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giovedì 1 novembre 2018

Immigrazione, 4 luoghi comuni da sfatare

 di Alessandro Gnocchi

Cari amici, oggi voglio parlarvi di immigrazione attraverso un libro anticonformista, “La strana morte dell’Europa”dell’inglese Douglas Murray. Questo saggio tratta della crisi d’identità dell’Europa, messa in relazione con l’immigrazione di massa e in particolare con l’immigrazione islamica.


1° mito: I migranti sono risorse economiche insostituibili;
2° mito: I migranti arricchiscono la nostra cultura;
3° mito: L’esodo è inarrestabile;
4° mito: I migranti ci pagheranno le pensioni.

I migranti sono risorse economiche insostituibili

Una delle motivazioni addotte dai politici per ribadire la necessità di una migrazione massiccia è la seguente: sono una risorsa economica insostituibile. Murray mostra che i vantaggi economici dell’immigrazione vanno quasi esclusivamente agli immigrati stessi. Sono loro ad aver accesso “a servizi che non hanno pagato, a ricevere salari più alti di quelli che prenderebbero a casa loro e, molto spesso, a inviare il denaro che guadagnano, tutto o in parte, alle famiglie rimaste in patria, anziché rimetterlo in circolo” nella economia del Paese ospitante. Inoltre “non è affatto dimostrato che il Pil pro capite aumenti grazie all’immigrazione di massa”.

I migranti arricchiscono la nostra cultura

Indubbiamente conoscere le altre culture è una forma di arricchimento. Questo è vero, secondo Murray, se i numeri dell’immigrazione rimangono sotto controllo. Se invece si impennano, le cose rischiano di sfuggire di mano. Difficile considerare un arricchimento culturale la sottomissione delle donne, l’odio per gli omosessuali o la proposta di creare tribunali paralleli, ove la legge è sostituita dalla sharia. Difficile anche capire come i quartieri “etnici” e impenetrabili alle forze dell’ordine arricchiscano le nostre città. L’immigrato vi può trascorrere l’intera vita senza parlare la lingua del Paese che lo ospita. Chi vorrebbe integrarsi talvolta finisce nel mirino della propria comunità.

L’esodo è inarrestabile

È la tesi di comodo espressa da molti politici europei. Serve a mascherare gli errori spaventosi dal dopoguerra a oggi. In realtà, ci sarebbero espedienti in grado di rallentare l’esodo verso le coste europee. Ma in Europa solo ipotizzare di prendere in mano la situazione per cercare di governarla, espone al rischio di essere etichettati come razzisti. Rimpatri di chi non ha diritto d’asilo, accordi con i Paesi di partenza, norme più severe per accedere al Welfare, una volta sbarcati. Inoltre, sul piano interno, dire alla popolazione che non esiste risposta a un problema così sentito, spalanca le porte a chi propugna soluzioni drastiche e politicamente radicali.

I migranti ci pagheranno le pensioni

Scrive Murray: “Per quanto possa sembrare sorprendente a molti politici, importare un gran numero di giovani immigrati non risolve il problema dell’invecchiamento della popolazione, perché gli anni passano anche per gli immigrati che, da anziani, si aspetteranno e meriteranno di godere degli stessi diritti di chiunque altro. La conclusione logica è che la soluzione a breve termine si trasforma, nel lungo periodo, in un grattacapo ancora peggiore, perché si renderà necessario importare un numero sempre maggiore di immigrati, come in uno schema piramidale, per permettere a un sempre maggior numero di persone di mantenere il tenore di vita al quale sono abituate”.
Sostenere queste tesi non ha nulla a che fare con la xenofobia, il razzismo o il fascismo, ovvero le accuse rivolte a chi non si conforma al politicamente corretto. Ha invece a che fare con il buonsenso, l’arma politica del conservatorismo.
Riferimenti: “La strana morte dell’Europa” di Douglas Murray
Articolo di Alessandro Gnocchi

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