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mercoledì 29 novembre 2017

Nazismo IBM e Renzi

NAZISMO, IBM E RENZI






Boston, 31 marzo 2016:
seduti da sinistra: Erich Clementi, SVP, IBM Europa, Ivan Scalfarotto, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio italiano; in piedi da sinistra: Ginni Rometty, Chairman, Presidente e CEO di IBM; Matteo Renzi, primo ministro italiano.


di Gianni Lannes

Schedature di massa nel belpaese: l'IBM già lavora per il ministero dell'interno, ma non solo. E' il prossimo olocausto tricolore? Comunque ce n’è abbastanza per mandare sotto processo Matteo Renzi e i suoi sodali del governo Gentiloni. A proposito chi ha dato alla fondazione Open riconducibile al bomba toscano ben 5,5 milioni di euro? E in cambio di che? La Procura della Republica di Roma si attiverà?


C’è già chi l’ha definito “il grande fratello della Sanità”: un altro esperimento sulla pelle della gente come la vaccinazione obbligatoria di neonati, bambini e adolescenti sani. Alle porte di Milano IBM realizzerà l’Hub europeo ‘Watson Health’ con il beneplacito del governatore Maroni. Almeno sulla carta un centro di eccellenza nel campo della genomica, dei big data, dell’invecchiamento della popolazione e dell’alimentazione. Il cervellone di Ibm sarà in grado di memorizzare e analizzare milioni  e milioni di referti diventando un punto di riferimento per l’informatizzazione del settore sanitario. L’iniziativa si baserà su forti sinergie tra pubblico e privato, con il coinvolgimento di vari atenei, tra i quali l’Università Statale e il Politecnico di Milano, e di diversi partner internazionali. Oltre a IBM, al progetto parteciperanno Google, lo European Molecular Biology Laboratory, il Weizmann Institute, ma interesse è stato espresso anche da multinazionali tra cui Nestlè, Bayer e Novartis.


L’IBM nel 2006 reclamò dal governo Prodi ed ottenne in seguito l’istituzione del fascicolo sanitario elettronico. Questa corporation oggi ha ottenuto i dati sensibili e sanitari dell’ignara popolazione italiana. Infatti Matteo Renzi il 31 marzo 2016 a Boston, ha avallato insieme al sottosegretario Ivan Scalfarotto, un accordo mai ratificato dal Parlamento italiano - peraltro ufficialmente all’oscuro della vicenda - che prevede la cessione all’IBM, ovvero ad una multinazionale straniera, senza interpellare preventivamente gli interessati, di tutti i dati sensibili della popolazione italiana, in cambio di un investimento a Milano di appena 150 milioni di dollari. E la privacy? Singolare coincidenza: adesso proprio in Lombardia è appena partito il progetto Watson che coinvolge ben 3 milioni di ignari cittadini. Già nel 2016 l’IBM aveva proceduto  in Italia a massicci licenziamenti di personale, come attestano gli atti parlamentari e le denunce sindacali. Comunque Renzi e poi Gentiloni sembrano avere gravi problemi di udito. In altri termini i due compari del piddì non ci sentono, poiché ben 25 atti parlamentari nella XVII legislatura corrente, inerenti proprio l'IBM non hanno mai avuto risposta dal governo: 

4/03641 (19/02/2014), 4/08004 (17/02/2015), 4/18394 (07/11/2017), 4/12559 (17/03/2016), 4/16653 (19/05/2017), 4/13892 (21/07/2016), 4/06208 (01/08/2016), 4/03510 (24/02/2015), 5/10120 (14/12/2016), 3/02879 (24/05/2016), 5/02110 (11/02/2014), 5/09329 (02/08/2016), 2/02029 (22/11/2017), 5/11855 (13/07/2017), 5/00653 (19/07/2013), 2/008825 (23/01/2015), 3/02252 (19/07/2013), 5/12352 (04/10/2017), 5/09638 (29/09/2016), 5/09315 (29/07/2016), 5/10947 (23/03/2017), 5/12615 (07/11/2017), 3/04077 (25/10/2017), 4/06189 (27/07/2016), 4/12359 (03/03/2016.

 Hollerith Maschinen: prima macchina per la schedatura di massa


Tutto a posto? L’efficienza dell’IBM è stata provata in un tempo storico addirittura oscuro. Ne parla un saggio di Edvin Black - L’Ibm e l’olocausto - uscito nel  2001, un libro documentato che accusa la multinazionale di aver favorito l’organizzazione dei lager nella Germania nazista. 

L’IBM in effetti, ebbe un ruolo decisivo nel censimento e nelle deportazioni, anche nell'apartheid in Sudafrica e nella strategia terroristica della CIA in Sudamerica (fonte: National security Archive - Archivio di sicurezza nazionale americano). 


