253 morti e oltre 500 feriti, questa è stata la reazione di alcune delle massime autorità politiche, religiose, mediatiche.
Bergoglio che molto in ritardo biascica due parole di circostanza in attesa dell’ennesimo sermone sui migranti (più che la Chiesa di Cristo pare ormai la Chiesa di Soros), i giornali che non si azzardano a parlare di terrorismo islamico (si sa, perché non si passi da razzisti) preferendo la formula “terrorismo di matrice religiosa”, e addirittura Hillary Clinton e Barack Obama che non riescono neppure a pronunciare la parola “cristiani” per le vittime, preferendo l’espressione “Easter Worshippers” (adoratori di/della Pasqua).
Viene da chiedersi da dove provenga questa continua indulgenza verso l’Islam, anche nelle sue forme più violente, e questo continuo attacco al Cristianesimo. Tanto più che coincide con un numero preoccupante di roghi di chiese in Francia, solo ultima delle quali Notre Dame, che è proprio difficile liquidare come “incidenti”.

| La natura anticristiana delle élite |

Le chiavi di lettura sono molte: la natura anticristiana della massoneria internazionale, la diffusione del satanismo conclamato nelle alte sfere, la necessità dei Dem di rivolgersi ad un target non conservatore e “multiculturale”, la paura di uno scontro frontale con l’Islam radicale, l’intelligenza dei Dem stessi con l’Islam radicale (sponsorizzato notoriamente dagli Usa in Medio Oriente per i loro obiettivi geopolitici).
Uno dei motivi però mi sembra meritevole di essere sottolineato: ed è nella natura stessa del messaggio cristiano.
Premettendo che chi scrive non è di certo un fervente cattolico, occorre notare come il Cristianesimo, così come il comunismo (per quanto i fedeli delle due “chiese” si siano combattuti per anni) contenga un nucleo di valori solidaristici e di eguaglianza sociale che fa direttamente a pugni con lo sfrenato competitivismo del capitalismo sregolato. Non solo: il vero Cristianesimo disprezza la ricchezza e il materialismo (denaro “sterco del demonio”), al punto che ai cristiani durante il Medioevo era vietato il prestito dietro interesse, e quindi il mestiere di usuraio e poi di banchiere, che veniva esercitato dagli ebrei.
Al di là delle questioni di fede, qualsiasi attivista contro i crimini del settore bancario non può non avere in simpatia la figura di Gesù che caccia i mercanti dal tempio.

| L’arricchimento sfrenato delle lobby |

In un periodo di strapotere del capitale finanziario, in cui sono le banche internazionali a farla da padrone, il messaggio solidale, di eguaglianza e di disprezzo verso l’arricchimento sfrenato della religione cristiana diventa una bestemmia intollerabile, almeno quanto quello del comunismo.
Ben venga, quindi, nell’ottica del grande capitale, la fine di queste religioni e ideologie, anche ad opera di fanatici di ogni ordine e grado.
Non è un caso se la banca JpMorgan chiedeva anni fa la revisione della nostra Costituzione, considerata “troppo socialista”. In effetti la Costituzione italiana è il frutto di un delicato equilibrio tra tre anime preponderanti: quella cattolica, quella comunista e quella liberale.
Questo equilibrio ha reso la nostra Costituzione una tra le più belle del mondo, con una spiccata attenzione verso l’aspetto sociale.

| La famiglia sotto attacco |

Ma non sono solo il cristianesimo e il comunismo – con i loro aspetti solidaristici – ad essere sotto attacco. Anche l’istituzione della famiglia naturale è sempre più messa in discussione, con il diffondersi di pratiche come le adozioni gay e l’utero in affitto, con i bambini e il grembo materno trattati alla stregua di merce da acquistare.
Si diffonde in tal senso un pauroso relativismo, sintetizzato dalla ambigua formula “Love is love”, che potrebbe portare un domani “a poter sposare il proprio pesce rosso, ma in totale povertà” come preconizzato con ironia da Alberto Bagnai in una conferenza, a proposito della sinistre che hanno abbandonato la lotta di classe in cambio di diritti “cosmetici”.
A completare il quadro si aggiunge la progressiva distruzione della fedeltà allo Stato-nazione, alla bandiera, alla lingua, alla cultura di appartenenza, attuata tramite realtà sovranazionali come l’Unione Europea e la progressiva sostituzione etnica operata grazie alle Ong e all’immigrazione di massa.
Il fine ultimo è rendere l’individuo un mero consumatore, in competizione con ogni altro individuo per denaro e gratificazioni sociali, al di fuori di qualsiasi rete di solidarietà o appartenenza particolare. Cosicché ogni uomo, in un clima di totale nichilismo, giochi allo stesso gioco dei grandi capitalisti, un gioco in cui – ovviamente – loro vincono sempre.
La soluzione è nella difesa dei costumi, delle identità e delle tradizioni particolari, nella ricerca di un senso esistenziale che non sia solo quello della domanda e dell’offerta, nella riaffermazione della famiglia naturale rigettando ogni abominio contro natura, e nel pretendere che finanza ed economia tornino a servire la collettività, e non il contrario.