Challenge: ecco come gli adolescenti si massacrano per un like
26/02/2018
Challenge: massacrarsi per un like
- di Francesco Volpi
Adolescenti contagiati dalle “sfide social”. Ma di popolarità si può anche morire
L’ultima è tutta italiana: una breve rincorsa, incitazioni dei compagni di scuola assiepati in classe o nei corridoi e poi “bum!”, la testa si schianta contro una lavagna o un armadietto. Seguono ovazioni del pubblico. E’ l’ennesimo, assurdo, challenge ideato da adolescenti, filmato e poi pubblicato online. Un modo per celebrare la propria, autolesionistica, bravata e invitare altri giovani a fare lo stesso.
Lo show delle testate
La “moda” si è rapidamente diffusa in alcuni licei di Padova, tanto da essere raccontata, con toni giustamente scandalizzati, da alcuni giornali locali. Ma i piccoli “torelli”, molti dei quali minorenni, se ne sono fatti una ragione. Alla fine hanno, persino, eletto il vincitore della tenzone, dedicandogli tanto di video celebrativo. “È stato bellissimo – recita il post che accompagna il clip -. Ci siamo divertiti e grazie a te abbiamo creato un mito. Ma è tempo di andare avanti, nuovi meme e nuove leggende entreranno nella storia di Padova_schools (ed anche perché vogliamo evitare conseguenze legali ). Ma tu rimarrai sempre nei nostri cuori, tu che grazie solo alla tua testa hai compiuto delle tanto mirabili imprese. Grazie”. Spaccarsi la testa su un distributore di merendine è diventato, insomma, più meritevole di ammirazione di un buon voto a scuola o del consiglio dato a un amico? Non per tutti, fortunatamente. “Sono rimasto scandalizzato – ha commentato un 15enne vedendo il video – oltre a rischiare di farsi male hanno anche danneggiato armadietti e distributori”.
Like e veleno
Ma per alcuni (forse la maggioranza) teenager ancora dotati di sale in zucca tanti ce ne sono che non riescono a resistere a quel mix di esibizionismo e incoscienza rappresentato dai challenge, sintomo di una gioventù drogata dalla tv e dal web spazzatura, disposta a farsi del male pur di guadagnarsi pochi minuti di celebrità sui social media. Volete un altro esempio? Una delle ultime “sfide” lanciate online negli Stati Uniti si chiama Tide Pods Challenge e consiste nel ficcarsi in bocca e masticare pastiglie di detersivo per lavatrice. L’assurdità della cosa aveva fatto pensare in un primo momento a un fake. Invece no: è tutto vero. L’obiettivo è provocare la fuoriuscita di sapone ma i più incoscienti si spingono oltre, inghiottendo il prodotto chimico. Il bilancio, sinora, è di almeno 37 ragazzi intossicati. Già, perché le pastiglie per lavatrice non sono caramelle: contengono eccipienti velenosi e possono provocare, ha spiegato la Consumer Product Safety Commission, vomito, irritazioni, perdita di conoscenza, convulsioni, coma e ulcere allo stomaco. Ma per quanti si sono cimentati in questa follia, evidentemente, “un like val bene una lavanda gastrica”.
Autolesionismo
La lista prosegue con l’Eraser Challenge. In questo caso la sfida consiste nello strofinare con forza una gomma da cancellare su una parte del corpo sino a provocarsi delle abrasioni. Fenomeno, questo, più vicino a quello dell’autolesionismo vero e proprio. Tant’è che secondo gli psicologi Usa “più che una sfida tra ragazzini che si ritengono coraggiosi e duri, chi si sottopone a questa tortura denota soprattutto una forte depressione, mal di vita esistenziale“. Simile è il Salt and Ice Challenge che si pratica cospargendo un lembo di pelle col sale e ricoprire il tutto col ghiaccio. Una prova di resistenza che causa bruciature. Bisogna poi ricordare un challenge atipico di quale anno fa: il “Knockout game“. Si caratterizzava per essere eterodiretto, nel senso che a subirne le conseguenze non era chi lo metteva in pratica ma persone estranee, fermate in strada con la scusa di chiedere informazioni e poi atterrate con un pugno al volto. Il tutto, anche in questo caso, ripreso e postato sul web.
Dati allarmanti
Senza dimenticare i “selfie estremi“, che continuano a essere i più popolari. Secondo l’Osservatorio Nazionale dell’Adolescenzaun teenager su 10 ha messo a repentaglio la propria vita per un autoscatto, mentre il 12%è stato sfidato a farlo. L’intero fenomeno dei challenge, ovviamente, è allarmante. Lo ha detto a chiare lettere, in un recente articolo, la dott.sa Maura Manca, psicologa e presidente dell’Osservatorio, in un recente articolo comparso su AdoleScienza: “La continua diffusione di queste Challenge è molto preoccupante, perché l’influenza del web rischia di esasperare questi comportamenti, di stimolare le menti distorte dei ragazzi e portarli a ricercare e a mettere in atto comportamenti sempre più al limite. Agiscono in preda all’adrenalina del gioco e del momento, si divertono e lo fanno anche per emulazione, per non essere tagliati fuori, senza considerare i rischi per la salute”. E’ fondamentale, ha proseguito, “che, attraverso la guida e il sostegno degli adulti, i ragazzi imparino a sviluppare un senso critico adeguato, che li possa tutelare maggiormente e possa renderli consapevoli delle conseguenze di certe azioni pericolose“.
Fonte: In Terris
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