Intervento risalente al 1992 di Giovanni Russo Spena sulla ratifica del Trattato di Maastricht, quando a sinistra c'era ancora qualcuno col cervello acceso. Si accenna anche all'interpretazione dell'articolo 11 della Costituzione.
1992, LA PROFEZIA: VOI STATE COSTRUENDO L'EUROPA DEI CAPITALI, DEI RAZZISMI, DEI PROFUGHI
"Noi abbiamo la sgradevole sensazione che si stia andando, con frenesia suicida, con immotivata fretta con pressappochismo, ad un voto espresso per mero simbolismo politico, al quale ci costringe il Governo Amato. Stiamo rischiando di svolgere una discussione sul nulla, il che è sempre aberrante sotto il profilo politico e pericoloso per le sorti della democrazia...
Ci troviamo, colleghi, di fronte all'ennesimo golpe istituzionale...
Noi impugniamo la costituzionalità di un siffatto processo decisionale!
Questo è il vero deficit di democrazia. Ai lavoratori, alla gente si racconta ogni sera dagli schermi televisivi, da parte di compiacenti giornalisti, che occorre stringere la cinghia in nome di Maastricht, che lo Stato sociale universalistico deve diventare residuale in nome di Maastricht, che il salario nominale, per la prima volta dal dopoguerra, deve scendere in nome di Maastricht, senza che i soggetti sociali e politici possano discutere apertamente e collettivamente e dire la propria, esprimere quindi il proprio punto di vista...
Siete voi, signori del Governo, i veri antieuropeisti, perché in nome della finanza, della valorizzazione del capitale, dell'intreccio tra profitti e rendite finanziarie state distruggendo l'idea forte dell'Europa solidale, dell'Europa dell'autodeterminazione dei popoli, dell'Europa come socialità nuova, come comunità nuova. Non solo, ma state distruggendo anche l'idea di una nuova statualità, tanto più necessaria in un momento nel quale si frantuma drammaticamente l'idea stessa dello Stato nazione, delle identità statuali nazionali, e consuma la sua crisi annunziata nella tragedia quotidiana della frammentazione, del sangue versato, della povertà, degli esodi biblici di massa.
Voi state costruendo un'Europa che sarà insieme l'Europa dei capitali e l'Europa dello sviluppo malthusiano, l'Europa dei razzismi e dei profughi...
In secondo luogo, poniamo una riserva di costituzionalità alla ratifica del trattato di Maastricht, già sollevata nel paese ed in dottrina da eminenti costituzionalisti.
L'articolo 11 della Costituzione, infatti, parla esplicitamente di «limitazioni» e non di «trasferimenti» di sovranità, e fu storicamente redatto (basta andare a leggere le relazioni alla Costituente) in vista di una struttura internazionale come l'Organizzazione delle nazioni unite e non sovranazionale come le Comunità, che creano incostituzionalmente norme giuridiche valide direttamente in Italia: può riguardare, dunque, solo obblighi esterni, assunti dall'Italia nelle condizioni - tutte da verificare, peraltro - di cui all'articolo 11, e che limitano la tradizionale sovranità statale nei rapporti internazionali, e non certo invece situazioni incidenti direttamente sui poteri degli organi statali, per assegnare poi gli stessi ad organi esterni, cioè quelli comunitari.
Maastricht incide, colleghi, sino alla sottrazione totale (o forte restrizione di sovranità) di poteri a taluni organi, anzitutto al Parlamento. Un primo gravissimo contrasto con la Costituzione è formale ed è costituito dall'alterazione del circuito sovranità popolare-Stato, sancito dall'articolo 1, secondo comma, che recita: «La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». Solo organi italiani, eletti o risultanti dai procedimenti del sistema italiano e secondo le rispettive competenze, esprimono la sovranità del popolo italiano. Ad essi spetta, tra l'altro, la responsabilità di attuare princìpi di base e diritti fondamentali, dall'articolo 2 sino all'articolo 47 della Costituzione.
