Pedofilia, Hollywood e star system: tra lolite, pedosessualità e poliamore
Mondo distopico di Huxley: tra abolizione della famiglia e ipersessualizzazione infantile…
«La bimba si allontanò sgambettando fra i cespugli e fu persa di vista. “Deliziosa piccola creatura!” disse il Direttore, seguendola con gli occhi. Poi volgendosi agli studenti: “Ciò che sto per dirvi ora – avvertì – potrà sembrarvi incredibile […]”. Rivelò la stupefacente verità. Per lungo tempo prima dell’epoca del Nostro Ford, e anche per qualche generazione posteriore, i giochi erotici tra fanciulli erano stati considerati anormali (ci fu uno scoppio di risa); non soltanto anormali, ma persino immorali (no!); ed erano di conseguenza repressi».
Siamo nel romanzo distopico di Aldous Huxley Il mondo nuovo, pubblicato nel 1932: non esiste più la famiglia né qualunque rapporto di coppia e la riproduzione è disgiunta dall’atto sessuale ed effettuata, come diremmo oggi, in vitro,permettendo l’esistenza solo a individui sani che sono stati “forgiati” in embrione per far parte di differenti “caste”. Costoro crescono condizionati fin dalla più tenera età attraverso sofisticate tecniche diautentico lavaggio del cervello in modo da divenire dei perfetti “schiavi” della dittatura dolce immaginata da Huxley.
Gli abitanti del Mondo nuovo sono inoltre plagiati e svuotati da qualunque desiderio di ribellione in quanto prigionieri di una gabbia dorata le cui sbarre sono fatte di piacere. Le attività dilettevoli più elementari sono incessanti e la promiscuità sessuale è vista quasi come un dovere sociale a tutte le età: dai “giochi sessuali” dei preadolescenti al continuo scambio di partner fra adulti. Un rapporto affettivo stabile, infatti, dopo l’abolizione della famiglia – sul modello “comunitario” della Repubblica di Platone − sarebbe visto addirittura come un elemento socialmente pericoloso per il sistema.
Governo globale, droga, sesso, fecondazione artificiale, eliminazione della famiglia, ipersessualizzazione infantile, controllo demografico e annichilimento della persona nei suoi aspetti più profondi, rendono sorprendentemente attuale questo romanzo pubblicato per la prima volta nel 1932.
Pedosessualità e poliamore: se il controllo sociale avviene con l'amore libero
Oggi dobbiamo convenire sul fatto che si sta attuando su più piani quanto immaginato dal saggista e romanziere inglese: il potere incentiva il sesso libero e promiscuo disgiunto dal matrimonio (il poliamore) e con esso il superamento della famiglia tradizionale, ma soprattutto – elemento più drammatico − incentiva la pedosessualità e l’ipersessualizzazione infantile. Nel suo saggio critico Ritorno al mondo nuovo, scritto nel 1958, Huxley ritornerà su questo aspetto precisando:
«Primo scopo dei governanti è impedire ad ogni costo che i soggetti diano fastidio. Per far questo essi, fra le altre cose, legalizzano una certa misura di libertà sessuale (possibile dopo l’abolizione della famiglia) che in pratica salvaguardi tutti i cittadini del mondo nuovo da ogni forma di tensione emotiva (o creativa)».
La costante promozione della pedosessualità del romanzo rimanda infatti all’attuale ipersessualizzazione dell’infanzia, sponsorizzata soprattutto dallo “spettacolo”: sempre più film, serie TV, graphic novel e racconti hanno il sesso tra adolescenti o preadolescenti o tra bambini e adulti come tema centrale.
Film, serie tv, graphic novel: a Hollywood il mito delle lolite
L’industria dell’intrattenimento è infatti diventata una delle principali cause dell’ipersessualizzazione infantile dovuta a una martellante esposizione a stimoli di natura sessuale.
Anche il mondo della musica sembra essersi allineato a questa politica, sfornando “lolite” sempre più giovani e ammiccanti, come spiegavo dettagliatamente nel terzo volume de Le origini occulte della musica. Molte artiste nate nell’alveo Disney, sono state trasformate, nella fase ancora adolescenziale, in ragazzine sexy e sballate, offrendo quindi un modello discutibile ai loro piccoli fan, dal sesso libero (e liquido) all’abuso di droghe e alcol.
Dalla “palestra” del Mickey Mouse Club, per esempio, sono cresciuti Justin Timberlake, Keri Russell e Ryan Gosling, ma anche Britney Spears e Christina Aguilera. Anche altre star del calibro di Demi Lovato e Miley Cyrus sono salite alla ribalta grazie a serie prodotte dalla Disney.
