Il Coronavirus è una arma letale per l’Italia
DI FABIO CONDITI
comedonchisciotte.org
Le conseguenze economiche del Coronavirus rischiano di essere per l’Italia un’arma letale, così come il virus è pericoloso per alcune tipologie di persone.
Quello che sta terrorizzando gli italiani in questi giorni, non è un virus che può uccidere un corpo sano e dotato di un sistema immunitario funzionante, ma un virus che se introdotto in un corpo già malato e debilitato per altri motivi, può effettivamente essere molto pericoloso. Per questo motivo dobbiamo essere particolarmente attenti per le persone più a rischio.
Anche le conseguenze economiche negative per l’Italia, dovute al Coronavirus, sarebbero piuttosto ridotte in una nazione normale, con una economia sana e dotata di un sistema immunitario-economico funzionante, cioè capace di difendere il suo territorio, il suo popolo e le sua sovranità. Purtroppo non abbiamo più da anni un sistema immunitario-economico funzionante e quindi l’attuale emergenza sanitaria rischia di aggravare una situazione già particolarmente debilitata da anni. Le politiche di austerity di tagli alla spesa pubblica, ha reso il nostro sistema sanitario “carente” nella gestione della quotidianità, figuriamoci cosa può succedere oggi che dobbiamo affrontare una piccola emergenza come quella legata al Coronavirus.
Nel 1980 i posti letto per le cure acute, compresi quelli per le terapie intensive, erano in Italia 922 per ogni 100.000 abitanti, quasi 1 ogni 100 abitanti. Oggi, dopo i tagli alla spesa sanitaria che abbiamo subito soprattutto negli ultimi 20 anni, siamo scesi sotto la media europea e siamo arrivati a 275 posti letto per ogni 100.000 abitanti, circa 1 su 400 abitanti.
L’emergenza dovuta al Coronavirus che stiamo vivendo in questi giorni è tutta qua, è l’incapacità del nostro sistema sanitario di gestire il picco emergenziale che questa influenza produrrà, determinando la morte delle persone più a rischio, semplicemente perchè mancano le strutture ed il personale necessario a curarle.
Questo grafico mostra perchè è necessario adottare misure eccezionali per rallentare il contagio che comunque si diffonderà. Dobbiamo ridurre il picco delle persone che in determinato momento hanno bisogno di ricevere cure adeguate. Visto che 40 anni fa la capacità di gestire infetti simultaneamente era pari a 4 volte quella attuale, è chiaro il motivo per cui si parla di emergenza sanitaria nonostante il Coronavirus sia poco più che una normale influenza stagionale.
Purtroppo oggi, con i vincoli di bilancio che ci impone l’Unione Europea, ma soprattutto con le politiche di austerity che ci siamo imposti negli ultimi decenni, invece di aumentare la capacità di curare i malati, con investimenti per nuovo personale e maggiori posti letto, si cerca di rallentare il contagio in modo che i malati si distribuiscano su un periodo più lungo, sperando che il sistema sanitario riesca a reggere l’emergenza anche se chiaramente sottodimensionato.
È la stessa logica per la quale si riducono i costi della manutenzione del territorio o delle infrastrutture, sperando che non si verifichino le condizioni di allagamento, frane e crollo di ponti, che invece si ripresentano ormai con sempre maggiore frequenza. La causa però non è l’aumento degli eventi eccezionali, ma il fatto che la riduzione della spesa comporta anche la riduzione della soglia di sicurezza, oltre la quale un evento produce danni e quindi viene considerato eccezionale.
Nel caso della sanità, ciò che risparmiamo mantenendo un sistema sanitario sottodimensionato, lo perdiamo amplificato per gli effetti secondari che questi eventi producono :
- un aumento dei costi per l’utilizzo della sanità privata, che era già arrivato a livelli consistenti senza l’emergenza dovuta al Coronavirus;
- un costo sociale e produttivo enorme per il sistema economico, che dovrà subire una ulteriore recessione dopo anni di politiche di austerity che lo avevano già indebolito.
Così come consiglio a tutti di mantenere efficienti le difese immunitarie del nostro organismo per affrontare serenamente l’eventuale contagio del Coronavirus, anche per l’economia italiana è necessario aumentare l’efficienza dei nostri sistemi bancario, sistema fiscale e del debito pubblico.