Un ulteriore contrasto, sostanziale, è che nel quadro comunitario o dell'Unione europea, gli organi esterni - con partecipazione assolutamente preminente degli esecutivi statali - alterano lo schema di fondo della divisione dei poteri, che è alla base del sistema italiano. Salta, per determinanti e sempre più ampi settori, la garanzia della legge e della stessa Costituzione.
Noi siamo fermamente e duramente contrari al trattato di Maastricht; non già perché siamo contro l'Europa, ma proprio perché vogliamo costruirla davvero, nella democrazia, nella giustizia sociale, in un quadro di rapporti internazionali fra nord e sud diverso da quello attuale.
L'attuale trattato, badate colleghi, già non sta reggendo; sicuramente non reggerà alla prova: con ogni probabilità, incentivando recessione, disoccupazione, povertà (e quindi attacchi alla democrazia e nuove spinte di destra) andrà presto in crisi e questa sua crisi produrrà, di qui a qualche anno, molte macerie e grandi mali. Non facciamo allora gli apprendisti stregoni: facciamo crescere il dibattito, cerchiamo di rompere il cappio monetarista recessivo, antisociale, antidemocratico, che sta strangolando l'Italia e l'idea stessa d'Europa, proprio in nome di un'Europa dei popoli e democratica.
Insomma, colleghi, mi pare non vi sia - e a noi, come gruppo, sembra che non vi sia - motivo alcuno, se non l'affannoso arrancare di Amato dietro ad ogni ancora di salvezza, per non dichiarare l'incostituzionalità del disegno di legge di ratifica del trattato di Maastricht e sospendere questa discussione, che porterebbe ad un'Europa sbagliata, che non piace ai popoli; che porterebbe, quindi, alle macerie d'Europa. Speriamo che perlomeno, questa volta, prevalga il buon senso!" (Applausi dei deputati del gruppo di rifondazione comunista).
Giovanni Russo Spena sulla ratifica del Trattato di Maastricht.
Editoriale quotidiano del 18/07/2019
Lorenzo D'Onofrio
FSI-Riconquistare l'Italia
"Noi abbiamo la sgradevole sensazione che si stia andando, con frenesia suicida, con immotivata fretta con pressappochismo, ad un voto espresso per mero simbolismo politico, al quale ci costringe il Governo Amato. Stiamo rischiando di svolgere una discussione sul nulla, il che è sempre aberrante sotto il profilo politico e pericoloso per le sorti della democrazia...
Ci troviamo, colleghi, di fronte all'ennesimo golpe istituzionale...
Noi impugniamo la costituzionalità di un siffatto processo decisionale!
Questo è il vero deficit di democrazia. Ai lavoratori, alla gente si racconta ogni sera dagli schermi televisivi, da parte di compiacenti giornalisti, che occorre stringere la cinghia in nome di Maastricht, che lo Stato sociale universalistico deve diventare residuale in nome di Maastricht, che il salario nominale, per la prima volta dal dopoguerra, deve scendere in nome di Maastricht, senza che i soggetti sociali e politici possano discutere apertamente e collettivamente e dire la propria, esprimere quindi il proprio punto di vista...
Siete voi, signori del Governo, i veri antieuropeisti, perché in nome della finanza, della valorizzazione del capitale, dell'intreccio tra profitti e rendite finanziarie state distruggendo l'idea forte dell'Europa solidale, dell'Europa dell'autodeterminazione dei popoli, dell'Europa come socialità nuova, come comunità nuova. Non solo, ma state distruggendo anche l'idea di una nuova statualità, tanto più necessaria in un momento nel quale si frantuma drammaticamente l'idea stessa dello Stato nazione, delle identità statuali nazionali, e consuma la sua crisi annunziata nella tragedia quotidiana della frammentazione, del sangue versato, della povertà, degli esodi biblici di massa.
