Dal 1980 ad oggi l’ 1% più ricco del mondo ha aumentato la propria ricchezza tanto-quanto la metà del mondo dei più poveri.
Un rapporto ha rivelato che, negli ultimi 35 anni, chi detiene l’1% della ricchezza globale si è arricchito tanto quanto la metà più povera del mondo.
Questo Rapporto Mondiale sulla Disuguaglianza spiega in dettaglio il divario crescente tra ricchi e poveri.
I ricercatori ritengono che le politiche portate avanti dalla UE siano più utili per ridurre la disuguaglianza e la povertà globale.
Secondo il rapporto negli ultimi 35 anni, l’elite composta dal 1% ha aumentato la propria ricchuezza tanto-quanto la metà del mondo composta dai più poveri.
Nella Foto : Jeff Bezos, oggi la persona più ricca del mondo con $98.6 miliardi di dollari.
PERCHE’ LA DISUGUAGLIANZA E’ TANTO ALTA?
Negli anni ’80, l’elite composta dall’ 1% si prendeva quasi il 10% della crescita del reddito sia negli Stati Uniti che in Europa Occidentale.
Nel 2016 si era arrivati al 12% in Europa occidentale, ma è più che raddoppiato (20%) negli Stati Uniti.
I ricercatori hanno detto che quersta impennata della disuguaglianza negli USA è dovuta alle “enormi disuguaglianze nell’istreuzione” ed ad un sistema fiscale che diventa sempre meno progressivo.
In Europa occidentale la progressività delle imposte è stata minore che negli USA e le politiche in materia di retribuzioni e della istruzione sono state più favorevoli per i ceti con redditi bassi e medi.
Il World Inequality Report si è basato sul lavoro di un team di oltre cento ricercatori provenienti da più di 70 paesi, includeva il più illustre degli economisti francesi Thomas Piketty e si è avvalso di un enorme data-base per combinare statistiche economiche e risultati di sondaggi effettuati in tutto il mondo. Hanno scoperto che una rapida crescita in alcuni paesi in via di sviluppo – come Cina e India – ha fatto sì che, in questi ultimi decenni, la metà più povera della popolazione mondiale abbia visto aumentare significativamente il proprio reddito.
Ma nel frattempo la classe media è stata schiacciata.
“Negli ultimi decenni, la disuguaglianza del reddito è aumentata in quasi tutti iu paesi, ma a velocità diverse, il che fa pensare che le istituzioni e le politiche messe in atto siano state importanti nel plasmare queste disuguaglianze” hanno affermato i ricercatori.
Hanno verificato che liberalizzazioni del mercato e privatizzazioni hanno portato a un aumento delle disuguaglianze in Russia, Cina e in India, ma a ritmi diversi a seconda della velocità con cui si sono sviluppate le singole economie in ogni paese.
Nelle foto Warren Buffet (sin.) e Bill Gates (dx) attualmente il numero due e tre nella lista degli uomini più ricchi.
Ma hanno anche trovato che “la differenza nei livelli di disuguaglianza tra l’Europa Occidentale e USA è arrivata a livelli particolarmente estremi, infatti negli anni ’80 le disuguaglianze erano piuttosto simini, mentre la situazione è radicalmente diversa”.
Come dicevamo negli anni ’80 l’1% dei più ricchi si arricchiva accaparrandosi quasi il 10 per cento del reddito prodotto in entrambe queste aree, ma nel 2016 si è arrivati al 12% in Europa Occidentale ed è più che raddoppiato ( 20%) negli Stati Uniti.
Uno sguardo al Futuro
Il team di studiosi ha guardato al futuro ed ha immaginato vari scenari strategici.
Se il mondo dovesse seguire la politica come si è sviluppata negli USA, l’1% vedrà crescere la sua quota di reddito globale da poco più del 20% nel 2016 al 28% entro il 2050 e, di conseguenza, il 50 % dei più poveri vedrebbe la sua quota scivolare da poco meno di un decimo del reddito globale a circa il 7%.
Quindi anche se con questa politica la divergenza diventa meno drammatica, la disuguaglianza continua comunque a crescere.
“In alternativa, se nei prossimi decenni tutti i paesi seguiranno una traiettoria più moderata di disuguaglianze – come quella messa in atto in Europa negli ultimi decenni – la disuguaglianza di reddito globale può ridursi, nel qual caso potrebbero anche esserci progressi sostanziali nella riduzione della povertà globale” hanno detto gli esperti.
Secondo il rapporto il reddito medio annuo per adulto percepito dal 50% della popolazione mondiale passerebbe da 3.100 euro nel 2016 a 4.500 euro nel 2050 seguendo la politica economica USA.
Ma seguendo la politica della UE si arriverebbe a un importo quasi triplo: 9.100 euro.
I ricercatori hanno detto: “L’elite dell’1% (circa 7 milioni di persone) negli anni ’80 guadagnava, rispetto alla crescita mondiale, quanto guadagnava tutta la metà più povera della popolazione adulta mondiale.”
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GLI UOMINI PIU’ RICCHI DEL MONDO
Nome
Valore ( in miliardi )
Jeff Bezos
£73.4 billion/$98.6 billion
Bill Gates
£67.5 billion/$90.7 billion
Warren Buffet
£63.2 billion/$84.9 billion
Amancia Ortega
£58.8 billion/$79.0 billion
Mark Zuckerberg
£54.7 billion/$73.5 billion
Carlos Slim Helu
£46.5 billion/$62.4 billion
Bernard Arnault
£46.1 billion/$61.9 billion
Larry Ellison
£41.2 billion/$55.3 billion
Larry Page
£38.9 billion/$52.3 billion
Sergey Brin
£338 billion/$51.0 billion
I ricercatori hanno consigliato di prevedere un aumento della progressività nei sistemi fiscali, cosa che contribuirebbe a ridurre anche gli incentivi per aggressivi accumuli di ricchezza ed hanno anche sollecitato la creazione di un registro globale delle proprietà delle attività finanziarie, in modo da “poter infliggere forti colpi all’evasione fiscale, al riciclaggio di denaro e all’aumento delle disuguaglianze”.
Nel 2016 è stato rilevato che la quota di reddito nazionale totale percepito dal 10 % della popolazione più ricca in Europa arrivava al 37%, mentre in Cina arrivava al 41 %, in Russia al 46%, in USA e Canada al 47 % e aarivava al 55% nell’Africa sub-sahariana, in Brasile e in India. In Medio Oriente, la regione più squilibrata del mondo secondo le stime, il 10% della popolazione catturava oltre il 61% del reddito nazionale. Inoltre i ricercatori hanno affermato che la ricchezza nascosta nei paradisi fiscali è aumentata considerevolmente dagli anni ’70 ed ora rappresenta circa il 10% della produzione economica globale.
Gli autori del rapporto hanno riconosciuto che la disuguaglianza economica è, in certa misura inevitabile, ma avvertono “che se l’aumento delle disuguaglianze non viene adeguatamente monitorato e affrontato, può generare vari tipi di catastrofi politiche, economiche e sociali”.
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario
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