2018
L'Italia con la pancia piena e quella con la pancia vuotaMarco Cedolin
Mai come nel corso di questa campagna elettorale, dove latita ogni embrione di programma (tanto decide l'Europa) e ci si scontra con furia bellina sulle singole questioni, lasciando troppo spesso spazio ai proclami roboanti e alle facili promesse che inevitabilmente tali rimarranno negli anni a venire a prescindere da quale sarà l'esito delle urne, l'Italia si scopre divisa, preda di una dicotomia che di fatto la lacera profondamente e scava un solco profondo fra due Paesi contrapposti fra loro, sempre più distanti e sempre più differenti l'uno dall'altro.....
Nonostante la politica ed i media tentino di far credere il contrario, la differenza non è fra destra e sinistra, fra razzisti ed anti razzisti, fra europeisti ed anti europeisti, fra giustizialisti e garantisti e via discorrendo. L'unica vera differenza, molto più semplicemente e assai poco ideologicamente separa chi ha la pancia piena da chi invece c'è l'ha sempre più vuota ed è drammaticamente preoccupato da questa sua condizione.
I primi lottano per l'antifascismo (in un paese dove il fascismo non esiste più da 70 anni), per sostenere l'immigrazione voluta dalle politiche mondialiste, per più Europa e meno stati, per la pregnante chimera di quei diritti civili che prescindono sempre dal diritto di vivere in un paese dove tu possa avere un reddito e costruirti una famiglia.
I secondi nutrono il convincimento che il fascismo a 70 anni dalla sua caduta non sia uno dei problemi dell'Italia, contestano l'immigrazione selvaggia foriera di dimostrare ing sociale e criminalità ancora più selvaggia, non credono più nell'euro e nell'Europa che hanno portato solo miseria e povertà. Chiedono un paese diverso che guardi agli ospedali invece che alle banche, che permetta agli italiani di avere un reddito dignitoso con il quale campare la famiglia, dove sia possibile vivere e non soltanto sopravvivere.
In fondo scegliere chi o cosa votare non è mai stato facile come questa volta, al punto che penso tornerò a votare perfino io che disertavo le urne da tempo immemorabile, basta prendere coscienza della propria pancia ed il gioco è fatto.
2018 L'Italia con la pancia piena e quella con la pancia vuotaMarco Cedolin
Mai come nel corso di questa campagna elettorale, dove latita ogni embrione di programma (tanto decide l'Europa) e ci si scontra con furia bellina sulle singole questioni, lasciando troppo spesso spazio ai proclami roboanti e alle facili promesse che inevitabilmente tali rimarranno negli anni a venire a prescindere da quale sarà l'esito delle urne, l'Italia si scopre divisa, preda di una dicotomia che di fatto la lacera profondamente e scava un solco profondo fra due Paesi contrapposti fra loro, sempre più distanti e sempre più differenti l'uno dall'altro.....
Nonostante la politica ed i media tentino di far credere il contrario, la differenza non è fra destra e sinistra, fra razzisti ed anti razzisti, fra europeisti ed anti europeisti, fra giustizialisti e garantisti e via discorrendo. L'unica vera differenza, molto più semplicemente e assai poco ideologicamente separa chi ha la pancia piena da chi invece c'è l'ha sempre più vuota ed è drammaticamente preoccupato da questa sua condizione.
I primi lottano per l'antifascismo (in un paese dove il fascismo non esiste più da 70 anni), per sostenere l'immigrazione voluta dalle politiche mondialiste, per più Europa e meno stati, per la pregnante chimera di quei diritti civili che prescindono sempre dal diritto di vivere in un paese dove tu possa avere un reddito e costruirti una famiglia.
I secondi nutrono il convincimento che il fascismo a 70 anni dalla sua caduta non sia uno dei problemi dell'Italia, contestano l'immigrazione selvaggia foriera di dimostrare ing sociale e criminalità ancora più selvaggia, non credono più nell'euro e nell'Europa che hanno portato solo miseria e povertà. Chiedono un paese diverso che guardi agli ospedali invece che alle banche, che permetta agli italiani di avere un reddito dignitoso con il quale campare la famiglia, dove sia possibile vivere e non soltanto sopravvivere.
In fondo scegliere chi o cosa votare non è mai stato facile come questa volta, al punto che penso tornerò a votare perfino io che disertavo le urne da tempo immemorabile, basta prendere coscienza della propria pancia ed il gioco è fatto.
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