La guerra dell’Europa contro l’Italia
FONTE: GEFIRA.ORG
Il conflitto tra Unione Europea ed Italia è una vera e propria guerra finanziaria. I paesi dell’area euro non possono stampare il proprio denaro, e per questo motivo non possono avere un deficit infinito. Sono costretti a vivere entro i propri mezzi, altrimenti, senza l’intervento della BCE, andrebbero in bancarotta. Nessuno conosce le conseguenze di un default italiano e relativa ristrutturazione del debito, ma l’evento potrebbe portare alla fine della moneta unica.
Per rendere l’euro sostenibile, le élite finanziarie europee vogliono che gli italiani riducano le proprie spese e trasformino il deficit di bilancio in un surplus. A causa però della contrazione della popolazione del paese, il deficit di bilancio italiano – come abbiamo sostenuto molte volte – non può che aumentare. La Commissione Europea ne respinge il bilancio perché Roma vuole aumentare il proprio debito ben oltre il limite consentito dalla BCE. “Questo è il primo bilancio italiano che non piace all’UE”, ha scritto il vice primo ministro Luigi Di Maio su Facebook. “Nessuna sorpresa: questo è il primo bilancio italiano scritto a Roma e non a Bruxelles!”. (1) Matteo Salvini ha aggiunto: “Questo (rifiuto) non cambia alcunché”. “Non stanno attaccando un governo, ma un popolo. Queste sono cose che faranno arrabbiare ancor di più gli italiani”, ha detto. (2)
Il paese è entrato in un calo demografico. Una crescita economica sostenibile è pertanto semplicemente impossibile, perlomeno per il prossimo futuro. Come nel caso di tutta l’Europa, l’Italia ha bisogno di un piano per sostenere una popolazione che sta invecchiando e diminuendo(3). Come se non lo sapesse, l’establishment di Bruxelles e Francoforte vuole solo che l’Italia si attenga al programma di austerità, ossia diminuisca la spesa pubblica e faccia fuori l’attuale amministrazione, che rifiuta di conformarsi.
Per estromettere Di Maio e Salvini, l’Unione Europea farà di tutto per distruggere il settore bancario italiano, come già fatto in Grecia e Cipro. Nel 2015, la Grecia chiuse le proprie banche, ordinando loro di rimanere tali per 6 giorni. La banca centrale impose anche delle restrizioni per evitare che i soldi fuggissero dal paese. (4)
Jeroen Dijsselbloem, ex capo dell’Eurogruppo, ha suggerito che i mercati dovrebbero cercare di abbassare il valore delle obbligazioni italiane (5). Un valore obbligazionario più basso eroderebbe il capitale delle banche e le renderebbe insolventi. Draghi, capo della BCE, ha avvertito la scorsa settimana che una recente svendita di titoli di stato ha avuto la funzione di intaccare il capitale delle banche italiane, che possiedono circa 375 miliardi di euro di quel documento (6). Tali osservazioni sono state accuratamente preparate, e fungono da ennesimo attacco deliberato al sistema finanziario italiano. È molto insolito per i banchieri centrali avvisare la banca sotto la propria supervisione della sua prossima insolvenza, cercando allo stesso tempo di provocare una preventiva corsa agli sportelli.
“Trovo inappropriato per il responsabile della stabilità finanziaria in Europa dare l’allarme, ancorché poi ammorbidito, sulla salute dei finanziatori italiani, essendo l’Italia è uno dei paesi sotto la sua supervisione bancaria”, ha giustamente detto un legislatore italiano.
I governanti sanno di essere sotto assedio, e stanno pensando a come proteggere le banche dalle autorità bancarie europee. Roma deve escogitare una strategia nazionale per preservare il propria sistema bancario, anche qualora questo sia contrario alle regole europee. Salvini, ha detto un portavoce del leader della Lega, ha incontrato Di Maio per discutere le condizioni di economia, bilancio e banche. “Nessuna banca sarà in difficoltà”, ha detto Salvini. Le due parti, che gestiscono il paese in un governo di coalizione, stanno lavorando in sincrono, ha detto. Il premier Conte, riporta il Corriere della Sera (7), ha chiesto alle agenzie governative di star pronte ad aiutare gli istituti di credito, qualora il calo del valore delle proprie posizioni di debito pubblico imponesse loro di ricapitalizzare le banche.
Roma non lascerà i burocrati di Bruxelles o Francoforte a decidere se le banche siano insolventi o no. Ogni governo sovrano, in teoria, può dichiarare solvente una banca con un colpo di penna. Le autorità italiane possono rifiutarsi di chiudere le proprie banche, e costringerle a rimanere in attività. A differenza della Grecia, l’Italia ha un avanzo commerciale, ed il paese non dipende da una riserva estera di denaro per pagare le importazioni. L’apertura di banche insolventi indebolirebbe ulteriormente l’affidabilità dell’Euro come moneta comune. Per fare ancor più pressione sul governo italiano, Karsten Wendorff, membro dell’Advisory Board delle banche federali tedesche, ha suggerito di confiscare le proprietà private italiane per far fronte agli obblighi del debito pubblico. “Invece di un fondo europeo che acquista obbligazioni governative italiane e che alla fine è sostenuto dai contribuenti europei, dovrebbe essere creato un fondo nazionale”, ha scritto Wendorff sul Frankfurter Allgemeine Zeitung di sabato. (8)
Tale fondo verrebbe finanziato da “obbligazioni di solidarietà nazionali”, che le famiglie italiane sarebbero obbligate ad acquistare, ad esempio, per il 20% della loro ricchezza netta. Ad un tale tasso, “quasi la metà del debito pubblico verrebbe convertito in obbligazioni di solidarietà”. Se il piano dovesse essere implementato, significherebbe che i proprietari di case sarebbero costretti a pagare a banche straniere il 20% del loro valore patrimoniale. Il piano è un palese avvertimento: non andate contro le regole di bilancio. La Germania è disposta a confiscare tutto ciò a cui si sente in diritto.
Il pubblico non è consapevole della gravità della situazione. Sia Salvini che Di Maio – così come il popolo italiano – dovrebbero rendersi conto che sono in guerra con l’establishment europeo, che in ultima istanza intende rimuoverli dal potere. Per vincere questa battaglia hanno bisogno del sostegno incondizionato dell’apparato di sicurezza dello Stato e del popolo. Il confronto tra Roma da un lato e Bruxelles e Francoforte dall’altro, tuttavia, non scoppierà prima delle elezioni del Parlamento Europeo.
Fonte: https://gefira.org
Link: https://gefira.org/en/2018/11/05/the-italian-people-must-understand-that-their-country-is-at-war/
5.11.2018
Traduzione di HMG
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