Manipolazione, governo “invisibile” e propaganda: da Edward Bernays ai giorni nostri
«La manipolazioneconsapevole e intelligente, delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica, coloro i quali padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il Paese.
Noi siamo in gran parte governati da uomini di cui ignoriamo tutto ma che sono in grado di plasmare la nostra mentalità, orientare i nostri gusti, suggerirci cosa pensare».
Scriveva così nel lontano 1928 il nipote di Freud, Edward Bernays, considerato il fondatore delle Pubbliche Relazioni e l’ideologo degli attuali spin doctor. Possiamo ritenere Bernays il “padre” dei cosiddetti “stregoni della notizia” come li ha battezzati il giornalista e scrittore Marcello Foa nel suo omonimo saggio, ossia il padre di quegli esperti di comunicazione che manipolano l’opinione pubblica per ottenere il consenso. Proprio Foa, ora Presidente RAI, è stato ospite venerdì 11 gennaio con me e l’amico Marco Castelli dell’Accademia Diciannove presso loSpazio UNO per parlare di fake news e credibilità dei media.
La propaganda secondo Edward Bernays
Nel suo saggio Propaganda, Bernays spiegava che nei sistemi democratici la propaganda è fondamentale per “dare forma al caos”: per evitare che la democrazia ci porti al caos e alla paralisi sociale, un “governo invisibile” manipola, le opinioni, le abitudini e le scelte dei cittadini, lasciando a costoro l’illusione di essere liberi. Le tecniche usate dal potere per plasmare l’opinione pubblica sono state inventate e sviluppate man mano negli anni «via, via che la società diventava più complessa e l’esigenza di un governo invisibile si rivelava sempre più necessaria».
La lezione di Bernays, in estrema sintesi, è che
ai metodi repressivi oggi si preferisce affiancare la manipolazione “dolce” volta a far credere ai cittadini che costoro siano liberi di scegliere quando invece le loro decisioni vengono orientate dall’alto. Nessun regime, ma neppure nessuna democrazia, può sostenersi senza la propaganda di cui i media mainstream e lo spettacolo in generale si fanno docile cassa di risonanza.
Il governo invisibile e la manipolazione di massa
Con l’avvento della moderna società di massa il potere ha dovuto infatti esercitarsi su un numero sempre maggiore di persone.
L’arte del controllo ha finito per divenire una scienza delle Pubbliche Relazioni o, meglio, una “scienza della manipolazione” che riesce a influenzare comportamenti e modi di essere, a volte senza nemmeno dover fare uso della coercizione fisica (pensiamo al fenomeno degli spin doctors). Esso si è reso invisibile, permanente e capillare, e investe tutti in quello che il sociologo Marshall McLuhan ha denominato il “villaggio globale”.
Come anticipato, Bernays parlava di «tecniche usate per inquadrare l’opinione pubblica» portate avanti da un “governo invisibile”.
Il potere oggi, per risultare maggiormente efficace, preferisce infatti rimanere “nell’ombra”, mostrandosi il meno possibile. Un potere nascosto, ha il pregio di rimanere praticamente inattaccabile. Può anche favorire ora l’uno ora l’altro dei “poteri visibili” e persino, se lo ritiene necessario, favorire contemporaneamente due schieramenti apparentemente opposti che potranno così, più o meno incoscientemente, perseguire in maniera diversa l’unico fine a cui mira tale Potere (il metodo del Divide et Impera).
Infine, un potere nascosto (o comunque non immediatamente identificabile dai più) ha la possibilità di fare quello che nessun governo o potere visibile può compiere fino in fondo: manipolare quasi alla perfezione i sentimenti e la mentalità di massa senza dare l’impressione di farlo; controllare i popoli entrando nel loro immaginario, plasmando cioè le menti, le coscienze degli individui.
L’emergenza fake news: realtà o strumentalizzazione?
In questo scenario si inserisce l’attuale battaglia mainstream contro le cosiddettefake news che sembra riecheggiare l’operato del Miniver orwelliano: si tratta cioè di un’articolata caccia alla streghe che ha come obiettivo la repressione del dissenso. Essa strumentalizza la questione del cyber bullismo e il dilagare di bufale sul web per portare all’approvazione di una censura della Rete, arrivando a ipotizzare l’introduzione del reato d’opinione, una forma moderna di psicoreato.
Lo scopo è quello di continuare a manipolare l’opinione pubblica e in particolare coloro che sono considerati “semplici spettatori”, ossia quel gregge (noi, il popolo) che va orientato nelle proprie scelte in modo che non si svegli e soprattutto che non esprima il proprio pensiero in modo libero e critico.
La polemica sulle fake news ha pertanto come obiettivo la creazione di un’informazione certificata: solo le notizie con il “bollino” saranno considerate tali. Tutte le altre potranno essere addirittura espulse dal web e con il pretesto delle fake news si potranno oscurare pagine social di pensatori scomodi o di blogger non mainstream, introducendo di fatto la censura.
Dobbiamo quindi essere consapevoli di essere immersi nella propaganda e che se non vogliamo ritrovarci in una società distopica come quelle immaginate da saggisti e romanzieri visionari, siamo ancora in tempo a “svegliarci” e riappropriarci del nostro futuro, sapendo che anche la libertà, come la verità, richiede un impegno costante.
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Vuoi approfondire? Guarda qui la conferenza integrale “Fake News”, con il presidente RAIMarcello Foa e la giornalista e Scrittrice Enrica Perucchietti, tenutasi a Spazio Uno | Torino, in centro conferenze di Uno editori!
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