
La quarta cosa da fare, la più importante, è agire su noi stessi. Nessuno può aiutarci, se noi non lo vogliamo. Dobbiamo rimetterci in piedi fra le rovine, tener la schiena dritta e recuperare la stima di noi stessi; tornare a volerci bene e prenderci le nostre responsabilità. E poi confidare in Dio, sempre.
Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla (Giovanni 15,5).

Del 30 Marzo 2020

fonte: http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/contro-informazione/le-grandi-menzogne-editoriali/8660-nulla-dovra-essere-come-prima

domenica 29 marzo 2020

Invito a Riflettere


1) Alcune società con sede a Dubai hanno sollecitato miei amici, attivi nel commercio con l'estero, a proporre l'acquisto di mascherine e termoscanner, disponibili anche in minime quantità. Dicono (non ho controllato) che sia stata emanata una norma che consente ai singoli ospedali di procedere all'acquisto diretto di detti presidi in totale autonomia e senza gara. Vi è purtroppo una ritrosia alle operazioni di intermediazione di tali materiali per il timore che vengano sequestrati e non pagati appena arrivino in Italia. 

Da più persone mi sono in effetti giunte notizie di domande di agenti delle forze dell'ordine sul tipo "avete mascherine?". Nel caso uno risponda di si. queste vengono sequestrate e, almeno per quanto riferitomi, non pagate. Tramite Dubai sono disponibili mascherine FFP3, FFP4 ed FFP5 (quindi superiori alla gran parte delle mascherine in uso negli ospedali italiani come presidi contro il Coronavirus 2, che sono FFP2 cioè mascherine chirurgiche che non fermano il piccolissimo virus ma sono studiate per evitare che il chirurgo durante le operazioni possa contaminare il paziente con particelle di saliva presenti nell'alito e negli eventuali starnuti o colpi di tosse). Le FFP1 (classiche maschere da muratore)e le FFP2 (quelle da chirurgo) sono quelle che in genere indossano le persone per strada (a volte anche alla guida dell'auto) e che, secondo amici medici in servizio nelle ASL, sono assolutamente inefficaci nei confronti del Coronavirus 2. I volontari della CRI hanno le FFP3 che si riconoscono in quanto sono a forma di muso di cane e che garantirebbero una certa protezione in quanto impermeabili. Tramite Dubai sono disponibili termoscanner al laser-infrarosso a 49 euro l'uno, cifra superiore alle 35 euro pagate dal servizio sanitario italiano per termoscanner però solo ad infrarossi e quindi di qualità inferiore. Il pagamento è CIF.



2) Nonostante le ASL abbiano ognuna vari Avvocati stipendiati a tempo pieno, continuano a chiedermi (anche ieri sono stati gli unici miei clienti) consigli amici medici in servizio nelle Asl. Non si è pensato di fornire tesserini di libera circolazione a figure apicali nella lotta all'epidemia, quali i medici della Guardia Medica delle Asl, che continuano (ogni volta che cambia il modulo di autocertificazione degli spostamenti) a venire in Studio da me per farsi stampare i moduli (già cambiati 4 volte). Alcuni medici della Guardia Medica sono terrorizzati da eventuali accuse di spreco o perfino di peculato per un eventuale uso indebito di mascherine e camici, che vengono, dietro la sottoscrizione di un foglio di ricevuta, forniti giornalmente (ad ognuno una mascherina FFP2 ed un camice in doppio strato di carta), con espresso divieto di aprire le buste e di utilizzare tali presidi se non in presenza di un sospetto di di infezione da Coronavirus 2. Il quesito in genere è stato "il sospetto lo posso avere quando mi avvicino al paziente e lo vedo bene ed a quel punto è troppo tardi per aprire le buste contenenti la mascherina ed il camice di carta...cosa faccio?" Il mio consiglio è stato di considerare tutti sospetti salvo quelli che avessero non malattie ma solo ferite (ad esempio per un incidente domestico). Le buste non utilizzate vanno riconsegnate dai medici della Guardia Medica a fine turno. I camici di carta (secondo un medico di carta scadente) sono aperti sul petto, tanto che è invalso l'uso di avvicinare i lembi del camice, in modo da coprire anche il petto del medico, tramite due pezzi di nastro adesivo per pacchi.



3) Arrivo al punto principale. Ti riferisco quanto dettomi oggi da un medico della Asl3 Genovese, studioso di malattie infettive, riguardo a notizie che circolano in ambiente ospedaliero. Uno studioso italiano, non lui, ha con certezza, tramite una mappatura del RNA, individuato in un tedesco colui che per primo ha portato l'infezione di Coronavirus 2 in Italia. Sono in corso mappature del RNA, su varie persone contagiate, per individuare l'evoluzione e la diffusione dell'infezione ma per avere i risultati occorrerà attendere molti mesi. 
Vi è una fondata convinzione che nella zona di Bergamo il Coronavirus 2 abbia mutato leggermente (basta anche un gene) creando una sottospecie del Coronavirus 2 molto più aggressiva. Tale sottospecie sarebbe la causa della elevata mortalità in Lombardia ed anche in Spagna, dove sarebbe arrivata dopo la partita Atalanta-Valencia del 19 febbraio. Si ritiene che uno o più tifosi bergamaschi, recatisi in ospedale con parenti o a trovare parenti, abbiano contratto questa forma più aggressiva di infezione, trasmettendola allo stadio con abbracci, momenti di euforia come l'esultanza al gol o semplicemente toccando passamani, superfici od altro. così contaminando anche tifosi spagnoli. Significativo sarebbe il contagio tra i calciatori, data la promiscuità goliardica negli spogliatoi. 

