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mercoledì 6 febbraio 2019

Produrre energia pulita sfruttando le onde del mare. Un’idea non del tutto nuova, ma in Giappone è realtà e promette di produrre 10 volte più energia rispetto a quella del nucleare. Energia pulita e sicura.

Un’idea nata nel 2012, grazie agli scienziati dell’Okinawa Institute of Science and Technology Graduate University(OIST) in Giappone, col un progetto intitolato “Sea Horse”. L’obiettivo? Sfruttare l’energia della corrente oceanica “Kuroshio”. Quest’ultima è la seconda corrente oceanica più grande del mondo, dopo quella circumpolare antartica. Nasce nell’Oceano Pacifico al largo delle coste di Taiwan e si sposta verso il Giappone, dove si unisce alla corrente del Pacifico settentrionale. Il suo soprannome è “corrente nera”, traduzione letterale di kuroshio, per via del colore intenso e scuro delle sue acque.
Nel tratto di costa giapponese lambito da questa corrente, gli scienziati giapponesi puntano a produrre energia pulita, grazie a queste turbine sommerse ancorate al fondo del mare, attraverso dei cavi di ormeggioLe turbine sono in grado di convertire l’energia cinetica delle correnti naturali di Kuroshio in elettricità, poi trasmessa a terra attraverso cavi sottomarini.
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La fase iniziale del progetto ha avuto successo. Da allora il team ha avuto un’altra idea: sfruttare i tetrapodi, strutture spesso poste lungo la linea costiera per indebolire la forza delle onde in arrivo e proteggere le rive dall’erosione. “Sorprendentemente, il 30% della riva del mare in Giappone è coperto da tetrapodi e sistemi di protezione contro le onde” spiega il professor Tsumoru Shintake, a capo della ricerca. Basta sostituirli o ancorare ad essi delle turbine per generare altra energia pulita e contemporaneamente proteggere le coste.
“Utilizzando solo l’1% delle coste del Giappone si possono generare circa 10 gigawatt di energia, pari a 10 centrali nucleari”. Per affrontare questa idea, i ricercatori dell’OIST nel 2013 hanno lanciato il progetto “WEC”, che prevedeva l’immissione di turbine in punti chiave della linea costiera per generare energia. Ogni postazione avrebbe consentito alle turbine di essere esposte alle condizioni ideali, sia per generare energia pulita e rinnovabile, che per proteggere la costa dall’erosione.
Le turbine stesse sono state costruite per resistere alle forti spinte delle onde. Molto flessibili e leggere, secondo gli scienziati sono state progettate per non danneggiare la vita marina, visto che le pale ruotano a una velocità accuratamente calcolata, che consente alle creature eventualmente intrappolate di fuggire.
Ora, il professor Shintake e i ricercatori dell’unità hanno completato i primi passi del progetto e stanno preparando l’installazione dei modelli di turbine dal diametro di 0.70 metri, per il loro primo esperimento commerciale. Il progetto prevede l’installazione di due turbine che alimenteranno i LED per una dimostrazione.
“Immagino il pianeta tra duecento anni. Spero che queste turbine lavoreranno sodo e bene, su ogni spiaggia su cui sono state installate”, ha detto Shintake.
Articolo di Francesca Mancuso

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