Per la nostra salute personale, oltre al rispetto delle norme sanitarie di igiene personale ed alle limitazioni dei contatti con altre persone, possiamo anche seguire una dieta alimentare adeguata, che rinforzi il nostro sistema immunitario, come ad esempio quella consigliata dal Dott. Stefano Montanari https://exit.news/read-blog/6?fbclid=IwAR06teqhNzuNmCJ–lilUhxp3_0vs_jSxLhiFpZZFXIe3Hy6Boj2WAVE5Tc:
“Le vitamine A, E, D e C sono utili nella prevenzione, così come sono utili certi alimenti. Per esempio lo zenzero, la curcuma (sempre presa con il pepe nero, altrimenti perde efficacia), l’echinacea… Poi gli alimenti fermentati come i crauti o il kefir. E, ancora, le verdure, specie quelle in foglia. Insomma, se si mangia correttamente, se si fa una vita sana evitando, ad esempio, il fumo, si mantiene l’organismo capace di difendersi“.
Per l’economia italiana la ricetta è la stessa che proponiamo da anni, visto che tutti sono d’accordo che sia necessario un investimento da almeno 30/40 mld di euro subito, per generare sviluppo economico in tutti i settori, possiamo utilizzare tre strumenti fondamentali, nel pieno rispetto dei trattati Europei :
- un sistema di Banche Pubbliche come il MedioCredito Centrale MCC per aumentare il credito bancario all’economia reale, dando a tutti un conto corrente bancario per ricevere credito a basso tasso di interesse che possa restituire buona parte del credito tagliato dalle banche private;
- un Sistema Integrato di Riduzioni Erariali SIRE, che trasformi le attuali detrazioni fiscali in uno strumento di scambio elettronico, il credito fiscale, che possa generare una crescita economica vera senza aumentare il nostro debito pubblico;
- Conti di Risparmio CdR elettronici e trasferibili, che possa diventare uno strumento di tutela, garanzia e crescita del risparmio degli italiani, ma al contempo permetta allo Stato di evitare i ricatti e le ritorsioni dei mercati finanziari.
Decidiamo il futuro.
Tre semplici soluzioni, Banche Pubbliche, Sire e Conti di Risparmio, che possono essere perfettamente integrate su una piattaforma elettronica unica, gestita direttamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Quali sono i possibili rischi di una soluzione come questa ? Vediamo cosa potrebbe succedere se queste soluzioni non “funzionano”:
- le banche pubbliche interverrebbero per dare un sostegno adeguato alle piccole e medie imprese italiane in difficoltà che non ricevono adeguato credito dalle banche private, se non ci riescono la situazione rimarrebbe quella attuale e quindi non peggiora;
- il Sire darebbe un sostegno alla domanda interna, se non funziona la situazione rimarrebbe quella attuale e quindi non peggiora;
- i Conti di Risparmio servirebbero a dare maggiore garanzia e remunerazione al risparmio degli italiani, permettendo loro di farli anche circolare aumentando la domanda interna, se non funziona la situazione rimarrebbe quella attuale e quindi non peggiora.
In nessun caso queste soluzioni potrebbero peggiorare la situazione esistente, ma se funionano anche in misura ridotta rispetto alle aspettative, potrebbero costituire un cambiamento radicale di paradigma e l’inizio di un modo nuovo di affrontare le politiche economiche.
Perchè in questo modo lo Stato realizzerebbe un sistema immunitario-economico efficiente, in grado di affrontare qualsiasi emergenza nei prossimi anni.
Ci sarebbe una evoluzione radicale, passando dal falso problema di “dove trovare i soldi“, al più semplice e realistico “dove impieghiamo i soldi che siamo in grado di creare“.
In un sistema come quello attuale, dove la moneta è “fiat” ed ha solo un valore convenzionale stabilito per legge, lo Stato è l’unico soggetto al mondo che in un determinato territorio può e deve creare la moneta necessaria per scambiare beni e servizi.
Come avevo detto in un precedente articolo https://comedonchisciotte.org/la-moneta-e-un-bene-pubblico-che-appartiene-alla-gente/, anche Mario Draghi ha dichiarato durante la conferenza stampa del 12 settembre 2019 che “La politica monetaria da sola è insufficiente per far ripartire l’inflazione e la crescita dell’Eurozona. Noi abbiamo fatto il nostro, ora tocca ai governi. All’interno del Board c’è stata unanimità sul fatto che la politica fiscale debba diventare lo strumento principale per aumentare la domanda interna”.
Lo Stato deve tornare ad essere protagonista delle politiche economiche e fiscale, soprattutto nei momenti di crisi come quello che stiamo vivendo, cambiando completamente il paradigma che ha caratterizzato gli ultimi 20/30 anni, avendo come obiettivo prioritario non solo il PIL ma il benessere equo e sostenibile di tutti gli italiani.
Che si meritano un governo finalmente all’altezza della nostra storia e delle nostre capacità.
Decidiamo il futuro.
Possiamo e dobbiamo farlo per migliorare la vita nostra e dei nostri figli.
© Fabio Conditi
Presidente dell’Associazione Moneta Positiva
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Fonte: www.comedonchisciotte.org
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