Tra le numerose analisi sul voto del 4 marzo, Ettore Gotti Tedeschi parla di quella che forse è la cosa più importante: chi aveva pensato ad una irreversibile “fine della Storia” ha sbagliato i calcoli.

La Storia non è finita, dimostriamolo, ma adesso prepariamoci anche ad una reazione.


La Storia non è finita
Di Ettore Gotti Tedeschi – La Verità, 09 marzo 2018
Prima delle elezioni del 4 marzo,  esattamente il 23 febbraio, su LaVerità, avevo scritto una riflessione ( “Alle urne il vero nemico si chiama Darwin”) dove proponevo considerazioni per il voto, al fine di difenderci da chi pretende di governare il mondo intero, Italia inclusa. Ricordavo, commentando un libro del prof. Pennetta (“inchiesta sul darwinismo”), la considerazione principale del maggior politologo statunitense , il prof.  Francis Fukuyama , nel suo libero <La fine della storia>, dove spiega che la fine della storia corrisponde alla fine della lotta per difendere ciò in cui si crede, per paura di esser sopraffatti e distrutti. Post elezioni, dobbiamo riconoscere che la storia non è affatto finita . E questo è secondo me un grande messaggio del risultato elettorale del 4 marzo. Noi lottiamo ancora , abbiamo ancora coraggio di lottare , non abbiamo ancora così paura di esser perseguitati , non vogliamo invece esser sopraffatti e distrutti. La lezione data dal risultato elettorale è questa. Ora  si prosegua  su questa buona strada per contrastare  il Leviathan descritto da Thomas Hobbes, cioè l’imposizione di un potere verticistico voluto da una élite illuminata,  totalitaria, globale e tutelare che vuole controllarci , anche grazie a movimenti politici e uomini (più o meno consapevoli) .
Nella mia riflessione scritta per LaVerità, evocavo le due grandi profezie scritte da due intellettuali del secolo scorso , il XX secolo. George Orwell, nel suo capolavoro 1984 ,che anticipò il progetto di controllo del pensiero e comportamento umano. Aldous Huxley ( fratello di Julian  Huxley, promotore della genetica darwiniana ), che   arrivò  a profetizzare nel suo famosissimo romanzo scientifico < Il mondo nuovo> , che chi rifiutasse di adattarsi a questo controllo  fondato su teorie eugenetico-malthusiane , sarebbe persino stato definito “selvaggio” ( si legga pure  “populista”), e chiuso in riserve recintate e isolate  dal mondo civile ,per rifiuto di accettare norme globali,  leggi globali, fedi scientifiche globali, emanate e gestite da dittatori universali. La posta in gioco per il voto del 4 marzo era ben più importante di quanto non sia apparso, sia stato discusso e argomentato .La posta in gioca era la difesa della nostra identità e  libertà .  Parafrasando George Orwell ( in 1984) qualcuno voleva   controllare il nostro presente ,per controllare il nostro passato e il nostro futuro. Il voto del 4 marzo  ha dato una risposta : non ci controllerete . 
Son certo che sono ben pochi  quelli che  capiranno questa risposta, ma siate certi che sono i soliti pochi che dispongono di strumenti forti e che poi che opereranno di conseguenza. Perciò è bene che questa risposta sia invece ben chiarita, spiegata, diffusa e confermata con azioni politiche conseguenti.
La storia non è finita,  ma ora dimostriamolo.