Caso Battisti: la perversione mediatica
E' stupefacente la discussione che si è riuscita a creare attorno all'arresto di Cesare Battisti. Un criminale viene arrestato e riportato a casa sua, dove viene a scontare l'ergastolo. La notizia dovrebbe finire qui.
Ma invece di celebrare semplicemente un successo della giustizia, ora i media si scatenano a discutere sul fatto che il suo arresto sia stato "troppo spettacolarizzato".
La sera del rientro di Battisti i talk televisivi non parlavano d'altro. Su ogni canale, da Rai3 alla Sette a Rete 4 si discuteva il fatto che i ministri dell'interno e della giustizia avessero "fatto passerella" all'aeroporto di Ciampino. Mentre oggi si critica il fatto che il ministro Bonafede abbia pubblicato un video di tre minuti che mostra le ultime fasi del rientro di Battisti. "Che squallore davvero - hanno commentato sui social - Uno dei punti più bassi della Repubblica. Siete riuscite a dare il palcoscenico ad un assassino che non si meritava tutta questa pubblicità".
Il problema di cui non ci si rende conto è che lo stesso "palcoscenico" che viene criticato oggi per la spettacolarizzazione della notizia è quello che la notizia l'ha creata. Quando la televisione va a intervistare Battisti a casa sua in Brasile, e gli permette di fare il bullo davanti alle telecamere perchè lui si ritiene sotto protezione inattaccabile, si sta creando il mostro di cui poi le televisioni saranno "obbligate" ad occuparsi quando avverrà il suo arresto.
Nel cinema c'è un meccanismo che si chiama set-up and pay-off, ovvero "preparazione e risoluzione". Nella fase del set-up tu costruisci le aspettative che coinvolgono emotivamente il pubblico, e poi al momento del pay-off "ripaghi" - letteralmente - quelle aspettative con la risoluzione del problema.
Se non costruisci prima il set-up, non puoi avere il pay-off. Se non crei prima il dramma della perdita del figlio da parte di Lori del Santo, poi non puoi dare Lori del Santo in pasto al pubblico nel Grande Fratello.
Idem per Battisti: se i telegiornali non ci avessero segnalato per mesi interi le comparizioni, gli spostamenti, gli avvistamenti e le fughe continue di Battisti, oggi il suo arresto sarebbe stato una semplice notizia di tre righe in quinta pagina dei giornali.
Invece oggi il pay-off è stato esattamente proporzionale al set-up. hanno semplicemente ripagato lo spettatore delle aspettative che gli avevano costruito nel subconscio.
Quindi, non solo la macchina che oggi denuncia la spettacolarizzazione è la stessa che ieri l'ha costruita, ma poi non ci si può lamentare che il politico di turno utilizzi quella macchina per trarne un vantaggio in termini di popolarità.
Se l'arresto di Battisti è stato preparato fin dall'inizio come evento mediatico, è logico che poi i politici vogliano sfruttare l'evento mediatico a proprio favore.
Ma la macchina televisiva divora perennemente sè stessa, e si dimentica completamente di aver creato lei l'evento che oggi cerca di criticare. Il problema è che il pubblico vive "dentro" a quella scatola, e da fuori non riesce a vederla. Dentro quella scatola "esiste" il mito del fuggitivo Battisti, e dentro a quella scatola si celebra la sua cattura, con relative polemiche per la sua spettacolarizzazione. Avviene tutto lì dentro. Un fenomeno autoreferenziale assoluto, che solo quei pochi che riescono ad osservarlo da fuori riescono ad indentificare.
Massimo Mazzucco
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