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giovedì 28 dicembre 2017




Batteri resistenti … dalla natura la soluzione
Il mondo sanitario è nel panico più totale: un gravissimo problema si sta facendo sempre più presente e pressante.
Non mi riferisco al virus del morbillo che può preoccupare solo un povero cervello eterodiretto di un ministro della salute, messo al ministero dai poteri forti, ma della resistenza agli antibiotici.
Tale resistenza «è salita a livelli pericolosamente elevati in tutte le parti del mondo e minaccia la nostra capacità di trattare comuni malattie infettive». Questa pesante denuncia è stata lanciata in occasione della Settimana mondiale di sensibilizzazione agli antibiotici dalla FAO, l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (OIE) e l’OMS.
Secondo il dottor Lance B. Prince, Direttore del Center for microbiotics and Human Health – Scientific American si tratta di un circolo vizioso pericolosissimo che «ci riporta quasi allo scenario che avevamo 100 anni fa… siamo all’inizio di una vera e propria epidemia».
Qual è la conseguenza? Un numero crescente di infezioni, come la polmonite, la tubercolosi, la gonorrea e la salmonellosi, stanno divenendo più difficili da trattare, poiché gli antibiotici usati per trattarli diventano sempre meno efficaci.
Stiamo parlando di oltre 25.000 decessi all’anno soltanto in Europa.
Secondo i dati AIFA l’Italia è al terzo posto in Europa per consumo di antibiotici, dopo Grecia e Cipro. Ecco qua il vero problema: l’uso sconsiderato di antibiotici.
Attenzione che non si sta puntando il dito solo all’uso incosciente di questi farmaci nel campo umano, perché secondo l’OMS gli eccessi in veterinaria rasentano la follia e sarebbero il primo tassello da sistemare.
Oltre il 50% degli antibiotici in Europa vengono somministrati negli animali da allevamento, quindi nella carne da macello.
Attualmente il modello produttivo alimentare umano è composto da: 1 miliardo e mezzo di bovini, 1 miliardo di suini, 1 miliardo e 700 milioni di ovini e caprini, 52 miliardi di avicoli (polli, ecc.) e 900 milioni di conigli. Incalcolabile è il numero di animali acquatici.
Un simile modello produttivo non può e non potrà mai essere compatibile con la sicurezza alimentare.
Se non cambiamo stile di vita, alimentazione e per ovvi motivi le tecniche di produzione, non si potranno prevenire le contaminazioni del suolo e delle acque, del mondo vegetale e quindi del mondo intero.
«L’uso di antibiotici nell’alimentazione degli animali a scopo terapeutico, preventivo o per stimolare la crescita (vietato dal 2006) facilita la selezione di batteri resistenti e di geni di resistenza che entrano nella catena alimentare». Dare antibiotici come caramelle agli animali da allevamento, è un boomerang che torna indietro sotto forma di resistenza a questi farmaci.
Quale è il motivo per cui si utilizzano queste sostanze nel mondo animale? Ovviamente dipende dalle condizioni disumane con cui questi vengono imprigionati negli allevamenti intensivi. Sovrannumero, condizioni igieniche da film horror, alimentazione innaturale, ecc. sono tutte condizioni che necessitano di una copertura antibiotica altrimenti la moria delle bestie sarebbe quotidiana.
Un esempio per tutti il virus H1N1. Si tratta di un vero e proprio puzzle impazzito di ben 4 virus (uno umano, uno aviario e due suini) ritrovati ai confini fra Messico e Stati Uniti in maiali da allevamento le cui condizioni erano a dir poco oscene. Una simile e spaventosa concentrazione di suini si è trasformata in una infernale “culla di virus” che offre loro la possibilità di moltiplicarsi, diffondersi e mutarsi.
La colpa di chi è: dei poveri animali imprigionati in lager per tutta la loro magra esistenza o dell’uomo che li disumanizza e dei consumatori che se ne cibano?
La resistenza è sempre esistitaCome l’uomo impara studiando e leggendo libri, ma soprattutto impara dall’esperienza diretta, così i batteri apprendono e comunicano tra loro le scoperte e le informazioni tra cui la AMR l’antibiotico resistenza.
E questo da sempre. Esami del DNA di organismi conservati perfettamente nei ghiacciai del nord del Canada per quasi 30.000 anni hanno dimostrato che già all’epoca vi erano i geni in grado di codificare l’AMR.
Il motivo ce lo spiega il prof. Ernesto Burgio, Direttore scientifico di ISDE: «In pratica il trasferimento genico orizzontale (HGT), rappresenta lo strumento di trasmissione di informazione genica e quindi adattativa e pro-evolutiva più efficiente messo in atto dai batteri da miliardi di anni. Lo stress ambientale e la diffusione di sostanze battericide in particolare, lo potenzia drammaticamente».
