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giovedì 15 novembre 2018

Mentre noi ci preoccupiamo di giornalisti puttane, del condono di Ischia e della coppia Argento-Corona, russi e americani mostrano i muscoli ai confini del mar Baltico.
O meglio, gli americani mostrano i muscoli, e i russi li prendono per il culo.
Durante le esercitazioni NATO chiamate Trident Juncture (la più imponente esercitazione NATO degli ultimi 30 anni), è accaduto che una fregata della marina norvegese sia andata a sbattere contro una petroliera, affondando miseramente davanti alle coste della Norvegia. (La petroliera praticamente non ha avuto danni, mentre la fregata ha riportato un lungo squarcio sulla fiancata, che ha obbligato l'equipaggio ad abbandonare in fretta e furia la nave). Questa figuraccia va ad aggiungersi alla notizia che durante le esercitazioni alcuni militari americani sono stati visti defecare all'aperto, nelle vicinanze di un asilo norvegese, causando le indignate proteste degli abitanti locali.
E solo qualche giorno prima gli stessi militari americani avevano lasciato il segno del loro senso civico a Reykjavik, capitale dell'Islanda, svuotando letteralmente ogni bar della città delle loro riserve di birra.
Ma l'affondamento della fregata è un fatto diverso, perchè ne va di mezzo l'immagine di potenza militare universale che la NATO cerca di proiettare sul resto del mondo.
Ed infatti, per mascherare la figuraccia fatta dalla fregata affondata malamente, il primo ministro finlandese non ha esitato a suggerire che la colpa dell'incidente sia dei russi, che avrebbero intenzionalmente oscurato il sistema di GPS della nave da guerra.
A questo punto le opzioni sono due: o i comandanti di marina della NATO sono talmente incapaci da non riuscire nemmeno ad evitare una petroliera grossa venti volte più di loro, oppure i russi hanno davvero messo a punto un sistema che con la semplice pressione di un bottone manda il tilt il sistema di goelocalizzazione dei loro veicoli da guerra.
E sinceramente non si capisce perchè la seconda opzione dovrebbe poi essere tanto meglio della prima.
Massimo Mazzucco

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