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mercoledì 18 dicembre 2019

Francia. Manomessa la rete elettrica. La rivoluzioni sta iniziando.

Giuseppe Sandro Mela.

2019-12-18.

Ivan Iv. Il Terribile. 001

I tiranni e le relative tirannie si abbattono solo con le armi e le rivoluzioni.

E Mr Macron si comporta da tiranno fin dai primi momenti della sua elezione.

L’enigma della bega Macron – Pierre de Villiers.

«Il capo di Stato maggiore dell’esercito, il generale Pierre de Villiers, ha presentato le sue dimissioni al presidente Macron. Lo scorso 12 luglio de Villiers aveva duramente criticato le proposte sul bilancio della Difesa annunciate dal governo.»

Gilets Jaunes. È calato l’omertoso silenzio dei media liberal. Ma erano 84,000 ….

«Il coro generale è:

«Macron: vattene!»

La rivolta, che era iniziata per protestare con l’aumento delle tasse sui carburanti ed altri provvedimenti analoghi, si è trasformata nel tempo, molto rapidamente, in una generalizzata protesta con il regime di Mr Macron, che ha dovuto rimangiarsi tutti i provvedimenti presi ed indire degli stati generali.»

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Francia. Tutti uniti contro il Governo, contro Macron.

«Il 5 è iniziato un lungo percorso di proteste nel paese transalpino a causa della riforma delle pensioni e anche i poliziotti sono pronti a scendere in piazza … E’ cominciato il «dicembre nero» francese. Sarà molto probabilmente un mese (e forse più) di scioperi, manifestazioni, incidenti, polemiche e vita dura per tutti quanti»

«L’uscita di scena di Delevoye porta a 16 il numero delle persone che hanno lasciato il governo dall’inizio del quinquennio di Macron, un record. L’Eliseo assicura che verrà sostituito al più presto.»

Tutto quello che c’è da sapere sul dossier Benalla che inguaia Macron

«L’ex collaboratore del presidente francese è in detenzione provvisoria. Secondo i giudici la scorsa estate non ha rispettato i vincoli, incontrando il suo ex collega Vincent Crase»

Macron perde un altro pezzo: se ne va anche Ismaël Emelien

«Il consigliere speciale faceva parte del giglio magico del presidente francese. L’addio sarebbe legato al suo coinvolgimento nell’affaire Benalla»

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«Oggi nuova manifestazione. Si dimette ‘Monsieur Pensioni’ Premier convoca sindacati mercoledì»

«Si inasprisce il conflitto sociale in Francia, dove al tredicesimo giorno di paralisi dei trasporti 90.000 case sono rimaste senza luce a causa di azioni volontarie commesse da esponenti del sindacato CGT nella rete elettrica di Lione e della regione della Gironda (RTE).»

«La direzione del gestore della rete ha denunciato “atti ostili” legati al “movimento sociale” contro la riforma delle pensioni. Subito dopo, le azioni sono state rivendicate dalla CGT della RTE»

«Ancora una volta, come successo per Sylvie Goulard proposta da Macron alla Commissione europea, i riflettori hanno inquadrato zone d’ombra e il prescelto ha dovuto rinunciare»

«Intanto, l’esasperazione si sta facendo strada, a poco più di una settimana da Natale e con il Paese bloccato»

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Già.

Più il tempo passa e più i francesi diventano violenti: sono esasperati.

Ivan IV era un vero dittatore a tutti gli effetti, e ben si era meritato l’appellativo di ‘Terribile’, ma era intelligente, furbo e scaltro. E non tradiva gli amici.

Mr Macron è la caricatura del dittatore, non volitivo, bensì testardo come tutti gli ex-maschi effemminati.

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Pensioni: Francia nel caos. Manomessa rete, blackout 90.000 case

Oggi nuova manifestazione. Si dimette ‘Monsieur Pensioni’ Premier convoca sindacati mercoledì

Si inasprisce il conflitto sociale in Francia, dove al tredicesimo giorno di paralisi dei trasporti 90.000 case sono rimaste senza luce a causa di azioni volontarie commesse da esponenti del sindacato CGT nella rete elettrica di Lione e della regione della Gironda (RTE). La direzione del gestore della rete ha denunciato “atti ostili” legati al “movimento sociale” contro la riforma delle pensioni. Subito dopo, le azioni sono state rivendicate dalla CGT della RTE. Al momento di massima incidenza dell’azione di protesta, sono state 50.000 le case rimaste senza elettricità.

Intanto duro colpo per il governo di una Francia paralizzata da ormai 12 giorni per lo sciopero dei trasporti contro la riforma delle pensioni: si è dimesso, dopo giorni di polemiche, l’artefice del progetto voluto da Emmanuel Macron, il “Monsieur pensioni” Jean-Paul Delevoye.

Ancora una volta, come successo per Sylvie Goulard proposta da Macron alla Commissione europea, i riflettori hanno inquadrato zone d’ombra e il prescelto ha dovuto rinunciare.

Intanto, l’esasperazione si sta facendo strada, a poco più di una settimana da Natale e con il Paese bloccato.

Per le famiglie, venerdì – giorno della fine delle scuole – sarebbe stato l’inizio delle vacanze, degli spostamenti che spesso riuniscono le famiglie almeno per una volta all’anno.

Il 55% degli intervistati in un sondaggio definisce “inaccettabile” che si blocchi il paese durante le festività di fine anno ma la prospettiva sembra ora dopo ora farsi più concreta. La settimana scorsa si era parlato di un tavolo con i sindacati, invitati dal premier Edouard Philippe, per la giornata di ieri: nulla è invece accaduto e forse l’enorme grana delle dimissioni di Delevoye, arrivata alla vigilia della quarta giornata di manifestazioni, ha spinto il governo a soprassedere.

L’uomo di fiducia di Macron, che lo aveva nominato due anni fa per disegnare la riforma delle pensioni, ha parlato di “attacchi violenti” e “falsità” contro di lui ma con l’obiettivo reale di “colpire un progetto essenziale per la Francia”.

L’Eliseo ha incassato il colpo annunciando subito che “al più presto” Delevoye sarà sostituito. L’ideatore della riforma ha ammesso di aver “dimenticato” di dichiarare la sua carica di amministratore a titolo gratuito in un istituto legato alle assicurazioni. Ma sull’onda di questa scoperta, è finito sotto i riflettori ed è stato costretto ad ammettere che le “dimenticanze” erano state ben 13, pur se in gran parte senza scopo di lucro. Ha, per giunta, ricoperto la funzione governativa pur essendo presidente di un think-tank sull’educazione, una situazione imbarazzante al punto che l’interessato si è subito impegnato a restituire quanto percepito dagli incarichi non autorizzati.

Se l’opposizione più radicale ha cantato vittoria per questo smacco al governo, alcuni, come il responsabile dei sindacati autonomi dell’Unsa, Laurent Escure, ha ammesso che “ormai i negoziati e il dialogo si fanno con l’Eliseo e il governo”. Oggi, intanto, nuova manifestazione, la quarta se si conta quella praticamente passata inosservata di giovedì scorso.

Di fatto si tratta del terzo appuntamento, sul quale il sindacato punta per mostrare i muscoli alla vigilia della possibile apertura di un tavolo cruciale. Con Laurent Berger, il leader del sindacato riformista CFDT, apertamente contrario allo sciopero ad oltranza durante le feste.


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