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giovedì 7 giugno 2018

Intervento del 5 Giugno del senatore Pillon (Lega)

Pillon risponde alle critiche di Renzi: ecco cosa ricorda all’ex premier

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Riportiamo interamente l’intervento del 5 giugno di Simone Pillon, senatore della Lega, per la fiducia del governo al Senato.
Pillon risponde a Renzi e alle sue critiche, facendo notare all’ex segretario del PD che “gli italiani si sono ricordati” e che per aiutare i cittadini “era indispensabile cambiare modo di far politica, nel metodo e nel merito.”
Non dimentica inoltre di ricordare le vere radici culturali e sociali del nostro Paese, che spesso nei vecchi governi sono state sopraffatte da assurde pretese ideologiche. L’intervento di Pillon:
“Signor presidente, Colleghi senatori, Signori del governo. Ancora una volta dobbiamo ascoltare dal senatore Renzi lezioncine di pretesa superiorità morale, non solo sul piano politico ma addirittura sul piano familiare da parte di chi ha consegnato il nostro paese alle multinazionali degli amici, ha lasciato i cittadini italiani soli davanti alla crisi, ha imposto le proprie ideologie contro la maggioranza del paese e ha tentato di occupare manu militari le tv di stato pagate dai cittadini e tutte usate per il killeraggio contro gli avversari politici.
Senatore Renzi, ricorda quando lesse “ci ricorderemo”? Ecco, gli italiani si sono ricordati. Prima col referendum e poi con le elezioni politiche e quelle amministrative.

Non è sfuggito ai più acuti analisti che le cause profonde della crisi economica che ancora stiamo attraversando non sono solo economiche ma prima di tutto valoriali.
Gli ultimi governi del nostro paese hanno perseguito caparbiamente politiche individualiste e laiciste portando gli italiani ad un colossale deficit di speranza.
E’ più che mai indispensabile che questo governo sappia aiutare i nostri concittadini a ritrovare le ragioni della speranza e ad agganciare così la ripresa valoriale, da cui poi discenderà una nuova e più solida ripresa economica.
Per ottenere questo ambizioso risultato era indispensabile cambiare modo di far politica, nel metodo e nel merito.
In entrambi gli ambiti ci pare che il suo governo signor primo ministro parta davvero con il piede giusto.
Nel metodo. Partendo da un incontro tra forze politiche diverse, ma che pure avevano modo di apprezzarsi reciprocamente nella battaglia per fermare l’assurda riforma costituzionale tentata dal governo Renzi, si è individuata una chiara strategia per cambiare l’Italia, una strategia alternativa alle imposizioni di una Europa sempre più matrigna, di una globalizzazione delle multinazionali, di uno strapotere della finanza che mira a ridurre gli italiani a consumatori quando non a meri ingranaggi.
Nel merito. Il contratto di governo è ricco e apprezzabile. Mi limito in questa sede a elogiare le disposizioni previste per la famiglia. 
Penso alle nostre famiglie, vero motore del nostro Paese: penso alle mamme e ai papà che ogni giorno accompagnano i figli a scuola e poi vanno a lavorare, alle famiglie adottive o che vorrebbero adottare, bloccate dal disastro della commissione bloccata per oltre 3 anni dal PD nella scorsa legislatura, alle famiglie con disabili, con anziani, alle famiglie numerose, alle famiglie colpite dalla crisi o dalla vedovanza. 
Penso alle famiglie terremotate che in Umbria, nelle Marche, in Lazio e in Abruzzo in qualche caso ancora attendono la rimozione delle macerie, alle famiglie separate, alle imprese familiari, tutte lasciate sole dal PD che ha preferito inseguire le ideologie piuttosto che prendersi cura della realtà.
Bene avete fatto a prevedere un ministro, e quel ministro, quale titolare del dicastero della famiglia e della disabilità
Bene avete fatto a prevedere l’equità fiscale della flat tax modulata sul fattore famiglia per dare giustizia ai padri e alle madri di famiglia
Bene avete fatto a mettere al centro la sicurezza delle nostre famiglie, perché ognuno di noi vuol sapere che la sua famiglia e i suoi bambini sono al sicuro
Benissimo avete fatto ad affrontare coraggiosamente il tema della natalità perché senza figli non c’è futuro. 
Mi permetto di suggerire che le cause dell’inverno demografico sono prima culturali e solo dopo economiche.
Benissimo avete fatto a proporre una giustizia a misura di famiglia prevedendo l’affido materialmente condiviso per i figli delle coppie separate, perché è sacrosanto diritto dei bambini, previsto dalla convenzione ONU, crescere con la loro mamma e il loro papà.
In questo senso sarà opportuno meglio garantire il diritto dei genitori a decidere dell’educazione dei loro figli, come previsto dall’articolo 30 della costituzione.
Solo così, ripartendo dalle nostre meravigliose famiglie, e poi a salire, dalle comunità locali, dalle comunità comunali e regionali, là dove pulsa il cuore del paese reale, il suo governo saprà aiutare gli italiani a ritrovare quella speranza, quella ripresa valoriale che i nostri concittadini hanno tutto il diritto di veder realizzata.
Mi permetto infine di ricordare le vere radici culturali e sociali del nostro Paese, perché non si può pensare, come fa qualcuno, di mantenere i valori cristiani recidendo, con assurde pretese ideologiche, le nostre radici cristiane. Lo dico ai colleghi del PD: lo stato è laico, non laicista.
Signori del governo, saremo felici di collaborare con voi. Buon lavoro! E che Dio benedica l’Italia”. Simone Pillon 

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