Voi state costruendo un'Europa che sarà insieme l'Europa dei capitali e l'Europa dello sviluppo malthusiano, l'Europa dei razzismi e dei profughi...
In secondo luogo, poniamo una riserva di costituzionalità alla ratifica del trattato di Maastricht, già sollevata nel paese ed in dottrina da eminenti costituzionalisti.
L'articolo 11 della Costituzione, infatti, parla esplicitamente di «limitazioni» e non di «trasferimenti» di sovranità, e fu storicamente redatto (basta andare a leggere le relazioni alla Costituente) in vista di una struttura internazionale come l'Organizzazione delle nazioni unite e non sovranazionale come le Comunità, che creano incostituzionalmente norme giuridiche valide direttamente in Italia: può riguardare, dunque, solo obblighi esterni, assunti dall'Italia nelle condizioni - tutte da verificare, peraltro - di cui all'articolo 11, e che limitano la tradizionale sovranità statale nei rapporti internazionali, e non certo invece situazioni incidenti direttamente sui poteri degli organi statali, per assegnare poi gli stessi ad organi esterni, cioè quelli comunitari.
Maastricht incide, colleghi, sino alla sottrazione totale (o forte restrizione di sovranità) di poteri a taluni organi, anzitutto al Parlamento. Un primo gravissimo contrasto con la Costituzione è formale ed è costituito dall'alterazione del circuito sovranità popolare-Stato, sancito dall'articolo 1, secondo comma, che recita: «La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». Solo organi italiani, eletti o risultanti dai procedimenti del sistema italiano e secondo le rispettive competenze, esprimono la sovranità del popolo italiano. Ad essi spetta, tra l'altro, la responsabilità di attuare princìpi di base e diritti fondamentali, dall'articolo 2 sino all'articolo 47 della Costituzione.
Un ulteriore contrasto, sostanziale, è che nel quadro comunitario o dell'Unione europea, gli organi esterni - con partecipazione assolutamente preminente degli esecutivi statali - alterano lo schema di fondo della divisione dei poteri, che è alla base del sistema italiano. Salta, per determinanti e sempre più ampi settori, la garanzia della legge e della stessa Costituzione.
Noi siamo fermamente e duramente contrari al trattato di Maastricht; non già perché siamo contro l'Europa, ma proprio perché vogliamo costruirla davvero, nella democrazia, nella giustizia sociale, in un quadro di rapporti internazionali fra nord e sud diverso da quello attuale.
L'attuale trattato, badate colleghi, già non sta reggendo; sicuramente non reggerà alla prova: con ogni probabilità, incentivando recessione, disoccupazione, povertà (e quindi attacchi alla democrazia e nuove spinte di destra) andrà presto in crisi e questa sua crisi produrrà, di qui a qualche anno, molte macerie e grandi mali. Non facciamo allora gli apprendisti stregoni: facciamo crescere il dibattito, cerchiamo di rompere il cappio monetarista recessivo, antisociale, antidemocratico, che sta strangolando l'Italia e l'idea stessa d'Europa, proprio in nome di un'Europa dei popoli e democratica.
Insomma, colleghi, mi pare non vi sia - e a noi, come gruppo, sembra che non vi sia - motivo alcuno, se non l'affannoso arrancare di Amato dietro ad ogni ancora di salvezza, per non dichiarare l'incostituzionalità del disegno di legge di ratifica del trattato di Maastricht e sospendere questa discussione, che porterebbe ad un'Europa sbagliata, che non piace ai popoli; che porterebbe, quindi, alle macerie d'Europa. Speriamo che perlomeno, questa volta, prevalga il buon senso!" (Applausi dei deputati del gruppo di rifondazione comunista).
Giovanni Russo Spena sulla ratifica del Trattato di Maastricht.
Editoriale quotidiano del 18/07/2019
Lorenzo D'Onofrio
FSI-Riconquistare l'Italia
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