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martedì 22 ottobre 2019

EU boccia la manovra. ‘Non rispetta target su debito’

Giuseppe Sandro Mela.


Debiti 000

Se non fosse una tragedia sarebbe una simpaticissima farsa. I nostri politici parlano in continuazione, ma la gente se lo ricorda.

Direzione PD e programma di Zingaretti.

«La Direzione del Pd ha approvato un ordine del giorno che ripercorre la relazione di Nicola Zingaretti dando il mandato a aprire una trattativa per verificare la possibilità di “un governo di svolta per la legislatura”, in “discontinuità” col precedente. Il documento è stato approvato per acclamazione all’unanimità»

«Il governo giallo verde caduto ieri “è stato uno dei peggiori della storia della Repubblica, dopo 14 mesi è fallito”»

«”Il problema non è l’esercizio provvisorio, ma la manovra mostruosa che abbiamo davanti” e che ammonta ad almeno 23 miliardi. “Togliamoci dalla testa che trovare 23 miliardi sia facile»

«Un eventuale nuovo governo deve essere “di svolta, di legislatura” altrimenti “è meglio andare alle urne”»

«”Appartenenza leale all’Unione europea; pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento; sviluppo basto sulla sostenibilità ambientale; cambio nella gestione di flussi migratori, con pieno protagonismo dell’Europa; svolta delle ricette economiche e sociale, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti”»

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Queste erano le parole di Mr Zingaretti, che ha appiattito il Governo sulle posizioni liberal socialiste presenti nell’europarlamento, scotomizzando il fatto che il M5S era stato determinate nella conferma della nomina di Mrs Ursula von der Leyen a presidente della Commissione Europea.

Poi, dopo le parole avrebbero dovuto arrivare i fatti. Avrebbero.

‘Troppe guerre, troppe bande armate’. – Ministro Bellanova.

Zingaretti ha ragione, ma la colpa è solo sua.

Governo. Si litigano come bagasce ai trogoli. Conte supplica la unità.

Governo prossimo alla crisi. Tentiamo di fare il punto della situazione.

Italia. Sondaggi. Fiducia nel Governo 26%, sfiducia 52%.

La manovra dei dilettanti allo sbaraglio ha cercato di legiferare sulle rimembranze oniriche dei pidiini e, soprattutto, dei pentastellati: una valanga di tasse si è abbattuta sul miserrimo Cittadino Contribuente per finanziare tutto tranne ciò che sarebbe stato necessario: ridurre il debito delle pubbliche amministrazioni.

Sono volati paroloni altisonanti.

Il carcere, magari anche l’ergastolo, agli evasori serve a nulla: ciò che sarebbe stato importante sarebbe stata la riduzione della quota degli evasori. Il denaro fuggito non ritorna.

È stata varata una manovra che instaura una persecuzione del Contribuente, ed a dirlo è stato addirittura l’on. Di Maio.

«Non esiste una legge di Bilancio che fa la lotta all’evasione fiscale senza il carcere con pene severe ai grandi evasori, per noi è imprescindibile …. In Italia bisogna combattere controla grande evasione, non contro il commerciante. Io non accetto che si criminalizzino certe categorie. Prima della multa sul Pos, bisogna abbassare le commissioni delle banche …. una multa da 30 euro più il 4% del valore degli acquisti per quegli esercenti che si sottraggono all’obbligo di consentire i pagamenti elettronici» [La Repubblica]

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E così il Governo Zingaretti si è mezzo disintegrato su si una manovra sostanzialmente priva di coperture, tutta tesa ad aumentare il debito pubblico.

Banca di Italia. Un quadro sconfortante. Debito/pil al 135.7%.

Il report di Banca di Italia era gelido e persino sarcastico.

«”Il M5s non molla mai!”, scrive Di Maio su Facebook»

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Ma sono proprio i sodali europei di Mr Zingaretti quelli che gli piantano un pugnale nella schiena.

Il piano italiano

«non rispetta il target di riduzione del debito per il 2020. La bozza prevede un peggioramento del deficit strutturale di 0,1% del Pil»

«manca il raccomandato aggiustamento strutturale di 0,6%”, e “un aumento della spesa dell’1,9%, che eccede la riduzione raccomandata di almeno lo 0,1%”. Elementi che “appaiono non in linea” con le raccomandazioni, puntando ad un rischio di deviazione significativa” dallo “sforzo raccomandato”»

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Ma bravo il Governo Zingaretti, che si fa bacchettare persino dai suoi padrini.

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Manovra, lettera dell’Ue: ‘Non rispetta target su debito’. Intesa nella notte, slittano contante e pos

Intesa in extremis nella notte sulla correzioni alla manovra mentre arriva la lettera di Bruxelles che chiede chiarimenti all’Italia sulle misure. Approfondimenti che – scrive Bruxelles – dovranno arrivare entro domani, “per consentire alla Commissione di tenerli in considerazione prima di dare l’opinione formale” sulla manovra”. 