I parametri da utilizzare non sarebbero più solo due cioè il Coronavirus 2 ed eventuali malattie concorrenti ma i seguenti tre: la virulenza, la carica virale ed il fattore umano. La virulenza è la forza del virus e qui si osservano due situazioni. Nella prima si evidenzia come nei giorni di sole e per effetto del calore ed anche dei raggi ultravioletti il virus è meno forte e, se non perfino distrutto, rimane sulle superfici contagiando molte persone in maniera lieve. Si è osservato anche come il virus viene distrutto da semplici disinfettanti come l'alcool, che non è un presidio sanitario, dato che in genere rallenta le infezioni ma non le combatte efficacemente come i presidi sanitari a base di cloro (tipo Amuchina). 

Si è accertato che su superfici non esposte al sole il virus sopravvive fino a 10 ore mentre su superfici esposte al sole molto, molto meno (a seconda dell'intensità del sole). Si è accertato che difficilmente ed in scarsa quantità il virus rimane sui vestiti, mentre più facile è il contagio toccando superfici lisce quali il vetro, la plastica o il metallo. Si è accertato che il virus si è facilmente diffuso in uffici dove tastiere di computer venivano usate da diverse persone o dove erano presenti macchinette per caffè o bibite con tasti che venivano toccati da più persone. L'involucro lipidico del virus, all'interno del quale è contenuta una catena di RNA (a differenza del DNA che ha due catene disposte a doppia elica) resiste al freddo ma non al calore ed ai raggi UV. Avendo tutte le persone sane un sistema immunitario in grado di combattere il virus, quelle venute in contatto col virus indebolito facilmente guariscono. 

Nella seconda situazione abbiamo un virus rafforzato da ambienti a lui favorevoli quali gli ospedali e le RSA (case di riposo per anziani) con ambienti angusti (vedi i pazienti ammassati in rianimazione) ed in genere scarsamente ventilati e bui. In detti ambienti la circolazione dell'aria tramite tubazioni favorisce la diffusione del virus e le lunghe ore di presenza dei sanitari (medici, infermieri ed OSS) in detti ambienti sono comunque la causa dell'elevata mortalità tra gli stessi sanitari(dovuta anche alla elevata carica virale presente in detti ambienti). Gli ambienti ristretti e la presenza di malati o comunque anziani con sistema immunitario compromesso da altre patologie in essere,  favoriscono la virulenza ed aumentano la carica virale. il mio amico medico ha fatto questo paragone: "Qui il virus gioca facile come i panzer tedeschi nell'invasione della Polonia." 

Qui il virus ha potuto perfino mutare in una sottospecie più aggressiva e comunque, anche dove non è mutato il virus, la sua virulenza (cioè la sua forza) è stata ed è tuttora aumentata da fattori quali gli ambienti ristretti e la presenza di numerose persone con sistema immunitario indebolito. Si ritiene che fino a quando si continuerà ad ammassare i malati in ambienti ristretti ed a non metterli ognuno in isolamento (con adeguato filtraggio dell'aria, dotazione di respiratori autonomi per i sanitari ed interventi di decontaminazione delle tute dei sanitari) l'infezione continuerà ad imperversare. Il secondo parametro è la carica virale cioè la quantità, il numero di virus presenti, che aumenta notevomente in spazi ristretti, poco ventilati ed in presenza di molte persone con sistema immunitario indebolito. Il terzo parametro, già ben conosciuto, è il fattore umano cioè l'età e le pluripatologie (cloe le malattie concorrenti al Coronavirus 2). 

Si raccomanda la disinfezione con alcool (delle mani e delle superfici lisce) che distrugge l'involucro proteico del virus rendendolo inoffensivo. L'involucro è quello a corona con le punte che si agganciano ai recettori delle cellule del nostro apparato respiratorio e da qui entra l'RNA che poi si moltiplica. Si è osservata una minore pericolosità del virus per determinate categorie: i bambini, le donne, i neri (africani di pelle scura). Per i bambini, praticamente immuni, si è accertato che ciò è dovuto ad una estrema immaturità dei loro recettori, a cui il virus con le sue punte a corona non riesce praticamente ad agganciarsi. Il mio amico medico mi ha detto più volte: "fai conto che la punta sia una chiave ed il recettore una serratura, se la serratura non è ben formata la chiave fatica ad infilarsi". Si ritiene inoltre che neri e donne abbiano recettori con forma meno espressa rispetto agli uomini di pelle bianca nei quali il virus si aggancia facilmente con queste punte della corona che agiscono come dei rostri.

 

SI PREVEDE UNA DIMINUZIONE DEL CONTAGIO CON L'ARRIVO DELL'ESTATE ED UNA RIPRESA DEL CONTAGIO IN AUTUNNO (come avvenne con la spagnola) e non vi sono medicine efficaci (oggi vi sono gli antibiotici, quali le tetracicline, che combattono efficacemente la peste, che però non è un virus ma un batterio).

CARPEORO racconta - Puntata 147 (Non c’è più tempo 29-03-2020) BN TV