Quindi i batteri si passano tra loro le informazioni tra cui la resistenza e la virulenza.
Il risultato è presto detto: più l’uomo scarica in natura pesticidi, tossine, metalli e antibiotici e più la flora, i batteri e i microrganismi muteranno adattandosi al nuovo terreno e rinforzandosi a vicenda. Chi ci rimette come sempre è l’uomo.
La Natura ci viene in aiutoIl dottor José Graziano da Silva, Direttore Generale della FAO dice che «l’uso eccessivo di antimicrobici ne compromette l’efficacia e dobbiamo ridurne l’uso improprio nei sistemi alimentari. I medicinali veterinari antimicrobici sono uno strumento cruciale per la salute e il benessere degli animali e la produzione di alimenti sicuri, ma non sono affatto l’unico strumento che abbiamo a disposizione».
Ha ragione il dottor da Silva perché per nostra fortuna in natura esistono gli oli essenziali: prodotti che non hanno nulla da invidiare ai farmaci più potenti.
Gli oli essenziali con spiccate caratteristiche antibiotiche sono praticamente tutti o quasi, ma ve ne sono di specifici e potentissimi. Perfino il delicatissimo olio di Ylang-Ylang, il quale sembra solo un profumo, ha in realtà un potere antisettico più del fenolo, ma non viene usato perché è un ipotensivo che abbassa la pressione arteriosa.
Antibiotici naturaliParlare delle caratteristiche miracolose degli oli necessiterebbe una enciclopedia, ma in questa sede ci occupiamo solo delle più potenti essenze nell’ambito batterico e virale.
Tra i più potenti ricordiamo: timo, santoreggia, cannella, origano, limone, camomilla blu.
Limone: secondo studi effettuati da Morel Rochaix l’olio essenziale e i vapori di limone sono in grado di neutralizzare il meningococco in soli 15 minuti, quelli del tifo in 30 e lo stafilococco in circa 2 ore. Per il pericolosissimo streptococco emolitico servono dalle 3 alle 14 ore, la difterite invece in soli 20 minuti viene completamente distrutta. Sterilizza il bacillo della tubercolosi nella dose dello 0,2%. Questo solo l’olio essenziale di limone, per cui se calcoliamo che i vari oli si potenziano sinergicamente e magicamente tra loro…
Origano compatto: non esiste un olio antibatterico come quello dell’origano compatto. Utilissimo per combattere le malattie infettive contratte nell’ambiente più pericoloso che esista al mondo: l’ospedale. Malattie proprio causate dalle resistenze batteriche. E’ infatti un antinfettivo molto efficace e viene utilizzato con successo nelle malattie respiratorie, intestinali, urinarie e genitali. Antivirale, elimina i virus soprattutto della famiglia degli herpes, della mononucleosi (EBV), dell’influenza ed è immunostimolante.
Timo: è un olio antinfettivo la cui azione ha dell’incredibile. Si può usare per tutte le malattie infettive respiratorie, urinarie, ginecologiche, cutanee, ecc.
Numerosi studi dimostrano che la soluzione acquosa al 5% uccide in 2 minuti il bacillo del tifo e il bacillo di Shiga (agente della dissenteria). Uccide in 2-8 minuti il colibacillo, in 4 minuti lo streptococco e il bacillo difterico, lo stafilococco in 4-8 minuti, il bacillo di Koch della tubercolosi in 30-60 minuti.
Cadeac e Meunier studiarono l’essenza di timo nel 1889 sui bacilli del tifo e del cimurro. Morel e Rochaix nel 1921-1922 sul meningococco, il bacillo d’Eberth, il bacillo difterico, lo stafilococco. Courmont, Morel e Bay sul bacillo della tubercolosi. L’essenza del timo è molto più antisettica del fenolo, dell’acqua ossigenata e del permanganato di potassio.
Santoreggia montana: al pari dell’origano e del timo la santoreggia è un importante anti-infettivo in grado di combattere efficacemente le affezioni respiratorie, ginecologiche e intestinali.
Nel 1964 J. Pellecuer ha pubblicato un interessante studio sull’azione antibatterica e antimicotica dell’essenza di santoreggia, paragonata alla stessa famiglia (timo, rosmarino, lavanda) e ha dimostrato la netta superiorità rispetto ai ceppi: stafilococco (10 varietà), altri 14 germi e 11 funghi (varie candide). La santoreggia agisce in concentrazioni da 2 a 20 volte minori delle altre. Solo il timo ha dato risultati superiori.