Ai giorni nostri le tecnologie informatiche possono avere un supporto rilevante nei sistemi totalitari. L’azienda nordamericana IBM ha fornito le macchine e le schede perforate per il trattamento automatico dei dati per realizzare l’Olocausto. L’azienda statunitense fornì consapevolmente ai nazisti quello che oggi si direbbe il know how, sfidando le leggi statunitensi che dal 1941 in poi vietarono rapporti commerciali con il Reich e con le industrie ad esso collegate. Per nessuno sarebbe stato possibile procedere senza la tecnologia  assolutamente essenziale della compagnia: Hitler aveva necessità dell'IBM.  A quel tempo ci fu una stretta collaborazione fra la corporation USA e la Germania di Hitler: prova che l’allora presidente dell’International Business Machines, Thomas Watson, collaborò col governo nazista fin dall’inizio. Le gerarchie naziste decisero di mappare nel minor tempo possibile l’intera popolazione tedesca. 

La filiale tedesca dell’IBM prese il nome tedesco di Dehomag (Deutsche Hollerith Maschinen Gesellschaft) per poter operare anche durante la guerra. Watson, nel 1933, forniva la tecnologia necessaria per il primo censimento del nazismo, a cui ne seguiranno altri più perfezionati, anche negli anni di guerra.
La storia si ripete nella disattenzione generale. L’intera popolazione sarà schedata, in modo da poter identificare gli ebrei e differenziare anche altre categorie, ad esempio, i soggetti che avevano sposato ebrei, gli ebrei che avevano combattuto durante la Prima guerra mondiale, la percentuale di sangue ebraico. La tecnologia dell’IBM permetterà una maggiore efficienza dell’industria bellica, e una migliore organizzazione dei trasporti. L’aiuto della Ibm fu fondamentale per realizzare l’olocausto degli ebrei e per ottenere i migliori risultati nello sterminio dei soggetti ritenuti indegni di vivere (zingari, disabili, mendicanti, dissidenti politici). Il fondatore Watson era talmente vicino ai nazisti che, nel 1937, ricevette la “Croce al merito dell’aquila tedesca”, la più alta onorificenza nazista che si poteva offrire ad uno straniero. Dopo lo scoppio della guerra, la Dehomag aprì nuove filiali nei territori conquistati (Austria, Polonia, Cecoslovacchia ecc.), per attuare nuovi censimenti. Addirittura, l’IBM, con rapidità ed efficienza, istituì nuove filiali nei territori che verranno occupati in seguito, anticipando le mosse della Wehrmacht. In tal modo i governi nazisti locali potevano da subito smascherare gli ebrei e deportarli. Questa realtà agghiacciante è inoppugnabilmente documentata. Alla fine della guerra, l’IBM potrà festeggiare una doppia vittoria: oltre agli enormi profitti maturati prima e durante la guerra, sarà considerata dagli Alleati una vittima dell’esproprio nazista, e potrà recuperare tutte le proprie macchine. Il movente principale della IBM era il profitto.

Il ruolo determinante di un'invenzione americana, la scheda perforata, e della società che, fin dall'avvento al potere di Hitler, aveva fornito la tecnologia delle schede, necessaria per censire gli ebrei tedeschi, l'International Business Machine. Il sistema delle schede perforate, precursore del computer, fu usato per facilitare vari aspetti della persecuzione degli ebrei: dalla loro identificazione tramite il censimento del 1933 in Germania, al trasferimento degli ebrei dell'Europa orientale nei campi di sterminio, fino alla conduzione dei lager.  

