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giovedì 14 marzo 2019

Carne “sintetica” presto nei nostri piatti. Addio ad allevamento e macellazione di animali

di Michael Pontrelli

La startup californiana Memphis Meats è già in grado di produrre in laboratorio hamburger di manzo e di pollo.

La carne sintetica si candida seriamente a diventare la più grande rivoluzione tecnologica dei prossimi anni. La startup californiana “Memphis Meats” ha raccolto ben 22 milioni di dollari per completare lo sviluppo della cosiddetta “carne pulita” e arrivare sul mercato entro il 2021. Tra i finanziatori, a conferma che si tratta di un progetto molto serio, alcuni dei big dell’economia mondiale: Google, Bill Gates, Richard Brandson e Cargill, una delle più grandi aziende agricole mondiali.

Primo hamburger in vitro degustato nel 2013

La carne sintetica o artificiale, viene prodotta in laboratorio. È un prodotto di carne animale che non è mai stato parte di un animale vivo con l’eccezione del siero fetale. La tecnologia consente quindi di produrre hamburger o polpette senza bisogno di uccidere gli animali. Il primo hamburger di manzo in vitro è stato presentato al pubblico da un team di ricercatori olandesi a Londra, nell’agosto del 2013. La presentazione è stata accompagnata da una degustazione e i risultati sono stati sorprendenti. Il prodotto assomiglia effettivamente alla carne normale. L’unica differenza è un gusto meno gradevole a causa della mancanza dei grassi e del sangue. Il miglioramento del gusto e l’abbattimento dei costi di produzione, sono le due sfide da vincere affinché la carne sintetica possa avere successo commerciale.

Memphis Meats fondata da tre scienziati

Le startup che stanno provando a cimentarsi in questo compito sono diverse, quella più avanti nel lavoro è Memphis Meats fondata dai tre scienziati  Uma Valeti, Nicholas Genovese e Will Clem. L’azienda non solo è riuscita a raccogliere fondi milionari per finanziare la propria attività e produrre carne sintetica di manzo, ma ha anche annunciato il completamento del primo laboratorio al mondo per la produzione di carne sintetica di pollo e di anatra. Anche in questo caso, è stato organizzata una degustazione e secondo quanto riferito da Memphis Meats, i risultati sono stati più che positivi: la carne artificiale sa effettivamente di pollo con grande soddisfazione dei degustatori.

La “carne pulita” alimenta la speranza per un mondo più sostenibile

Questa nuova tecnologia sta alimentando grande entusiasmo perché potrebbe rappresentare una soluzione per i numerosi problemi etici ed ambientali legati all’allevamento animale. Metterebbe fine alla pratica della macellazione, all’enorme consumo di acqua e all’inquinamento dell’atmosfera. È importante ricordare che l’allevamento è responsabile del 18% delle emissioni di gas serra e del 70% del consumo mondiale di acqua.
“La domanda di carne cresce rapidamente in tutto il mondo e noi vogliamo che il mondo continui a mangiare ciò che ama. Ma faremo la carne al piatto in modo più sostenibile, conveniente e delizioso” ha affermato il cofondatore di Memphis Meats, Uma Valeti, chiaramente rivolgendosi non solo ad animalisti e ambientalisti ma a tutti coloro che sono consapevoli che l’attuale modello alimentare non è più sostenibile per un pianeta che vede aumentare popolazione e consumi a velocità sempre maggiore.

Le lobby potrebbero boicottare la carne sintetica

Ma come noto l’innovazione per natura è distruttiva ed inevitabilmente qualcuno potrebbe leccarsi le ferite in caso di successo commerciale della nuova tecnologia. Solamente negli Stati Uniti l’industria della carne vale più di 200 miliardi di dollari. Con un presidente come Donald Trump poco sensibile ai temi ambientali e al contrario particolarmente attento agli interessi delle lobby tradizionali, non si può escludere che l’ascesa della “carne pulita” possa subire incidenti di percorso.Eppure era stato proprio un altro grande politico del passato, il premier inglese Winston Churchill, a prevedere e auspicare nel 1931 quanto sta accadendo oggi: “Prima o poi sfuggiremo all’assurdità di far crescere un pollo intero, solo per mangiarne il petto o l’ala, facendo crescere queste parti separatamente in un ambiente adatto”.
Articolo di Michael Pontrelli
Fonte: http://notizie.tiscali.it/

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