…da minorenne vergine ad adolescente trasgressiva
I manager seguono ormai uno schema chiaro e in fondo ripetitivo: proporre una minorenne carina, incarnazione virginale della purezza, e trasformarla nel giro di un paio di anni in modo che gli adolescenti che crescono con lei vivano in apparenza quelle stesse “trasgressioni”, sottoposti a una tempesta ormonale tipica dell’età.
Insomma, si producono e si vendono dischi, film e serie TV vendendo sesso e perversioni. Non solo, perché si offre al pubblico di bambini e preadolescenti dei modelli di riferimento discutibili e trasgressivi da emulare. A ciò si aggiungono le campagne pubblicitarie di note riviste di moda che mettono in copertina bambine in pose maliziose o film e serie TV che strizzano l’occhio ad amori virtuali tra uomo/bambino.
Pedosessualità nel cinema: i film che hanno sfornato le "lolite"
Quest’ultima tendenza era stata inaugurata negli anni Novanta con il film di Neil Jordan Intervista col Vampiro (1994), tratto dall’omonimo romanzo di Anne Rice, dove lo spettatore era inconsciamente coinvolto nel rapporto ambiguo e morboso tra il vampiro Louis, interpretato da Brad Pitt e la deliziosa vampira bambina Claudia, interpretata da una giovanissima Kirsten Dunst (all’epoca aveva dodici anni).
Nello stesso anno, 1994, uscì nella sale un’altra pellicola destinata a suscitare polemiche, il film d’azione di Luc Besson Léon con Jean Reno e una giovanissima Natalie Portman alla sua prima esperienza. Il rapporto tra Léon e Mathilda è infatti ambiguo e per la parte Besson aveva inizialmente pensato a Liv Tyler, allora diciassettenne, ma la figlia del leader degli Aerosmith venne scartata perché giudicata troppo “vecchia”.
Due anni dopo Leon, nel 1996, esce nelle sale un altro film altrettanto ambiguo, Beautiful Girls diretto da Ted Demme: il pianista Timothy Hutton in crisi con la fidanzata e col lavoro torna nel suo paese natale e si innamora di una ragazzina, interpretata ancora una volta da Natalie Portman. Qua il rapporto tra i due è esplicito e meno velato che nella pellicola di Besson.
Successivamente la Portman ha rivelato che la sua partecipazione ai due film le fece ricevere richieste “sessualmente esplicite” , lettere dai fans pedofili che la vedevano come un oggetto del desiderio («Ero il sogno dei pedofili», ha raccontato Natalie in un’intervista a «Film and Music magazine») e che queste brutte esperienze l’hanno condizionata nelle sue successive scelte lavorative, tanto che in seguito per molto tempo si è rifiutata di girare scene di sesso.
All’attrice israeliana era stato anche offerto il ruolo di Lolita nel remake di Adrian Lyne del 1997 ma i genitori della ragazza rifiutarono e la scelta cadde su Dominique Swain, all’epoca quindicenne. Il regista di 9 settimane e 1/2 confezionò una pellicola ben più esplicita di quella di Kubrick, con il pedofilo Humbert straziato dalla passione per l’insopportabile e ingestibile ninfetta.
Le lolite nel cinema risalgono almeno agli anni ‘60: dall’adattamento di Lolita di Kubrick con Sue Lyon e James Mason a pellicole più o meno esplicite con fanciulle in fiore nel ruolo di oggetto del desiderio o persino di prostitute: Brooke Shields nel bordello di Pretty Baby e Jodie Foster baby prostituta salvata da Robert De Niro in Taxi Driver.
Il cinema hollywoodiano mostra una passione innegabile per le fanciulle in fiore che sta crescendo negli ultimi anni, spostandosi anche nelle serie TV. Una passione che spesso ha creato polemiche, con accuse più o meno esplicite di cattivo gusto o di incitazione alla pedofilia.
… Se i registi sono predatori sessuali
Registi, produttori, manager: sarebbero proprio costoro i maggiori predatori sessuali che abuserebbero persino dei ragazzini carpendo la fiducia dei loro genitori.
Numerosi fatti di cronaca hanno spinto la regista Amy Berg, già premio Oscar nel 2006 al miglior documentario, Deliver Us from Evil, dove denunciava gli abusi sessuali nella Santa Romana Chiesa, a realizzare un documentario An Open Secret, che analizza alcuni casi di abusi sessuali su minori all’interno dell’industria cinematograficahollywoodiana.
Dai pettegolezzi si è infatti passati alle testimonianze con i nomi degli accusati. Le accuse che negli ultimi anni si sono moltiplicate, sono state però oscurate dallo scandalo Weinstein e dintorni, spingendoci a chiederci se e quando Hollywood sarà pronta ad aprire il vaso di Pandora e cosa ci frena invece dal proteggere i più deboli tra le vittime di violenza: i bambini.
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di Enrica Perucchietti
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