Ecco tradotta la lettera dal futuro agli amici italiani arrivata su Goofynomics. Quello che già nel 2017 ci veniva raccontato sembra ormai essere molto vicino. Come in un film al rallentatore è da tempo che ci stiamo avvicinando al precipizio, e sembra quasi impossibile fermarci. Possiamo contare sulla resistenza fino all’ultimo e oltre dei nostri cari amici in Parlamento, e sulla sveglia che improvvisamente sembra cominciare a scuotere anche i molti che finora dormivano. Ma come dice Grigoriou è una strana guerra, comunque vada non sarà facile, e la attraverseremo con coraggio.
Caro Alberto, cari lettori di Goofynomics, cari amici italiani,
ti sto seguendo sul tuo blog e sono lieto di trovarti in buona salute. Dalla Grecia seguiamo il dramma italiano con molta commozione, consapevoli del collasso economico che molto probabilmente seguirà.
Mi ritrovo confinato nella nostra scialuppa di salvataggio, la nostra vecchia e piccola barca a vela ormeggiata in un piccolo porto del Peloponneso, con mia moglie e i nostri due gatti. Scrivo spesso sul mio blog greekcrisis.fr, mentre l’altra mia attività legata ai viaggi vacanza, greceautrement.fr, è in stallo. Si prevede che il turismo, che rappresenta il 25% del PIL greco, quest’anno sicuramente non ripartirà.
Il governo greco amico di Berlino offre in teoria 800 euro ai lavoratori autonomi, ma è una misura soggetta a condizioni e, soprattutto, non coprirà nemmeno le spese essenziali.
Ogni nazione dovrà trovare le sue risposte, secondo quella che è la struttura della sua economia, rompendo il quadro dell’Unione europea a misura degli interessi tedeschi e della sua area di riferimento, quella del marco tedesco.
Ritorniamo alla sopravvivenza, il debito greco se non sbaglio rappresenta già il 118% del PIL, e stando alle stime le misure di contenimento sottraggono all’economia greca 500 milioni di euro al giorno, che si aggiungono al buco, come si dice adesso, delle finanze pubbliche. Quindi è morte assicurata, e l’impossibilità di ripartire per una buona parte delle piccole e medie imprese.
L’economia greca, se le misure di contenimento termineranno a maggio, impiegherà più di 6 mesi per tornare al suo livello di febbraio 2020, ed è comunque uno scenario ottimistico. Nel 2020 la Grecia avrà bisogno di 100 miliardi di euro e vi è il pericolo che possa essere imposto un memorandum n. 4 con la Troika di Berlino, come in Italia e anche altrove.
Ciò che si nota, anche se non è poi un fatto straordinario, è la mancanza di sorpresa dei Greci davanti alla nuova crisi, che rischia di essere ancora più radicale di quella della Troika, perché la produzione industriale è diminuita del 40% in meno di un mese. È ancora possibile sopravvivere, ma il governo ha appena proibito la pesca e la popolazione è rimasta scioccata da questo divieto. Pescare qui è importante, sia per sopravvivere, che per vendere qualcosa in modo informale e arrivare a mettere insieme il pane quotidiano. Alcuni escono di notte per rientrare prima dell’alba nel piccolo porto di pescatori, ma è rischioso, tra il maltempo, gli incidenti e le multe pesanti se colti sul fatto, di 5.000 euro.
Dunque, quando possibile, prima del contenimento la gente ha lasciato Atene per ritirarsi nelle campagne. Ma purtroppo sopravvivere in campagna al 100% è impossibile, i nostri bisogni sono certamente ridotti, ancora più ridotti del solito, ogni giorno raccogliamo limoni e clementine, ma gli spaghetti non crescono sugli alberi, né gli yogurt, né sono cancellate le bollette di Atene, l’affitto, l’elettricità ecc.
Finalmente è un momento di cambiamento, ma, detto questo, per ora la gente del piccolo Peloponneso si sta preparando come può…
Strana guerra…coraggio Amici Italiani,
Panagiotis Grigoriou
Storico ed etnologo
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