Creato per sbaglio, enzima “mangia-plastica”: degrada una bottiglia in 96 ore
L’enzima mangia-plastica esiste: scoperto per sbaglio, potrebbe salvarci dall’inquinamento.
Questo enzima mangia-plastica potrebbe salvarci dall’inquinamento, distruggendo la nostra spazzatura. È in grado, infatti, di digerire alcune delle plastiche più inquinanti, rappresentando una papabile soluzione contro il problema ambientale più grave: quello appunto della plastica. La conferma arriva dalla University of Portsmouth, che sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences ha pubblicato i risultati di questa scoperta nello studio intitolato “Characterization and engineering of a plastic-degrading aromatic polyesterase”. Ma come è possibile? E perché l’hanno scoperto per sbaglio?
Dalla natura al laboratorio
I ricercatori spiegano che stavano analizzando un enzima mutante, il PETase – scoperto dai giapponesi e in grado di digerire la plastica, ma troppo lentamente – quando per sbaglio sono riusciti a creare un nuovo enzima mangia-plastica, anche migliore di quello che si sviluppa in natura.
Rapidità contro la plastica
Per capire quanto fosse rapido il nuovo enzima, i ricercatori lo hanno testato su una bottiglia di plastica comunemente utilizzata per le bevande gasate e, dalle osservazioni fatte a microscopio, hanno potuto notare il livello di degradazione dopo 96 ore. Un ottimo livello, che però adesso necessita di un’accelerazione, stanno cioè parlando di rendere questo enzima 1.000 volte più rapido nel suo “lavoro”.
Ci siamo dati la zappa sui piedi da soli
Insomma, gli scienziati adesso sono al lavoro per cercare di risolvere il problema della plastica che, se inizialmente sembrava rappresentare la più grande scoperta del secolo scorso, col tempo si è rivelata un vero danno a livello ambientale di non facile soluzione: i nostri mari, per esempio, sono stracolmi di plastica che, oltre a rovinare il paesaggio, sta letteralmente “soffocando” gli esseri viventi di questo ecosistema. Per non parlare dell’inquinamento provocato dallo smaltimento a terra della plastica, che porta con sé anche traffici illeciti, come ha mostrato l’inchiesta di Fanpage.it, “Bloody Money”.
Il futuro
Grazie a quanto realizzato inavvertitamente, i ricercatori sono al momento impegnati per migliorare le capacità del loro enzima e renderlo effettivamente utilizzabile a livello industriale, in modo da distruggere la plastica in poco tempo e senza inquinare.
Rivisto da Conoscenzealconfine.it
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