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martedì 16 aprile 2019

Elogio della disobbedienza (o della creatività)

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Non so se la foto che vedete sia reale o uno scherzo creato ad arte, ma non ho nessuna difficoltà, sapendo come funziona nelle grandi organizzazioni, a credere che sia vera. Figli del Taylorismo sempre più spinto (=lo spezzettamento del ciclo produttivo in piccoli processi elementari, facili da ripetere e da insegnare ai nuovi assunti, così da mantenere una base di lavoratori facilmente sostituibile e quindi ricattabile), le grandi organizzazioni si sono così spinte nella frammentazione degli incarichi che “chi fa il buco non è lo stesso che poi metterà il tassello, mentre un terzo avviterà la vite”. Immagino che, nel caso in questione, chi abbia programmato il numero di posti a sedere non si sia domandato  quali fossero gli ingombri, e chi è andato fisicamente ad installare i sedili abbia eseguito, pedissequamente, l’incarico che gli era stato affidato, senza fermarsi e chiedere: “Che senso ha un posto così?” No, non era nelle su deleghe chiedere questo, pertanto ha eseguito, come gli era stato prescritto.
In questo sta la risposta alla  domanda che mi sento sempre fare quando illustro i complotti: “Possibile che nessuno abbia detto niente? Possibile che nessuno abbia tradito?”A parte che non è vero che nessuno dice niente, ci sono valorosi esempi di “gole profonde” (whistleblowers) che denunciano, ma questi sono una minoranza, la maggioranza è quella silenziosa, quella che esegue senza domandarsi perchè. E questo avviene in tutti i settori:
  • Nella sanità, dove nessuno o quasi si domanda se la chemioterapia o i vaccini fanno bene o male: è il protocollo, e quello  bisogna seguire.
  • Nella scuola, dove pochi si domandano se quello che viene insegnato è veramente ciò che serve allo studente: c’è il programma, e quello va seguito.
  • Nella Pubblica amministrazione, dove a volte i cittadini sono soverchiati da procedure assurde ed ingiuste, ma nessuno o quasi ci mette del proprio per alleviare queste situazioni: cosa volete, che infranga le regole? Non le faccio mica io, queste regole.
E la lista si potrebbe allungare, ma mi fermo qui. Quello che voglio evidenziare è che, nella misura in cui siamo tutti bravi soldatini senza l’utilizzo della ragione, il sistema andrà avanti sempre così, e tutti quanti aspetteremo sempre un politico, un partito, un salvatore che ci tolga le castagne dal fuoco, perchè non avremo mai imparato a metterci del nostro, a disobbedire alle regola, a fare ciò che è giusto e non ciò che ci viene detto di fare.
Riaccendiamo il cervello. Chiediamo perchè. Non accontentiamoci delle briciole e aspiriamo ad un mondo migliore. La rivoluzione comincia da ciascuno di noi, adesso.

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