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giovedì 5 marzo 2020

Un biologo americano:”il virus di Wuhan è un vaccino sperimentale fallito”

di Cesare Sacchetti
Non è stata ancora accertata la vera natura del misterioso coronavirus di Wuhan, ma è interessante prendere in considerazione una ricerca le cui conclusioni, se confermate, sarebbero semplicemente sconvolgenti.
Lo studio in questione proviene da James Lyons-Weiler, biologo americano già ricercatore all’Università di Pittsburgh, negli Stati Uniti.
Il dottor Lyons-Weiler non è uno scienziato privo di credenziali accademiche. Vanta infatti 57 pubblicazioni scientifiche riconosciute e le sue ricerche meritano di essere prese in considerazione.
Da dove viene il virus di Wuhan?
Sull’origine del misterioso coronavirus di Wuhan sono state fatte svariate ipotesi, e la prima, inizialmente la più accreditata, è che questo agente patogeno fosse il risultato di una trasmissione dagli animali, pipistrelli o serpenti, all’uomo.
Il centro dell’epidemia, il mercato degli animali vivi di Huanan nella città di Wuhan, aveva fatto pensare in un primo momento che un’improvvisa e inaspettata mutazione di questo virus lo avesse reso trasmissibile dagli animali all’uomo.

E’ utile ricordare a questo proposito che i pipistrelli e i serpenti sono infatti portatori sani di questo virus, e parte della comunità scientifica aveva pensato quindi che l’origine del virus di Wuhan fosse riconducibile in qualche modo a questi.
Il biologo nel suo articolo intitolato “Sulle origini del virus 2019-nCoV di Wuhan in Cina“, scarta l’ipotesi che il virus di Wuhan, identificato con la sigla di riferimento 2019-nCoV, possa infatti provenire dai pipistrelli oppure che esso sia il prodotto di una qualche mutazione genetica spontanea.
A sostegno della sua tesi, lo scienziato americano compie un’operazione alquanto semplice.
Confronta la sequenza omologica del virus di Wuhan con il campione più simile a disposizione prelevato dai pipistrelli.
Nella biologia molecolare, la sequenza omologica serve sostanzialmente a mettere a confronto diversi codici genetici per rilevare eventuali similitudini o differenze.
Qual è il risultato di questa procedura? I risultati evidenziano una sorta di anello mancante tra il virus di Wuhan e quello dei pipistrelli.
La sequenza omologica del coronavirus dei pipistrelli messa a confronto con quella del virus di Wuhan


Perchè quindi il coronavirus 2019-nCoV differisce da quello presente nei pipistrelli? Le spiegazioni a questo proposito possono differire.
Un gruppo di ricercatori cinesi ha ipotizzato che possa essere avvenuto un processo di ricombinazione genetica tale da determinare una modifica naturale del coronavirus dei pipistrelli, mutatosi in quello trovato nei pazienti di Wuhan.
Ma per il dottor Lyons-Weiler, questa ipotesi si è rivelata priva di fondamento scientifico e le scoperte della sua ricerca mirano in una direzione praticamente opposta.
Il ricercatore difatti ha scoperto che quella sequenza mancante, identificata con il codice di riferimento INS1378, ha delle incredibili similitudini con una molecola presente nel virus della SARS e con un altro vettore denominato pShuttle-SN.
Il vettore nei processi di biologia molecolare serve sostanzialmente a trasferire il DNA in un altro organismo esterno.
In questo caso, il biologo americano rileva che i cinesi negli anni’80 utilizzavano questa tecnica per la creazione di un coronavirus immunogenico.
E’ possibile ipotizzare che il coronavirus 2019-nCoV sia mutato spontaneamente in modo tale da contenere questi due elementi?
Per il biologo, le probabilità sono molto basse.
Il coronavirus di Wuhan è stato fatto in laboratorio?
Se quindi non c’è stato un processo di ricombinazione genetica naturale, si ritiene altamente probabile un intervento umano in laboratorio nella modifica del codice genetico del virus.
Le ipotesi più probabili e più inquietanti in base a questa ricerca sono due: 1) il virus è il risultato di un processo di laboratorio pensato per creare un’arma batteriologica; 2) il virus è la conseguenza di un esperimento fallito realizzato nel laboratorio di Wuhan.
La prima ipotesi è stata già affrontata in un precedente articolo e restano forti sospetti che la Cina stesse conducendo attività illegali legate al suo programma di guerra batteriologica.
Ma la seconda appare, se possibile, ancora più agghiacciate e più probabile della prima, secondo le conclusioni raggiunte dallo studio in questione.
Lo scienziato ha scoperto infatti che il vettore pShuttle-SN ha una strettissima relazione con la sequenza mancante, la INS1378, del coronavirus cinese.
La sequenza del vettore pShuttle-SN messa a confronto con quella del virus di Wuhan
Che cosa ci fa quindi questo vettore nel coronavirus di Wuhan? Il pShuttle-SN è stato usato proprio dai cinesi nel 2008, nel tentativo di sviluppare un vaccino contro la SARS.
A questo proposito, fu depositato un brevetto dai ricercatori cinesi nel quale si spiega come questa tecnologia sia stata pensata proprio per questo scopo.
Ma il vaccino progettato per curare la SARS non diede gli effetti sperati e furono gli stessi ricercatori cinesi a mettere in guardia dal testarlo sugli umani.
Il motivo è semplice. Gli animali ai quali veniva somministrato il vaccino non stavano guarendo dalla SARS. Al contrario, manifestavano peggioramenti nelle loro condizioni di salute e spesso morivano.
Secondo il ricercatore americano, quindi l’elevata compatibilità del vettore pShuttle-SN, usato per un esperimento vaccinale anti-SARS,  con la sequenza mancante nel virus di Wuhan, la INS1378, è una prova che il virus partito dal mercato degli animali vivi di Huanan è un prototipo vaccinale sperimentale dei cinesi.
“La progressione della malattia del virus 2019-nCoV è consistente con quella visto negli animali e negli umani vaccinati contro la SARS” afferma il biologo.
Le conclusioni dello studio sono ancora più gravi. Secondo lo scienziato, “l’ipotesi che il 2019-nCoV sia un tipo di vaccino sperimentale deve essere seriamente presa in considerazione.”
Se questo fosse vero, il virus sarebbe uscito dal laboratorio di Wuhan per una possibile infezione di un ricercatore cinese oppure per la sperimentazione diretta del prototipo vaccinale sugli esseri umani.


Nello scenario peggiore, “il 2019-nCoV potrebbe diventare il peggiore esempio di una epidemia contagiosa della storia umana derivata da un vaccino.”
Non è certo che le conclusioni del dottor Lyons-Weiler e del suo gruppo di ricerca siano incontestabili.
E’ certo che ci sono in questo studio dei seri elementi da prendere in considerazione, così come è certo che degli scienziati seri e rispettabili sono arrivati a delle conclusioni inquietanti sul coronavirus, alle quali i media italiani non hanno dato nessuna rilevanza.
https://www.paypal.me/CesareSacchetti

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