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giovedì 18 ottobre 2018

Il coma dell’elettore PD (ma neanche l’elettroSPREAD lo sveglierà)

Per noi che abbiamo conosciuto il PD (Partito Democratico) come espressione degli interessi dei lavoratori, figlio di quel partito comunista (PCI) che è stato il primo partito comunista d’Europa, per consensi elettorali, riesce abbastanza incomprensibile che ci sia ancora qualche elettore che lo vota.
In particolare, a seguito delle recenti prese di posizione contro alcune iniziative del governo, come il reddito di cittadinanza o le misure per limitare il precariato o l’intenzione di togliere o eliminare la legge Fornero: abbiamo assistito alla farsa di un partito di sinistra che invita la gente a scendere in piazza contro i propri diritti e a favore delle elites finanziarie.
Come è stato possibile ciò? Con una attenta scelta delle parole, e mascherando la verità, si riesce a motivare qualunque cosa; ma se si riportano le cose alla loro essenzialità, possiamo capire l’imbroglio che sta tessendo il PD.
Innanzitutto il PD parte dalla (finta) attenzione dei lavoratori: e per fare questo ricorda che le manovre del governo “populista” (ma perchè dovrebbe avere una accezione negativa questo termine? Se un governo, in democrazia, è eletto dal popolo, non dovrebbe fare gli interessi di chi l’ha eletto? Non è così che funziona una democrazia?) sono negative e rischiose.
Loro dicono che le recenti riforme 1) rischiano di “turbare i mercati“, 2) rischiano di “alzare lo spread” ed aumentare il costo che l’Italia deve sostenere a fronte del debito contratto; e 3) potrebbero allontanare gli investitoridall’Italia.
Non fa una grinza? Apparentemente no. Ma andiamo a vedere queste “minacce” un pochino più in dettaglio, al microscopio.
1) Il rischio di turbare i mercati
A parte che in democrazia chi governa è espressione di una volontà popolare e non di qualche fantomatico “mercato“, per quale motivo si dovrebbe anteporre la tranquillità dei mercati al bene comune? Chi l’ha detto che questo essere acefalo (senza testa) e senza identità debba essere preso a mo’ di guida delle nostre politiche economiche? Un po’ come quando si diceva alle masse “Dio lo vuole” arrogandosi il diritto di parlare in nome e per conto di un Dio che, probabilmente, desiderava tutt’altro.
2) L’aumento dello spread
Se è vero che lo stato paga degli interessi a fronte di un debito contratto, e che l’aumento di interesse da pagare avrebbe un effetto sulle casse e sui conti dello stato, resta la domanda: ma chi ha prestato quei soldi, da dove li ha presi? Eh, no, perchè se uno si toglie i soldi di tasca per prestarmeli è giusto che io glieli restituisca; ma se li ha creati dal nulla, perchè darglieli indietro? Magari li creo dal nulla anch’io, visto che sono una nazione sovrana. Un grossissimo imbroglio che i politici di professione fanno nei confronti degli elettori è di associare la gestione dell’economia della Res Publica a quella di una economia domestica: metafora per gli allocchi che non si sono mai posti in vita loro la domanda: “Chi crea il denaro”? Inoltre, anche di fronte alla minaccia (tutta da dimostrare) che l’aumento dello spread porti conseguenze negative ai risparmiatori (e non è vero perchè se uno ha investito in titoli di stato l’aumento del rendimento non può che fargli piacere), facciamoci la domanda: chi è il risparmiatore, se non chi ha più del necessario e può permettersi di non spendere e mettere da parte? Allora, ancora una volta, facendo gli interessi di chi non spende, caro PD, stai facendo gli interessi a) dei ricchi, e b) di chi, non facendo circolare denaro, fa danno all’economia.
3) Allontanare gli investitori dall’Italia
Questo solo nella misura in cui l’investitore, lungi dal voler cercare il bene comune, magari investendo nella propria comunità (si veda un bell’esempio in questo post), cerca invece una mucca da mungere dove avere mano libera in termini di legislazione del lavoro, sfruttamento del precariato, libertà di esproprio del territorio e delle risorse di una nazione. E in questo il PD conferma, ancora una volta (già visto diverse volte) di avere più a cuore la finanza internazionale che la popolazione italiana.
Tutta questa attenzione allo spread e ai suoi fratelli dovrebbe aver reso evidente a tutti quali sono gli interessi che il PD difende. Per cui, caro elettore del PD, mentre in molti si domandano come mai tu sia in via d’estinzione,  io mi domando invece come possa esserci ancora qualcuno che vota PD.
E se neanche il ragionamento sullo spread riesce a farti aprire gli occhi su  gli interessi veri che muovono il tuo partito, temo che non ci sia proprio più nulla di rimasto da fare.

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