Con un certo sarcasmo Zero Hedge nota la colpevolizzazione quasi immediata della Russia dopo il risultato elettorale italiano, agli occhi degli osservatori internazionali. Un articolo particolarmente esplicito è stato quello diffuso su El Pais da Samantha Power, uno dei diplomatici più in vista dell’amministrazione Obama, nonché ambasciatore americano all’ONU. Poco importa che la Power sia stata tra i più ferventi guerrafondai e sostenitrice degli interventi in Siria e Libia, che hanno scatenato i flussi di immigrati di cui oggi gli italiani si lamentano. Poco importa anche che in Italia ci siano livelli mai visti di disoccupazione, stagnazione economica e nessuna prospettiva per il futuro. L’esito elettorale è stato evidentemente determinato dalle fonti di notizie russe.


di Zero Hedge, 06 marzo 2018

Se in Europa c’è una tornata elettorale, e se vincono i partiti anti-establishment (come è appena successo in Italia e, qualche mese fa, in Austria), a chi pensate di dare la colpa? A Vladimir Putin, ovviamente!

È proprio questo che ha fatto Samantha Power, uno dei diplomatici più in vista dell’amministrazione Obama, pubblicando un articolo sullo spagnolo El Pais, spiegando come la Russia abbia predeterminato l’esito della tornata elettorale di domenica in Italia, insistendo sul discorso immigrazione. “L’Italia si aggiunge alla lunga lista dei paesi le cui elezioni sono state influenzate dalla Russia. Sputnik continuerà a fare quello che sta facendo. La domanda è: come intendono reagire, le nostre democrazie? Gli elettori si decideranno a ripudiare i candidati che cercano di beneficiare delle interferenze russe?”

Come vedete, la disoccupazione giovanile al 38% non c’entra nulla, come non c’entrano nulla l’economia in stagnazione, il peso del debito, la quantità di giovani che vivono ancora a casa coi genitori, le scarse opportunità di avanzamento di carriera e la percezione che è tutto manipolato. No, è colpa della Russia!

Secondo un’analisi sui social media svolta da un’azienda privata,  l’articolo sul giornale spagnolo promosso dalla Power ha avuto grande successo. L’articolo afferma che Sputnik, la fonte di notizie russa, e i suoi onnipotenti mezzi di diffusione, hanno radicalizzato il discorso sull’immigrazione in Italia. Questo, ovviamente, perché gli italiani non possono essere per davvero insoddisfatti di vivere in un paese che è la meta primaria di destinazione di chi attraversa il Mediterraneo dalla Libia, e non hanno il diritto di sentirsi traditi dalle politiche migratorie di Bruxelles, che la scorsa estate ha minacciato l’Italia di ricorrere “all’opzione nucleare” e ha equiparato l’Italia a una nazione europea di serie B.

Ma aspettate, l’ironia inizia adesso: ricordate che Samantha Power era stata un’accesa sostenitrice degli “interventi umanitari” condotti dalle forze militari degli Stati Uniti fin dai tempi della Jugoslavia? Durante il suo incarico come membro del Consiglio di Sicurezza, e poi come ambasciatore dell’amministrazione Obama all’ONU, questo pretesto di intervento sovrano è stato usato per distruggere la Libia, che sotto Gheddafi fungeva da tampone all’immigrazione irregolare verso l’Europa, e che oggi è diventata uno snodo fondamentale per il traffico di esseri umani. La scusa dell’intervento umanitario era stata invocata anche per armare i gruppi ribelli in Siria, scatenando la guerra che ha costretto milioni di persone a sfollare e ha spinto molti milioni di siriani a cercare di fuggire in Europa. La Power, tra l’altro, sosteneva la necessità di un intervento diretto come in Iraq.

L’articolo della Power ha attirato una quantità di repliche piccate, con gli utenti di Twitter pronti a ricordare alla Power i numerosi interventi attuati da Washington, e definendo la sua posizione “ridicola”. Ad ogni modo li potete ignorare: sono certamente tutti degli agenti russi al comando del Cremlino.


Nel frattempo le elezioni italiane di domenica, proprio come le recenti elezioni in Germania e in Austria, hanno scosso la scena politica, con gli elettori che abbandonano i partiti di governo di centro-sinistra e si orientano verso forze anti-establishment. Il Movimento Cinque Stelle è emerso come il singolo partito con la maggiore percentuale di voti, ottenendo oltre il 32%, mentre il partito anti-immigrazione Lega Nord è andato ben oltre le aspettative, raccogliendo il 17% dei voti. L’intero blocco di centro sinistra, guidato dal Partito Democratico dell’ex primo ministro Matteo Renzi, ha ottenuto in totale solo il 23% dei voti, e ha ammesso che si tratta di “una sconfitta elettorale molto netta”.

L’analista politico Daniele De Bernardin ritiene che domenica le persone abbiano semplicemente votato per un cambiamento, non per un partito nello specifico.

Negli ultimi cinque anni abbiamo avuto molti cambiamenti nei partiti di governo nel paese. Il Movimento Cinque Stelle è un movimento che mette insieme persone diverse con visioni del mondo diverse“, ha detto, aggiungendo che questo partito può essere visto come “movimento post-ideologico“. Ciò che unisce le persone è in realtà “il senso di voler cambiare le cose nel paese” ha concluso.

Poche ore dopo l’umiliante sconfitta, Matteo Renzi ha rassegnato le dimissioni. Anche questo, ovviamente, per colpa della Russia.