Magari anche a te capita di tornare più e più volte su un medesimo pensiero.

Questo è un koan famoso (noi lo chiameremmo parabola). Il signor Tanzan doveva essere un tipo simpatico, un po’ ribelle e anche tanto intelligente.
Magari anche a te capita di tornare più e più volte su un pensiero, di solito è qualcosa accaduto nel passato anche molto recente, ti ci arrotoli sopra, lo mastichi e lo rimastichi e poi ancora. Si chiama rimuginare, e ricorda un po’ il metodo di digestione delle mucche.

Come fare a smettere di rimuginare?
Non è qui che troverai ricette pronte, sarebbe troppo facile e comunque non funzionerebbe… mi spiace. Ti do però un’idea da cui partire. Quando ti accorgi che stai pensando e ripensando alla stessa cosa, fermati un momento e chiediti se quello che stai facendo ti è utile. Se non lo è, il primo passo è già fatto: hai capito che non ti serve.
Non è detto che solo rendertene conto sia sufficiente, ma vedrai che già almeno per un po’ non ci penserai. È molto probabile che dopo qualche tempo tu ti ritrovi di nuovo lì a pensarci: riparti da capo, senza stancarti, senza innervosirti. Consideralo un allenamento.
Sii gentile con i tuoi pensieri, quando si presentano pensa che arrabbiarti per questo non ti serve per smettere di rimuginare, così come non ti servono i pensieri del passato: piuttosto sorridi a te stessa, pensa che sei stata brava a rendertene conto, e con pazienza riparti da capo: mi serve? se non mi serve lo lascio andare.
Per evitare che il meccanismo si rimetta di nuovo a funzionare nello stesso modo immediatamente puoi fare qualcosa di pratico, ma non meccanico. Funziona molto bene il self shiatsu, una visualizzazione guidata, o ballare su una musica che ti piace tanto.
Il fatto è che pensare è il lavoro della nostra mente, essa lo fa e lo sa fare molto bene. Non si sa ancora esattamente come funzioni, quindi lascia che ci pensi chi la studia… tu hai altro da fare.
Questa tecnica non ti risolve il motivo per cui stai rimuginando, chiaramente, però ti aiuta a lasciar andare pensieri che non sono funzionali, che ti tengono nel passato e non ti permettono di sentire la libertà di gustarti il presente.
Articolo di Monja Da Riva
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