Rimuovere un tumore polmonare con un robot: ecco il nuovo primato italiano
Perché togliere un tumore al polmone con un robot è un primato italiano
- di Andrea Centini
Grazie a DaVinci Xi, un avanzatissimo sistema da 2 milioni di euro, all’Ospedale Molinette di Torino è stata eseguita la prima lobectomia polmonare mininvasiva con l’ausilio di un robot.
Per la prima volta in Italia è stato rimosso un tumore polmonare attraverso un intervento chirurgico mininvasivo eseguito con un robot. Teatro della rivoluzionaria operazione il reparto di Chirurgia Toracica presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, guidato dal professor Alberto Oliaro.
L’equipe impegnata nell’intervento, composta dallo stesso Oliaro, dal professor Enrico Ruffini e dai dottori Francesco Guerrera e Paris Lyberis, ha utilizzato il sistema robotico DaVinci Xi dal costo di 2 milioni di euro, un’eccellenza tecnologica in ambito sanitario che, fra gli altri, permette interventi di precisione in urologia, ginecologia e chirurgia generale complessa, come quella che riguarda i pazienti affetti da grave obesità. Introdotto in Italia nel 2014, DaVinci Xi era stato utilizzato nello stesso nosocomio torinese per l’asportazione del timo a una paziente di 50 anni, colpita da una patologia neurologica.
Ma torniamo all’operazione polmonare. Oliaro e colleghi sono intervenuti su una paziente di 49 anni che oltre a soffrire di carcinoma al polmone sinistro è in lista d’attesa per un trapianto di rene, ed è sottoposta quotidianamente alla dialisi. “Tale comorbidità ha reso l’intervento più complicato dal punto di vista gestionale e logistico”, ha sottolineato il dottor Paris Lyberis. In supporto dei sanitari è arrivato proprio DaVinci Xi, che ha permesso la lobectomia polmonare – la rimozione della parte malata – praticando solo quattro piccole incisioni, con un diametro di circa un centimetro ciascuna. “Con le tecniche tradizionali avrebbe richiesto un taglio di circa dodici centimetri sul torace, e con un decorso post operatorio più lungo e doloroso”, ha aggiunto il medico dell’ospedale torinese. Basti pensare che in passato poteva essere necessaria persino la sezione parziale o totale dello sterno.
Il robot, una sorta di “ragno meccanico” con diverse braccia, oltre a garantire la massima precisione negli interventi, riduce il rischio di emorragie, evita lunghe degenze in ospedale e complicanze chirurgiche – su tutte il dolore post operatorio – e riduce al minimo l’impatto a livello estetico. “Usando la chirurgia robotica – ha indicato il dottor Lyberis – si riescono ad eseguire procedure delicate e complesse che, invece, potrebbero essere difficili, o addirittura impossibili, con l’applicazione di altri metodi”. La donna cui è stata praticata la lobectomia polmonare è in buone condizioni e presto sarà dimessa dall’ospedale.
Fonte: fanpage.it
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