Una faccenda della quale nessuno parla
DI CARLO BERTANI
carlobertani.blogspot.it
Già, tutti zitti, muti come pesci. Questa volta, mi tocca fare le congratulazioni (meritatissime) a Peter Gomez ed allo staff del Fatto Quotidianoper avere sollevato il problema e, soprattutto, per come lo hanno fatto. Hanno dimostrato (se vogliono) d’essere in grado di praticare, con mezzi moderni, il giornalismo d’investigazione – una pratica oramai relegata a pochi, veri dinosauri d’antan – mentre gli altri, la gran maggioranza, pratica quello più moderno, l’embedded.
Non sono stato tenero, in altre occasioni, con la redazione del Fatto Quotidiano – particolarmente sulla “pratica” redazionale di mandare in scena i “Sostenitori” sulla pagina on-line, senza verificare cosa avevano da dire, con quali fonti lo sostenevano e, non dimentichiamo, come lo raccontavano – ma quando c’è una buona pratica bisogna congratularsi, è d’obbligo, perché il vero giornalismo è fatto di stroncature, ma anche di complimenti.
Rapidamente: hanno chiamato un paio di giornalisti, li hanno muniti di tutto il necessario (credenziali, sito web, prodotti, ecc) e li hanno mandati in Parlamento a fare i lobbisti per una fantomatica azienda che voleva entrare nel mercato italiano con le sue sigarette elettroniche. Ovviamente, era tutto un falso. Qui l’articolo originale (1).
Naturalmente, appena odorato il profumo dei soldi, i nostri “rappresentanti” si sono buttati a pesce per garantire il successo dell’azienda, senza dimenticarsi d’informare qual era la prassi per by-passare la legge sul finanziamento ai partiti. C’è da meravigliarsi?
Fin qui l’iniziativa del giornale, ma il problema non è soltanto una faccenda di regolamentazione (che fa acqua da tutte le parti, e l’inchiesta lo ha dimostrato) ma di democrazia.
Vediamo un altro esempio, dal programma elettorale di +Europa (Bonino):
“Allo stesso tempo va rimosso il bando alla ricerca in campo aperto sulle biotecnologie agrarie.”
Tradotto per il volgo, significa +OGM.
Non c’è nulla di strano se una forza politica inserisce nel suo programma un punto nel quale afferma di desiderare più ricerca nel campo della sperimentazione in campo aperto degli OGM, a patto di scriverlo in modo che tutti capiscano – lo so, non è ostrogoto, ma vorrei sapere quanti italiani hanno veramente capito la portata di quel punto – e poi di sottoporsi al giudizio degli elettori.
Si potrebbe anche affermare che domani, quando un lobbista che vende OGM si presenterà in Parlamento, saprà a chi rivolgersi, ma non si può impedirlo: è molto diverso dal compra/vendi/dammi i soldi che ha evidenziato l’inchiesta del Fatto Quotidiano.
Ora, vi pregherei di dimenticare il giornale, gli OGM, la Bonino e tutto il resto per concentrarvi sulla domanda: è una pratica democratica, permettere che le aziende forniscano denaro ai politici in cambio di favori? E non dite che “tanto lo faceva già il Senato Romano”, perché c’è una differenza: i Latini non avevano il capitalismo e, dunque, nemmeno le aziende.
Sull’altro versante, non si può proibire il contatto fra il mondo industriale/commerciale con la classe politica, perché un politico deve sapere cosa “bolle in pentola” nel mondo della tecnologia e dell’impresa.
Ma giungere, come siamo giunti oggi, al punto che a Bruxelles sono iscritti nel registro dei lobbisti 25.000 lobbisti (altre fonti dicono 10.000, ma non è il numero che conta) – a parte chi dovrà poi fornire viaggi, arredamenti, puttane, barche da sogno, ecc – non vi sembra che dissertare di democrazia, a questi punti, sia solo un divertissement per filosofi falliti?
Eppure, se non vogliamo esplorare vie “nuove” come il dictator, oppure la democrazia “digitale”, una soluzione bisogna trovarla.
In realtà, la soluzione c’è ed è semplice.