Attraverso sue affiliate, l'IBM aveva fornito calcolatrici agli aguzzini nazisti consegnando così loro gli strumenti per amministrare la macchina di sterminio dei Lager. Fu la Dehomag infatti a gestire il censimento tedesco del 1933, e quello successivo del 1934. Censimenti che avevano dichiaramente l'obiettivo di individuare la popolazione ebrea e porre le basi per l'Olocausto. Nelle schede Hollerith comparvero infatti per la prima volta elementi di classificazione quali la religione praticata, la razza, o definizioni come antisociale o omosessuale. Ora, in quegli anni in Germania le persecuzioni verso gli ebrei erano già cominciate, e la stampa internazionale, in particolare quella statunitense, nei riferiva puntualmente. Le mire espansionistiche della Germania di Hitler erano evidenti, ma al contrario i rapporti commerciali tra l'IBM, che verificava sin nei minimi particolari l'attività delle sue consociate, e il Reich ebbero un'accelerazione. La Dehomag, dopo il censimento, diventò un elemento insostituibile nella burocrazia tedesca, ma anche in settori che poi si sarebbero rivelati tristemente indispensabili per lo sterminio degli ebrei, come le ferrovie che le trasportavano verso i campi di concentramento. Nel contempo il prestigio di Watson cresceva, dentro e fuori i confini degli Usa. Era diventato presidente della Camera di commercio internazionale e un convinto fautore del libero mercato. Il suo motto, in anni in cui affacciava lo spettro della guerra, era «Pace mondiale attraverso il commercio mondiale». Mentre altre grandi aziende cominciavano a sospendere i rapporti con la Germania, al contrario Watson scelse deliberatamente di incrementarli. Al punto da meritarsi, nel 1937, una delle maggiori onorificenze di quella nazione, la Croce al merito dell'aquila tedesca, che ricevette durante l'annuale congresso della Camera di commercio da lui fissato a Berlino (i successivi si sarebbe dovuti tenere a Roma e Tokio) alla quale partecipò lo stesso Hitler. In quegli anni cruciali, insomma, Watson non nascondeva la propria simpatia per Hitler e per il nuovo assetto dell'Europa che di lì a poco si sarebbe delineato. Poteva non sapere dei piani del Furher? Certo lo sapevano i suoi diretti dipendenti, i vertici tedeschi della Dehomag, fanatici nazisti. Nello stesso anno, durante l'inaugurazione di uno stabilimento a Berlino, a proposito delle statistiche demografiche il presidente Heidinger disse: «Il medico esamina il corpo umano e verifica che tutti gli organi funzionino in modo da garantire il benessere dell'intero organismo. Noi (la Dehomag) siamo molto simili ai medici perchè sezioniamo, cellula dopo cellula, il corpo della cultura tedesca. Indichiamo ogni singola caratteristica su una piccola scheda (...) Siamo orgogliosi di poter contribuire a tale compito, un compito che fornisce al Medico della nostra Nazione (Hitler) il materiale necessario ai suoi accertamenti. Egli potrà stabilire se i valori calcolati sono tali da garantire la salute del nostro popolo: in caso contrario potrà prendere misure correttive per guarire il male». Poteva non sapere Watson, che telegrafò immediatamente per congratularsi con l'autore del discorso, a cosa si riferissero quelle parole? Con singolari coincidenze: l'apertura di nuove filiali, ad esempio in Cecoslovacchia o in Polonia, avveniva in concomitanza con le invasioni del Terzo Reich, qualche volta in anticipo di alcuni mesi. Chi era dunque Watson, un intimo del presidente Roosevelt o un fanatico nazista? Sicuramente un uomo abilissimo, capace di sviare i sospetti di filonazismo che, inevitabilmente, dopo l'inizio del conflitto (ma anche al termine) lambirono in modo insolitamente marginale la sua azienda. L’IBM, anche dopo che il governo americano proibì rapporti commerciali con la Germania e le nazioni sotto il suo dominio, continuò a gestire i propri affari attraverso la sua filiale madre in Europa, quella di Ginevra. E quando l'esercito alleato entrò nei campi di concentramento nessuno, di fronte a tanto orrore, si chiese a cosa servissero quelle macchine Hollerith con su scritto IBM o Dehomag che erano servite a far diventare numeri a 5 o 6 cifre milioni di individui e a garantire la puntualità dei treni della morte per Dachau, Auschwitz, Treblinka o Mauthausen.


Per ogni gruppo etnico (ebrei, zingari, eccetera) sulle schede perforate IBM c'era un apposito codice numerico. Le informazioni registrate sulle schede, elaborate per mezzo delle selezionatrici elettromeccaniche IBM, permisero di individuare e deportare milioni di ebrei verso i campi di concentramento in tempi rapidissimi, impensabili per l'epoca senza la tecnologia fornita dall'IBM. In particolare, grazie alle selezionatrici IBM i nazisti riuscivano a individuare con estrema efficienza le persone con cognome tedesco ma discendenti da famiglie ebraiche.


Un poster pubblicitario Dehomag del 1934 rappresentava un occhio che,   emettendo un raggio di luce,  scrutava una città dal cielo. Sul poster c'era anche il profilo di una scheda perforata IBM. Nell'insieme, l'immagine era decisamente inquietante. Lo slogan del poster recitava più o meno: "Potete controllare tutto con le schede perforate Hollerith". Le schede perforate IBM all'epoca si chiamavano "schede Hollerith", dal nome del loro inventore, l'americano Hollerith.

I rapporti tra Thomas J. Watson, il "boss" dell'IBM, e Adolf Hitler, restarono ottimi fino allo scoppio della guerra tra USA e Germania. Nel 1937 Hitler assegnò addirittura a Watson un alto riconoscimento nazista, l'"Ordine dell'Aquila Tedesca". Il riconoscimento era più che meritato: in quegli anni l'IBM deteneva il monopolio sulla tecnologia della schede perforate, e senza la tecnologia IBM difficilmente le idee deliranti di Hitler si sarebbero concretizzate in un sistema così efficiente per la  deportazione e lo sterminio di milioni di ebrei tedeschi.


riferimenti:

Gianni Lannes,  VACCINI DOMINIO ASSOLUTO, Battaglia Terme (PD) 2017.










http://bologna.repubblica.it/cronaca/2017/11/27/news /lavoro_ibm_e_sorelle_investono_43_milioni_di_euro_in_emilia-romagna-182343289/?refresh_ce























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