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mercoledì 3 gennaio 2018

“War is coming”. Parola di Generale dei Marines


NATALE IN NORVEGIA
Robert Neller è l’attuale Comandante del Corpo dei Marines; è uno dei militari più influenti degli Stati Uniti. Generale pluridecorato, ha partecipato con onore ad alcune delle operazioni più importanti degli ultimi anni, dalla Somalia all’invasione di Panama.
Prima di Natale, è volato in Norvegia a portare gli auguri ai 300 marines di stanza a Trondheim; e ai suoi uomini ha spiegato di tenersi pronti perché lui vede all’orizzonte un enorme conflitto (…) spero di sbagliarmi, ma è in arrivo una guerra”.
Questa guerra non sarà giocata in Medio Oriente, dove l’America si è impegnata in questi ultimi 20 anni, ma nell’area del Pacifico e in Eurasia. E il principale nemico, secondo il Generale, è proprio la Russia.
Infatti i marines in Norvegia fanno parte di una forza di rotazione (Marine Rotational Force-Europe) dislocata, formalmente, su invito del governo di Oslo per intensificare addestramento ed esercitazioni in ambito Nato, in ambienti artici; ma di fatto rappresentano una dispiegamento strategico finalizzato ad avere una forza di pronto intervento (che può raggiungere le 3000 unità in poche ore) nel caso di conflitto con Mosca; conflitto che i vertici del Pentagono ritengono ormai inevitabile.
SOVVERSIONE DELLA DEMOCRAZIA
Qualche giorno prima Herbert R. Mc Master, anche lui un Generale e Consigliere per la Sicurezza nazionale di Trump, intervistato dalla BBC, ha accusato Mosca di voler sovvertire le nazioni democratiche: “dobbiamo contrastare il comportamento destabilizzante della Russia e le sofisticate campagne di propaganda e disinformazione” tese a mettere le società libere e aperte “le une contro le altre (…). Credo che la Russia sia impegnata in una campagna di sovversione molto sofisticata per influenzare la nostra fiducia nelle istituzioni democratiche”.
Prima di lui l’ex vicepresidente americano Joe Biden, il regista del “colpo di Stato democratico” in Ucraina, aveva lanciato l’ennesima fake news made in Usa. In un lungo articolo su Foreign Affairs (firmato insieme a Michael Carpenter) aveva affermato: “il governo russo sta assaltando sfacciatamente le basi della democrazia occidentale  in tutto il mondo”.
Aggiungendo tra l’altro che in Italia, il Cremlino sarebbe intervenuto direttamente per influenzare il referendum costituzionale del 2016 (quello in cui Obama fece campagna elettorale diretta per Renzi e l’ambasciatore Usa in Italia inviò un pizzino niente male, nel caso avessero vinto i No… a proposito di interferenze in uno Stato sovrano); e che un simile sforzo i russi lo starebbero attuando per sostenere la Lega e il M5S alle prossime elezioni; ingerenze smentite categoricamente dai Servizi d’intelligence italiani.
L’Atlantic Council, uno dei più influenti think tank occidentalisti il cui scopo “è promuovere nel mondo la ledaership americana”, ha redatto nel novembre scorso un documento dal titolo The Kremlin’s Trojan Horses; un’analisi su come la Russia starebbe influenzando partiti e forze politiche in tre Paesi europei: Spagna, Italia e Grecia.
Geysha Gonzalez, il Direttore dell’area eurasiatica del think tank, intervistato su Formiche.netha confermato: “l’obiettivo finale della Russia è senza dubbio la destabilizzazione e, meglio ancora, la messa in pericolo della democrazia su cui si fondano gli ordinamenti occidentali”.
GetFileBRACCIO DI FERRO TRUMP/DEEP STATE
La sensazione è che l’apparato tecno-militare di Washington e il Deep State Usa stiano accelerando il livello di tensione con Mosca verso un punto di non ritorno. Questo nonostante i tentativi di Trump di attuare politiche di distensione.
Nel summit dell’Apec in Vietnam del novembre scorso, il presidente Usa aveva ammonito che “avere la Russia in una posizione amichevole piuttosto che combatterla sempre, è una vantaggio per il mondo e per il nostro paese, non un ostacolo”.
L’America ha bisogno di guerre per sostenere la sua enorme industria di dominio globale tecno-militare e d’intelligence.
Ma nello stesso tempo, oggi è governata da un uomo che non ha esitato a denunciare l’imbroglio delle guerre umanitarie, di una ventennale guerra al terrorismo che ha prodotto più terrorismo, che ha definito la guerra in Iraq “la peggiore decisione dell’America”, e la guerra in Libia un errore evidente.
In questo braccio di ferro si gioca il futuro dell’America e del mondo.
Nel frattempo la Nato continua ad ammassare truppe e mezzi ai confini della Russia, facendo credere che ci sia in procinto un’invasione di Mosca; che le navi russe invadano le acque britanniche (come hanno scritto i media occidentali); e che gli hacker russi e siano pronti a diffondere fake news e manipolazioni per disintegrare le democrazie occidentali.
Solo un sistema dei media colluso con l’élite guerrafondaia che sta ridisegnando l’Ordine mondiale, può avvalorare assurdità del genere.
“War is coming” dice il generale dei Marines. Speriamo di non doverci preparare al peggio.

Giampaolo Rossi
Fonte: http://blog.ilgiornale.it/rossi

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