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sabato 18 aprile 2020

In Brasile ha vinto la Produzione

l Presidente Jair Bolsonaro 
ha licenziato il suo Ministro della salute, che spingeva per la quarantena.
di Lorenzo Palaia - 17 Aprile 2020 
finito con una defenestrazione il conflitto a media intensità -ormai acceso da settimane- tra il Presidente della Repubblica Federativa del Brasile e il suo Ministro della salute, Luiz Henrique Mandetta. Alla fine di marzo già Bolsonaro era apparso spazientito, e l’aveva palesato definendo l’epidemia di Coronavirusun’influenzucolaSmentito dal suo Ministro, il contrasto non si è mai veramente risanato, fino ad arrivare alle dimissioni di Mandetta.  Oggetto della controversia, la strategia sanitaria: se il titolare della Salute voleva una drastica chiusura all’italiana, il Presidente avrebbe optato per un proseguimento delle attività economiche, con l’isolamento limitato agli anziani e agli adulti con patologie respiratorie
Al 17 aprile i morti da Covid in Brasile sono 1294, praticamente metà dei decessi dell’America latina. Ciò potrebbe far pensare che la linea del dimissionario Mandetta non abbia portato bene ma, in realtà, la confusione nella comunicazione -con il Ministro che invitava a stare a casa e il Presidente che minimizzava- ha fatto sì che le norme non venissero rispettate da tutti. Così, mentre le attività e i negozi erano chiusi, molti continuavano ad andare tranquillamente in giro. Il nuovo Ministro, Nelson Teich, è un oncologo, e sarà verosimilmente più affine al pensiero presidenziale dato che fu consulente durante la campagna elettorale. Quello uscente, medico anch’egli ma militare -come militare è lo stesso Bolsonaro e buona parte dell’esecutivo- godeva di una certa popolarità. In un sondaggio tra la popolazione dell’inizio del mese, in cui veniva chiesto quale delle due linee fosse preferibile seguire, il 76% rispondeva Mandetta, mentre solo il 33% era d’accordo con Bolsonaro. Quelle minimizzazioni del Presidente avevano perfino scatenato delle proteste notturne. 
Jair Bolsonaro è molto amico e alleato di Donald Trump, ed è ricambiato. Ne sposa la linea anticinese e antimaduriana, offrendo sponda all’egemonia statunitense nell’America latina. In effetti qualcosa in comune i due l’hanno, almeno nel modo in cui hanno gestito l’emergenza fin dall’inizio. Mentre però il presidente USA si è ricreduto e ha dovuto cambiare piano, in Brasile sembrano voler proseguire sulla pericolosa via “la Produzione prima”. Il partito social-liberale,che ha portato Bolsonaro alla vittoria, fa riferimento per la dottrina economica ai Chicago Boys, la scuola liberista di Milton Friedman, e se ne vede tutta l’impronta. Altra somiglianza, tutti e due possiedono un grande bacino elettorale nelle chiese evangelicali, in America numerosissime. Tra i principali sostenitori di Bolsonaro figurano anche i fazendeiros, gli agrari, da sempre favorevoli a un allentamento della normativa ambientale, che consenta loro di guadagnare terreno all’agricoltura togliendolo all’AmazzoniaLa deforestazione e lo sconvolgimento degli habitat naturali sono stati individuati tra le principali cause delle zoonosi: passaggio di virus da un’altra specie animale all’uomo. E non è casuale che proprio il Governo con una delle linee più aggressive nei confronti della tutela delle foreste, sia anche quello più sciatto nella tutela della salute.

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