Concediamo pure tutti i contatti che desiderano, però se un solo euro passa dalle mani di chicchessia ad un politico, si va in galera, con processo per direttissima. I 5 Stelle hanno dimostrato che gli stipendi dei parlamentari sono ampi e sufficienti per garantire la sopravvivenza di una forza politica: praticano un prelievo che finisce in un fondo di finanziamento per le imprese, tutti lo sanno.
Il vecchio PCI faceva qualcosa di analogo: prelevava una quota sugli stipendi per finanziare il partito.
Da quei tempi, sono stati aggiunti allo stipendio una quota per chi risiede lontano (che percepiscono anche i romani!) e la disponibilità di uno studio in appositi palazzi, che lo Stato affitta per loro: non si comprende di cosa, oltre a tutto ciò, abbiano bisogno.
La spesa per i soli stipendi dei parlamentari (sola Camera) ammonta, annualmente, a 784 milioni di euro (2): vogliamo dire che con la metà – visto che per il resto (viaggi, telefono, ecc) sono spesati – potrebbero autofinanziare la loro forza politica? Considerando anche il Senato, quasi 600 milioni non bastano?
Non pensate – oh, mio Dio! Con tutti i gravi problemi dell’immigrazione e della guerra imminente che ci stanno addosso… – questo viene a scrivere di “tagliare le unghie” ai parlamentari!
Se la pensate così, scusate, ma non avete capito nulla dell’articolo.
Se un lobbista propone delle finestre sghimbesce, ma lo propone al parlamentare con una robusta mazzetta, state certi che quelle finestre avranno diritto a delle detrazioni, se poi lasciano passare vento e tempesta…beh…io i soldi li ho presi!
In realtà, se hanno bisogno di così tanti soldi, significa che i voti li comprano attraverso le mafie e allora…tutto l’ambaradan della democrazia va a farsi benedire!
Volete un esempio?
Se abitate in luoghi dove nevica, avrete senz’altro notato gli spartineve passare con la lama anteriore alzata di una decina di centimetri. Perché? Poiché, se passano con la lama contro il fondo della strada la rovinano: per questa ragione, le lame degli spartineve sono dotate di una guarnizione di gomma dura. Già…ma la guarnizione si consuma…e costano circa 50 euro l’una…in più, per prendere l’appalto, siamo stati costretti ad “ungere” chi di dovere…la soluzione? Passate, così i cittadini ci vedono, ma…alzate la pala in modo che non tocchi terra, altrimenti siamo rovinati! Così, lasciano uno strato di qualche centimetro, che di notte gela: se siete finiti contro un palo – e dovete dare 5.000 euro al carrozziere – adesso conoscete la ragione di quei comportamenti assurdi.
Come in questi modesti esempi, si comportano per le grandi scelte strategiche: ci sarebbe convenuto – ma di molto! – comprare i Mig-29K per la nostra portaerei (modificando il ponte di volo) a 16 milioni di dollari il pezzo (come ha fatto l’India) piuttosto che aspettare l’F-35B, ad un costo di 122,8 l’uno! Quattro volte tanto per un solo aereo! Notate che il Mig-29K è stato modificato con avionica moderna! Ed armamento di prim’ordine…ma…qualcuno ha pagato di più, e allora…è la legge delle lobby, baby, su, non piangere…
L’India è veramente la più grande democrazia del mondo.
In democrazia, il parlamento deve decidere quali siano le migliori scelte per la nazione, ossia devono parlare, dimostrare, confrontarsi anche in modo acceso…ma…se lo fanno soltanto per meri motivi di cassa, quale garanzia abbiamo noi che le scelte operate siano le migliori?
Avanti così: ci rivediamo la prossima estate, con i parlamentari a zonzo per il Mediterraneo coi loro favolosi yachts – che i cantieri sfornano sulle banchine già iscritti alle Cayman, pronti per diventare tangenti – e finire sui rotocalchi “rosa”, con attrici al seguito e champagne a fiumi. Viva la democrazia!
Carlo Bertani
Fonte: http://carlobertani.blogspot.it
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