FONTE: KEINPFUSCH.NET
Mentre lo scopo di questo riaperto blog si esaurisce (con un certo successo), approfitto degli ultimi post per mostrare un altro pochino di fatti che la stampa italiana sta provvidenzialmente “dimenticando”. Non voglio commentare l’assurda corsa nel premere sul PD perche’ vada al governo con M5S. Non puo’ funzionare, a meno di miracoli. Ma il punto e’ diverso.
Il problema vero di questo governo e’ che il tempo non si ferma: la Merkel disse che “il mondo non aspetta noi” mentre molte cancellerie aspettavano proprio loro. Al contrario, pochi eventi staranno ad aspettare che il governo italiano sia operativo.
Facciamo una prima premessa: il documento di programmazione, ovvero la finanziaria, lo fara’ il governo di Gentiloni, in attesa del nuovo. Essendo il governo in esercizio provvisorio, significa che sara’ identica a quella dell’anno scorso. Tradotto in soldoni, la spesa pubblica viene congelata sino alla prossima finanziaria.
Se e’ difficile prevedere i tempi massimi di questa scadenza, i tempi minimi sono piu’ semplici: considerando il tempi per fare un eventuale governo, insediare le camere, scegliere i presidenti, fare i gruppi, votare la fiducia, discutere la finanziaria, approvarla, presentarla alla EU, anche se ci fosse un governo M5S-Lega , prima del 2019 la spesa pubblica non potrebbe subire grossi cambiamenti.
In questo periodo di “ingessatura” , ci sono diverse situazioni che io definirei “detonatori”. Al sud italia, parliamo di ogni crisi industriale.
M5S ha promesso il famoso reddito di cittadinanza. Non sta a me decidere se chi ha votato M5S lo ha fatto per questo. Non ho i dati per farlo. Ma il punto e’ che se dovesse scoppiare una crisi industriale, quegli elettori se lo aspettano.
Prendiamo ILVA. ILVA e’ appesa ad un filo, dopo che Emiliano ha fatto saltare il tavolo. Calenda, che e’ ancora il ministro in esercizio provvisorio, non ha autorita’ per trattare con la proprieta’ di ILVA. M5S, d’altro canto, ha sempre promesso di chiuderla per salvare la salute dei cittadini. Possiamo discutere anche di questo, ma non e’ questo che voglio fare.
Quello che voglio sottolineare e’ che se scoppiasse la crisi ILVA, e si andasse verso la chiusura, quasi mezzo milione di persone andra’ sotto casa M5S a chiedere aiuto. Si aspetteranno il reddito di cittadinanza: non c’entra il “fancazzismo” come hanno detto alcuni. Queste persone oggi lavorano a rischio della salute, quindi “voglia di lavorare” ne hanno. Ma il punto e’ che se si aprisse una crisi ILVA, M5S si troverebbe sulla graticola. E di brutto.
Stessa cosa vale per ogni crisi industriale possibile al sud italia. Ognuna di queste crisi e’ un potenziale detonatore di disperati: con una promessa di reddito di cittadinanza che non puo’ essere nemmeno discussa prima di un anno , M5S ha voglia di giustificarsi. Alla fine dei conti, le giustificazioni non si mettono nel piatto, e non ci paghi le bollette.
Non solo con un’ideologia anti-industria M5S ha posto le premesse per non essere un freno per le crisi industriali (ricordo che per M5S le industrie inquinanti vanno chiuse immediatamente) : con il reddito di cittadinanza si trova ad aver promesso la soluzione facile al problema di chi rimarra’ senza lavoro. E’ umanamente comprensibile che una persona di Taranto, sapendo che ILVA ha un destino incerto, possa votare per chi gli offre un reddito minimo. Ma e’ meno umanamente prevedibile cosa fara’ questa persona, quando ILVA iniziera’ a licenziare e non ci sara’ il salvagente promesso.
Quanti detonatori del genere ci sono al Sud? Oltre a ilva me ne vengono in mente una dozzina.
Altro detonatore: Francia e Germania intendono stilare un trattato di comunione giuridica. Si e’ detto molto di questo trattato, ma pochi ne hanno precisato lo scopo: facilitare la fusione tra grandi realta’ tedesche e grandi realta’ industriali francesi. Un pochino sul modello Alstom, insomma. Questo trattato e’ stato ritardato dalle estenuanti trattative di Schulz, che ovviamente ha lottato per fermarlo ad ogni costo, ma alla fine si e’ solo spostato all’estate.
Si parla poco del significato politico: significa che Merkel e Macron hanno deciso che il progetto comunitario “grande” e’ poco credibile, e hanno deciso di giocare una partita mitteleuropea. Se si forma un conglomerato franco-tedesco, non solo il peso economico (~50% del PIL europeo) e politico annulla il peso di Bruxelles, ma di fatto sancisce la fine del potere di Bruxelles, e la somma dei due paesi ha una maggioranza tremenda in seno alla BCE.
Questa alleanza alla fine avra’ un solo grande effetto visibile: una serie di fusioni industriali, bancarie, finanziarie, borsistiche, tra i “campioni” tedeschi e quelli francesi, ivi compresa l’industria militare.
Questa e’ la “piccola” parte di realta’ che nessun giornale MSM sta dicendo.
Ma se questo avviene, come e’ probabile che avvenga, presto Confindustria iniziera’ a tirare il governo per la giacca. Diventera’ un’emergenza seria per l’ Italia, e lo diventera’ in 1-2 anni. Perche’ inizieranno ad esistere colossi di dimensioni “quasi americane” dentro il continente europeo. Mentre l’ Italia continua a guardare al proprio ombelico e parlare di sovranita’ ed euroscetticismo.
Ci sono quindi due emergenze industriali: a confindustria , presto iniziera’ a bruciare il fatto di trovarsi ad assistere ad una serie di grandi fusioni e alla formazione di colossi di dimensione europea, senza mai essere invitata al tavolo. Al sud, i piccoli focolai di crisi industriale inizieranno a fare pressioni sul governo perche’ conceda il famoso reddito.
Onestamente, capisco il PD che non vuole andare al governo: solo un pazzo lo vorrebbe.
Per fronteggiare le piccole crisi industriali del sud occorre una politica di sviluppo reale. Anche cancellando ILVA, il turismo a Taranto non nascera’ senza riconversione e senza investimenti.
Per fronteggiare il conglomerato francotedesco in arrivo occorrerebbe una leadership europeista che sappia offrirsi a Bruxelles come uno sbocco per sostenere un progetto di integrazione piu’ grande, capace di “diluire” le ambizioni francotedesche.
In entrambi i casi, ne’ M5S ne’ la Lega hanno i requisiti per fare queste cose. M5S non ha esperienza e tecnici, oltre ad un’ideologia pauperista, mentre nessuno dei due e’ abbastanza europeista da poter presentare una proposta alternativa di integrazione europea.
I detonatori ci sono tutti. E nessuno dei protagonisti sa come fermarli.
Capisco quindi perche’ i padroncini (americani) dei giornali come Il Fatto & co siano nervosi: se si tornasse a votare, Berlusconi difficilmente si presenterebbe ancora. Come investimento non rende. Siccome e’ improbabile che il PD possa farcela, rimarrebbero Salvini e Grillo. Entrambi arroccati su ideologie che non servono ne’ a fermare i detonatori del sud, ne’ a fermare quello mitteleuropeo.
La pressione perche’ il PD vada al governo vi e’ piu’ chiara, adesso?