Il piano italiano – si legge nel testo – “non rispetta il target di riduzione del debito per il 2020. La bozza prevede un peggioramento del deficit strutturale di 0,1% del Pil, “che manca il raccomandato aggiustamento strutturale di 0,6%”, e “un aumento della spesa dell’1,9%, che eccede la riduzione raccomandata di almeno lo 0,1%”. Elementi che “appaiono non in linea” con le raccomandazioni, puntando ad un rischio di deviazione significativa” dallo “sforzo raccomandato”.

La Commissione Ue “prende nota della richiesta italiana di utilizzare la flessibilità prevista” dalle regole del Patto “per prendere in considerazione gli effetti sul bilancio degli eventi eccezionali”, e “farà un’analisi approfondita della domanda, considerando i criteri di eleggibilità”.

Nella notte, dunque, a una settimana dal via libera “salvo intese”, dopo un intenso “round” di incontri e un vertice di maggioranza lungo oltre due ore e mezza, arriva l’accordo sul decreto fiscale. Non è la parola fine alle discussioni nella maggioranza, sia perché alcuni aspetti – in particolare sulle partite Iva – sono da definire, sia perché “non è ancora chiusa” la legge di bilancio.

 Ma sul crinale della rottura, arriva una intesa di massima su nodi ancora aperti, dal carcere agli evasori al tetto al contante e le multe per chi non faccia pagare con pos.

Restano divergenze sulla stretta alla flat tax per le partite Iva. Arriva una novità anche per il “superbonus della Befana” fortemente voluto dal premier: come previsto, arriverà a gennaio 2021 ma premierà solo le spese effettuate con carte e bancomat a partire da luglio 2020.

Le risorse a disposizione – spiegano da Palazzo Chigi – restano 3 miliardi, che si tradurrebbero in un bonus tra i 300 e i 500 euro per le spese dal parrucchiere e l’estetista, ma anche da meccanico ed elettrauto, elettricista, idraulico, ristorante.

E’ in nome della responsabilità e della necessità di non perpetuare lo schema di una maggioranza litigiosa, che Giuseppe Conte mette attorno al tavolo gli alleati di governo dopo un fine settimana di scontri durissimi. Il premier sigla una tregua con Luigi Di Maio. Poi in serata, con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, incontra una ad una le delegazioni di maggioranza, prima del lungo vertice serale, che fa slittare alle 23.30 il Consiglio dei ministri sul decreto terremoto che era previsto alle 19.

Dal Pd e da Leu emerge insofferenza sia per i modi in cui i Cinque stelle hanno rimesso in discussione quanto fatto la scorsa settimana in Cdm, sia perché – sottolinea Federico Fornaro – “le norme dovrebbero essere di tutti e non di un singolo partito”.

Ma alla fine esultano i Cinque stelle, che ottengono le modifiche chieste al testo: “Il M5s non molla mai!”, scrive Di Maio su Facebook. L’intesa, dunque. Slittano a luglio 2020 sia l’abbassamento del tetto al contante (che non piace a Iv e a parte del M5s) sia le multe per chi non faccia pagare con pos, nell’attesa di un accordo sul calo dei costi delle commissioni delle carte di credito. C’è l’intesa anche sull’inasprimento del carcere per gli evasori e sulla confisca per sproporzione, sul modello di quella che si applica ai mafiosi.

Il ministro Alfonso Bonafede annuncia che si passerà “da un minimo di 4 anni a un massimo di otto anni” di carcere per i grandi evasori partendo da una “somma evasa di 100mila euro”.

La stretta entrerà subito nel testo del decreto fiscale ma con la postilla che le nuove norme entreranno in vigore non subito, ma solo dopo il via libera finale al decreto. Si garantirà così sia la certezza della pena, sia – come sottolinea Dario Franceschini – che “il Parlamento potrà approfondire tutti gli effetti e le conseguenze”.

Insomma, ancora ampio spazio al confronto. Ma Bonafede assicura di non temere modifiche e Di Maio festeggia l’intesa sulla norma di bandiera del M5s: “Finalmente tocchiamo gli intoccabili!”.

La discussione però probabilmente proseguirà. A partire dal nodo delle norme sulle partite Iva a cui si applica il regime forfettario al 15%.

“Siamo al lavoro. Sarà oggetto della discussione nei prossimi giorni”, racconta Di Maio, facendo riferimento alle norme che dovrebbero entrare nella legge di bilancio. Le nuove regole per limitare gli abusi erano state fortemente volute dal ministero dell’Economia.

Ora arriverebbe il divieto di cumulo per chi guadagni oltre 30mila euro da lavoro dipendente (sono d’accordo tutti i partiti), mentre salterebbe il calcolo analitico del reddito su cui applicare la tassazione forfettaria ma i Cinque stelle vorrebbero far saltare anche il tetto alle spese per investimenti.

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