La riforma UE sul copyright è stata approvata con le nuove regole sul diritto d’autore. Ora manca solo un passaggio formale al Consiglio dell’UE, e poi diventerà legge.

| Un iter travagliato |

I negoziati con il Consiglio dell’UE erano stati bloccati a lungo per l’opposizione di diversi Paesi, compresa l’Italia, agli articoli 11 e 13 (che nel nuovo testo è diventato l’articolo 17) i più controversi dell’intera direttiva. I due articoli prevedono rispettivamente un compenso per gli editori da parte delle piattaforme online e una maggiore responsabilizzazione di queste ultime per le violazioni dei diritti d’autore. Riforme legittime che però, per come sono state formalizzate, potrebbero avere conseguenze pericolose per la libera diffusione delle informazioni online e che hanno per questo destato la resistenza di numerosi attivisti sul web.

| I punti critici della normativa |

Sussitono ancora dei punti critici che prevedono che le piattaforme online esercitino una sorta di controllo su ciò che viene caricato dai loro utenti, in modo da escludere la pubblicazione di contenuti protetti dal diritto d’autore. Le piattaforme dovranno quindi impegnarsi a rimuovere tutti i contenuti illeciti e prevenirne la pubblicazione con un meccanismo di “filtro”.

| Le modifiche agli articoli |

Bisogna riconsocere che nel corso dell’iter legislativo sono state modificate in meglio quelle norme che avevano suscitato la maggiore resistenza da parte degli attivisti del web, ossia quelle norme che avrebbero vietato l’uso dei meme, limitato l’attività delle enciclopedie online come Wikipedia (la versione italiana di Wikipedia è stata oscurata ieri per protesta contro il voto al Parlamento Europeo), e proibito l’uso degli snippet.

| Gli articoli 11 e 13 |

  • DIRITTI EDITORI E GIORNALISTI, LINK GRATIS (ART.11)
  • Viene data la possibilità facoltativa agli editori di stampa di negoziare accordi con le piattaforme per farsi pagare l’utilizzo dei loro contenuti (riconoscimento dei diritti connessi). Gli snippet brevi non sono protetti. I link restano liberi e gratuiti. Gli introiti dovranno essere condivisi con i giornalisti.
  • DIRITTI ARTISTI, NO FILTRI MA RESPONSABILITA’ PIATTAFORME (ART.13).
  • Viene riconosciuto il diritto a colmare il divario tra i ricavi che le grandi piattaforme commerciali fanno diffondendo contenuti protetti da copyright e la remunerazione agli autori o detentori dei diritti. Gli utenti non rischiano più sanzioni per aver caricato online materiale protetto da copyright non autorizzato ma la responsabilità sarà delle grandi piattaforme come YouTube o Facebook, mentre le piccole sono esentate e le medie hanno obblighi ridotti.

| Rischio censura per il web? |

Come ho già scritto nei mesi passati, ritengo che, sebbene il testo sia stato migliorato, presenti ancora delle criticità. Temo, per come è nato, che si tratti di un ulteriore tassello inserito all’interno di una battaglia molto più ampia, mirata ad imporre una sorta di censura del web, e che si è già manifestata con l’allarme sulle fake news.
Ritengo che si stia cercando, con una forte accelerazione registrata soprattutto negli ultimi due anni, di bloccare l’informazione alternativa.
Ci sono state infatti delle situazioni che sono completamente sfuggite alle maglie del potere; è avvenuto con la Brexit, è avvenuto con Trump, è avvenuto in Italia con la sconfitta al referendum costituzionale e alle elezioni del 4 marzo scorso. Ma è un dato di fatto che, come questo stesso blog dimostra,
se esiste oggi un certo tipo di informazione, questa può vivere soltanto grazie alla rete.