Zerohedge informa sui preoccupanti sviluppi del fenomeno Bitcoin negli Stati Uniti: la febbre dell’oro virtuale ha ormai raggiunto la soglia maniacale caratteristica delle bolle speculative, e comuni risparmiatori arrivano a ipotecare la casa per comprare criptovalute. Tra i mille interrogativi che pone una moneta avulsa da qualsiasi controllo statale, ora vi è anche capire quali potrebbero essere le conseguenze, e a chi gioverebbe una bolla speculativa di simili dimensioni, proprio adesso che si delineano tutti i segnali di un ulteriore prossimo crollo finanziario globale.




di Tyler Durden, 11 dicembre 2017


Mentre il mondo degli investimenti continua a discutere se i Bitcoin siano un’accettabile riserva di valore o nient’altro che un’enorme bolla, seconda soltanto alla bolla olandese dei tulipani del 1600, nuove informazioni rivelate dal Presidente del North American Securities Administrators Association tenderebbero a dare credito a quest’ultima ipotesi.

Joseph Borg, direttore della Alabama Securities Commission, ha affermato che il Bitcoin è chiaramente entrato nella sua “fase di bolla”: ci sono persone che ora sottoscrivono prestiti al consumo con ipoteca e anticipi in contanti sulle carte di credito per acquistare la valuta digitale, nella speranza di arricchirsi velocemente.
“Abbiamo visto mutui contratti per comprare bitcoin… Le persone usano carte di credito, ipoteche sulla casa”, ha detto Borg, presidente della North American Securities Administrators Association, un’organizzazione di volontariato rivolta alla protezione degli investitori. Borg è anche direttore della Alabama Securities Commission.
“Questo non è un tipo di investimento che dovrebbe interessare qualcuno che guadagna 100.000 dollari all’anno, ha un mutuo e due figli al college”.
“Una volta arrivati su questa curva speculativa, prima o poi si giunge ad uno stallo. Le criptovalute sono un fatto acquisito, la Blockchain è un fenomeno destinato a durare nel tempo. Che sia Bitcoin o altro, non lo so” dice Borg in un’intervista a “Power Lunch”.

Di certo c’è che, come abbiamo registrato alcuni mesi fa, Jamie Dimon di JP Morgan è stato tra i critici più espliciti del Bitcoin, e ha spesso espresso il suo scetticismo sul fatto che i governi internazionali possano permettere la sua sopravvivenza in modo significativo dopo che qualcuno inevitabilmente “ci resterà secco”…”
Parlando alla CNBC nel corso della giornata, Dimon ha dichiarato di essere scettico sul fatto che i governi permetteranno che una moneta possa esistere senza una supervisione statale: “Qualcuno si farà del male e a quel punto il governo interverrà”, ha dichiarato. “Si è appena visto in Cina, i governi preferiscono controllare il loro denaro.”
“Stiamo sprecando tempo con Bitcoin! La moneta virtuale, se si chiama Bitcoin e non dollaro USA, verrà eliminata”, ha affermato Dimon. “Nessun governo sosterrà mai una valuta virtuale che supera i confini e non è sottoposta agli stessi controlli. Non succederà.”
“Blockchain è come qualsiasi altra tecnologia. Se è più economica, efficace, funzionale e sicura, allora potrà servire. La tecnologia verrà utilizzata e potrebbe esserlo per le transazioni in valuta, ma saranno dollari, non Bitcoin”.

…forse gli americani stanno facendo leva sul loro più grande asset nel bel mezzo di un’altra bolla immobiliare, solo per voltarsi indietro e acquistare quello che potrebbe benissimo diventare una bolla ancora più grande, sono queste le persone a cui Dimon si riferiva