Monsanto – Lee Johnson: moderni Davide e Golia
Sappiamo tutti che ad Agosto 2018 una sentenza epocale ha condannato la Monsanto, il colosso multinazionale che produce l’erbicida Roundup ed è detentrice del brevetto sul Glifosato, il suo componente attivo. Questo è uno di quei rari ma incoraggianti casi in cui la giustizia fa veramente il suo corso, incurante degli enormi interessi economici e del potere del denaro che, a volte con troppa rassegnazione, ci fa disperare sulle possibilità di cambiare qualcosa.
Per gli aspiranti avvocati, o semplicemente per gli appassionati di logica forense, riporto che a questo link si trova una lunga intervista di Jeffrey Smith, storico ed arcinoto attivista anti-OGM ed anti-Monsanto, con Brent Wisner, l’avvocato che ha difeso Lee Johnson, il custode scolastico 46-enne malato di linfoma Non-Hopkins che ha citato in giudizio la Monsanto – ed ha vinto.
Per chi ha poco tempo, sintetizzo ciò che la giuria ha decretato a favore del querelante soprattutto in base a queste considerazioni:
- la correlazione fra Roundup e la malattia: anche se in altre fonti ufficiali avevano già dichiarato la probabile cancerogenicità del prodotto, questo era il punto più delicato. In medicina, come sappiamo bene, non esiste quasi mai la certezza assoluta, ed il rapporto di causa ed effetto (aveva usato il Roundup per 20 anni, nei giardini della scuola di cui era custode) può sempre essere messo in discussione. L’analisi fu condotta in base agli elementi noti come possibili cause del linfoma, e fra questi nessuno era presente nell’ambiente, o nella anamnesi del malato (no ereditarietà, no fumo, ecc.). Quindi, per esclusione, la causa poteva essere solo il Roundup.
- Il comportamento criminale della Monsanto. Numerose evidenze citate a riprova di un comportamento tendenzioso, completamente incurante dei rischi agli utilizzatori, unicamente finalizzato all’utile aziendale anche con comportamenti di stile criminale (minacce agli oppositori, creazione di falsi profili social per ridicolizzare gli avversari, eliminazione artificiosa degli studi che rivelavano nocività, ecc.);
- ultimo ma non meno importante, la definizione dell’ammontare della multa, come ben sintetizzato nella spiegazione della giuria: oltre alla cifra di “risarcimento“, per il malcapitato, anche una cifra di “dissuasione” che deve essere, giocoforza, significativa in rapporto al fatturato che questa attività illecit mi fa fare. Se una attività illecita mi produce 100 milioni, e vengo multato per 1000 €, che m’importa? Questo il motivo della multa di 289 milioni, poi ridotta dal giudice a 8o o giu di lì. Riduzione che non ha impedito, nei giorni immediatamente successivi alla sentenza, alla Bayer, recente acquirente di Monsanto, di perdere circa una consistente valorizzazione in Borsa (apitalizzazione di mercato oggi pari a circa 65 miliardi di €, era 100 ad inizio anno), ma soprattutto sta segnando un notevole calo nelle vendite di Roundup a livello mondiale.
Trascrizione della pronuncia della sentenza – come riportato da DemocracyNow:
Il giudice Suzanne Ramos Bolanos ha letto il verdetto della giuria.
- JUDGE SUZANNE RAMOS BOLANOS: un produttore, un distributore o un venditore ragionevole, in circostanze uguali o simili, avrebbe avvertito del pericolo o istruito sull’uso sicuro di Roundup Pro o Ranger Pro?
- Risposta: sì
- La mancanza di Monsanto di avvertire è un fattore sostanziale nel causare danni a Mr. Johnson?
- Risposta: sì
- Richiesta di danni Quali sono i danni di Mr. Johnson?
- Perdita economica passata, $ 819,882,32. Perdita economica futura, $ 1,433,327. Perdita non economica passata, $ 4 milioni. Perdita futura non economica, $ 33 milioni.
- Per quanto riguarda i danni punitivi, avete trovato, con prove chiare e convincenti, che la Monsanto ha agito con malizia o oppressione nel comportamento su cui basa il tuo accertamento di responsabilità in favore di Mr. Johnson?
- Risposta: sì
Nessun commento:
Posta un commento