I ladri di Pisa
Secondo un detto popolare i ladri di Pisa litigavano di giorno e poi andavano a rubare insieme di notte.
Il deficit del 2,4% previsto nel DEF sta suscitando le reazioni più diverse. A un estremo ci sono quelli secondo cui il governo gialloverde starebbe portando l'Italia fuori dall'euro e quindi alla bancarotta, dall'altro si comincia a sperare che, per l'appunto, si finirà con l'uscire dall'euro e quindi il paese sarà salvo.
Mi dispiace deludere gli estremisti dell'una e dell'altra sponda, ma credo che questo governo stia salvando l'euro. Stiamo ai fatti e prendiamo in considerazione i due punti qualificanti del programma di governo, flat-tax e reddito di cittadinanza. La flat-tax, seppure implementata inizialmente con cautela, avrà l'effetto di liberare risorse sgravando il peso fiscale a partire dalle fasce a reddito più alto. Queste risorse finiranno con l'essere spese, in parte direttamente dai beneficiati, in parte attraverso il sistema bancario qualora costoro decidessero di risparmiarle. Un aumento della capacità di spesa determinerà una crescita della domanda, e quindi del fatturato delle imprese. Poiché, come non si stanca di ricordare Paolo Savona, l'Italia ha un surplus commerciale di 50 mld, anche se una frazione di questo reddito aggiuntivo dovesse tradursi in un aumento delle importazioni, ciò non costituirebbe un problema immediato. Più serio è invece il pericolo di una dinamica in crescita dei salari (vedasi alla voce NAIRU) per scongiurare la quale, o almeno limitarla in modo sostanziale, si ricorrerà al reddito di cittadinanza.
Vi prego di far caso ai dettagli: Di Maio ha più volte chiarito che il reddito di cittadinanza non si farà subito, perché prima dovranno essere riformati i centri per l'impiego. Traduzione: i centri per l'impiego saranno operativi solo dopo che la domanda di lavoro da parte delle aziende sarà ripartita, e inoltre saranno aperti man mano a partire dalle regioni in cui tale domanda si manifesterà per prima.
Il risultato sarà che le imprese potranno disporre di forza lavoro a prezzo calmierato, poiché gli iscritti ai centri per l'impiego non potranno rifiutare le offerte di lavoro pena l'esclusione da un circuito che gli garantisce, comunque, una forma di sicurezza. In pratica il reddito di cittadinanza è l'equivalente delle riforme Hartz tedesche, finanziate col debito pubblico, che consentirono alla Germania di calmierare il costo del lavoro pur in presenza di una forte crescita economica, trainata dalle esportazioni grazie al cambio favorevole dell'euro rispetto al marco.
Come è noto e acclarato, la ragione di fondo della crisi dell'eurozona è stato proprio il differenziale di crescita dei salari tra la Germania e i paesi della periferia, cui si è posto rimedio con l'austerità - visto il fallimento del paradigma liberista secondo il quale i mercati si sarebbero autoregolati. Ritrovato un nuovo equilibrio dopo l'atroce stagione dell'austerità, oggi i regolatori di Bruxelles sono molto più attenti che in passato ai differenziali di crescita dei salari, aka inflazione, ragione per la quale guardano con sospetto alla manovra del governo gialloverde. Il rischio che temono è che alla fase espansiva, determinata dal taglio fiscale, non faccia seguito la necessaria compressione della dinamica salariale.
Quanto lo scenario testé descritto possa appassionare noi sovranisti costituzionali ve lo spiego con un'immagine.
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