Cannella di Ceylon: antisettico molto potente, è in grado di uccidere il bacillo del tifo nella dose del 3 per mille. Secondo Chamberland nel 1887 tre erano le essenze che avevano «il più grande potere antisettico, sia che agiscano per i loro vapori che in soluzione, e sono quelle della cannella di Ceylon, della cannella della Cina e dell’origano». Non a caso una volta era abitudine portarsi appresso delle piccole scatole piene di aromi, tra cui la cannella, per preservarsi dalle malattie contagiose e infettive.
Recenti studi hanno confermato le scoperte di Chamberland: l’essenza di cannella per esempio è in grado di uccidere il bacillo del tifo alla sola diluizione del 3,3 per mille.
Nei secoli scorsi la cannella, come i chiodi di garofano, costituivano una preziosa rarità.
Eugenia: anche la pianta dell’eugenia (chiodi di garofano) dovrebbe essere presente in ogni abitazione perché il suo olio è antiputrefattivo, antiparassitario, antisettico e un antibatterico formidabile. Per uso odontoiatrico è a dir poco miracoloso: mal di denti, carie, ascessi, ecc.
Un’emulsione al solo 1% di chiodi di garofano ha un potere antisettico superiore di circa 3-4 volte a quello già potente del fenolo.
E’ così efficace che il dottor W.A. Briggs utilizzava una settantina di anni fa le proprietà antisettiche dell’essenza di eugenia per la disinfezione delle mani dei chirurghi, degli ostetrici, degli infermieri e anche quella dei campi operatori.
Non a caso per molto tempo la spezia di eugenia è stata la più costosa proprio perché considerata una vera e propria panacea universale.
Ravintsara: chiudiamo questa miserrima e assolutamente incompleta elencazione degli oli con il Cinnamomum camphora, il cui nome Ravintsara significa “foglia tuttofare” o “albero dalle buone foglie“.
Si tratta di un potentissimo antivirale, soprattutto per le vie respiratorie (bronchi, polmoni…), è notevole contro tutta la famiglia degli herpes quindi anche contro il tristemente noto EBV, Virus Epstein-Barr. E’ il più efficace antivirale e indubbiamente il più sicuro, inoltre è un notevole antinfettivo con un’efficace azione antibiotica. Da non confondere con l’olio di ravensara.
ConclusioneIl corpo umano è costituito da un numero di batteri superiore almeno dieci volte a quello delle cellule. La scienza ufficiale inizia fortunatamente a prendere in seria considerazione e a studiare attentamente il cosiddetto “microbiota”, cioè l’insieme di tutti quei microrganismi (batteri, microbi, funghi, miceti e virus) che vivono con noi, fuori di noi e dentro di noi da sempre e sono qui da molto prima che l’uomo facesse la sua apparizione sul pianeta terra.
Per intenderci il microbiota rappresenta la “flora” e “fauna” microbica, cioè la barriera e il nostro sistema immunitario primario.
Stiamo parlando dell’organo più grande del corpo umano con un peso di circa 1,5 kg.
Quello che sta accadendo nel mondo e cioè la resistenza batterica ai farmaci costringe l’uomo ad un grande cambiamento medico-culturale e di coscienza.
E la cosa incredibile è che questi esseri infinitesimali ci stanno indicando anche la strada…
Va rivisto completamente l’uso e il consumo di farmaci, soprattutto degli antibiotici che andrebbero prescritti solo in caso di rischio di morte e non come avviene oggi da personale incosciente e ignorante che li usa per problemi virali (che non servono a nulla perché distruggono solo i batteri) o addirittura in via preventiva (raffreddori e influenze).
Rivedere completamente anche il nostro stile di vita è fondamentale, in particolare quello alimentare, perché gli allevamenti intensivi sono la culla dove crescono i batteri e la loro resistenza, oltre ad essere culla della sofferenza animale per eccellenza. Quindi se continuiamo ad alimentarci in maniera innaturale stiamo partecipando attivamente alla crescita batterica e al ritorno di quelle malattie incurabili con gli attuali farmaci. Per fortuna, come detto, la natura ci viene in aiuto.
A tal proposito va infine ricordato che il potere antisettico delle essenze è tanto più prezioso in quanto l’aggressione verso i germi microbici si associa a una perfetta innocuità verso i tessuti. Gli oli essenziali infatti non rovinano il microbiota anzi, nel ridurre i batteri patogeni, lasciano per così dire “più spazio” ai commensali utili alla vita e alla salute.
Ringrazio la d.ssa Concetta Digiacomo per le informazioni sull’antibiotico resistenza e la ricercatrice Cristina Fabbris che sapientemente usa gli oli con successo e amore da oltre trent’anni.

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