Il nostro ultimo giorno sulla Terra
di Dinaweh
Per ognuno di noi arriverà infine l’ultimo giorno sulla Terra, e a quel punto saranno ormai solo le nostre opere compiute in vita a parlare per noi.
Essere nella verità, questo è il mandato del Cielo per ognuno di noi; quanto sono stato nella verità? Quanto ho testimoniato la verità? Quanto ho seguito il mio vero essere, al di là di ogni condizionamento impostomi dall’esterno? Quanto ho assolto al mio mandato? Essere nella verità!
Voglio vivere ogni attimo come se fosse l’ultimo; voglio essere nella verità ogni istante, ad ogni battito del cuore, ad ogni respiro, così che non mi debba trovare alla fine a nascondere il mio volto di fronte ai “Guardiani della Soglia”, quando mi chiederanno che cosa ne ho fatto della vita che mi è stata data in prestito! Quando scoprirò che essere o non essere stato nella verità, significa essere o non essere stato nell’Amore. Amore è verità e verità è amore.
Libri e varie...
Il resto scomparirà con l’ultimo respiro e quando avrò abbandonato il mio veicolo mortale mi ritroverò solo, davanti a me stesso e di fronte alla stessa domanda: quanto sono stato nella verità? Quanto ho vibrato di amore per lei? Nulla potrà assolvermi, se non ciò che come traccia indelebile avrò lasciato a ricordo del mio percorso.
Essere nel ricordo di chi è rimasto, come un testimone di Amore e di verità nelle loro stesse vite: questo solo mi assolverà dal ritornare… In caso contrario, ritornerò con altre incarnazioni, almeno fino a quando non avrò compreso la legge universale dentro di me e dimostrato con le opere di averne assimilato l’insegnamento.
Quanto poco ho amato, quanto poco ho avuto pazienza con me stesso e con gli altri… Quanto ho anteposto il mio comodo e il mio tornaconto personale, dimenticando di essere venuto non tanto per essere servito, quanto per servire? Non per impormi sugli altri, quanto per essere a disposizione di un bene più grande del mio? Non per “dormire”, quanto per essere sveglio e risvegliare la coscienza di coloro che mi erano vicini?
Questo e solo questo significa per me essere nella verità. Questo significa essere “un uomo di buona volontà”. Portare la pace nel mondo… come è possibile, se prima non l’ho offerta come dono a me stesso? Voglio essere, io per primo, nella pace, per offrire al mondo la pace; voglio essere nel perdono di me stesso e di tutte le mie limitazioni, per essere capace di perdonare le limitazioni dei miei fratelli e delle mie sorelle.
Come potrei, infatti, perdonare loro colpe che non sono riuscito a perdonare nemmeno a me stesso? Quale pretesa avrei di amare gli altri, se non sono capace di amare profondamente nemmeno me stesso, soprattutto quelle parti “basse” che richiamano costantemente la mia attenzione, anche se preferirei voltarmi dall’altra parte e dare la colpa agli altri di tutto lo schifo che è dentro le mie viscere, il mio stomaco e la mia testa?
Voglio, dunque, essere come cristallo purissimo e vibrare nel mio cuore come la sua luce, essere nella volontà divina, non nella mia, voglio amare senza pretendere di essere amato e portare la pace dove è conflitto, perdonare senza giudizio.
Se nella vita avrò agito tutto questo, il mio ultimo giorno sarà nobile, composto e sereno, come quello dei un Buddha.
Dunque… che i miei giorni siano tutti, momento per momento, istante dopo istante, la preparazione all’ultimo giorno sulla Terra. Che io possa essere sempre nella Verità, nella pace del cuore e nell’Amore universale.
Articolo di Dinaweh
Rivisto da www.fisicaquantistica.it
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