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venerdì 15 dicembre 2017

La Liguria del cemento, c’era una volta la vista mare


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Liguria, terra di mare, di montagne e di turismo ma anche un territorio che negli anni è stato divorato da colate di cemento, frutto di politiche criminali.

Liguria, su 345 km di costa ne sono scomparsi 220

In Liguria il 63,8% della costa è occupata dal cemento. La media italiana è del 51%. In totale sono 220 i chilometri di linea costiera consumata su un totale di 345. Peggio delle Liguria ha fatto solo la Calabria, con il 65%.
È questa la drammatica fotografia scattata da Legambiente e raccontata nel libro “Vista mare. La trasformazione del paesaggi italiani costieri“, di Edizioni Ambiente. Lo studio è un confronto tra le coste, realizzato attraverso una sovrapposizione di foto satellitari dal 1988 al 2012.

Negli ultimi 20 anni cancellati 4 chilometri di costa

Se vengono sovrapposte le foto satellitari della Liguria del 1988 a quelle del 2012 vediamo che in questo periodo di tempo sono stati sfregiati altri 4mila metri di paesaggi costieri naturali in gran parte a favore di nuove seconde case, ville e palazzi, per l’espansione di alcuni agglomerati che si susseguono lungo la costa e per attività turistiche e portuali. Con buona pace del turismo.
“Pochi”, il grosso della cementificazione era già avvenuto prima dell’entrata in vigore della legge Galasso. Normativa che avrebbe dovuto difendere dal cemento i territori costieri fino a 300 metri dal mare e introdurre i Piani paesaggistici regionali.
Ventiquattro anni dopo, l’Italia, invece, si ritrova con altri 302 chilometri di litorale divorati dal cemento. Tredici chilometri l’anno. Trentacinque metri al giorno. Ogni ettaro di suolo cementificato ci costa dai 36mila ai 55mila euro all’anno.

Stop alla cementificazione selvaggia, salviamo la Liguria

“Dobbiamo impedire la cementificazione del nostro territorio, perché cementificare equivale a impermeabilizzare il suolo” sottolinea Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria, “cioè privare il suolo di una delle sue funzioni più preziose, quella di trattenere le acque, delle piogge come dei nubifragi, sempre più frequenti anche a causa dei cambiamenti climatici. E soprattutto dobbiamo smettere di costruire a ridosso o addirittura sopra i corsi d’acqua, come è avvenuto troppo spesso in Liguria. Si calcola che 1 milione 260mila edifici in Italia sono a rischio di frane ed alluvioni e, di questi, oltre 6 mila sono scuole mentre gli ospedali sono 531. A Genova sono quasi 100 le vittime di alluvioni negli ultimi cinquant’anni. Ma non sono vittime del maltempo, ma vittime del cemento“.

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