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venerdì 15 novembre 2019

Quel record di Pesticidi nei prodotti made in Usa che in pochi raccontano


di Riccardo Quintili

Quando si pensa ad una tavola in cui i pesticidi finiscono in ogni portata, dal primo al contorno, fino alla frutta, normalmente ci verrebbe in mente quella cinese o indiana. In pochi penserebbero a quella made in Usa.

Tanto più che nelle consuete classifiche dei cibi più contaminati, quelli che spaventano al di qua come al di là dell’oceano, difficilmente ci finisce qualche alimento a stelle e strisce. E invece, la realtà fotografata dall’ultimo rapporto annuale della Food & Drug Administrationrestituisce una situazione che ha impressionato i consumatori statunitensi e dovrebbe far riflettere anche noi.
Nelle oltre 55 pagine di dati, diagrammi e grafici, si scopre che sono state trovate tracce di pesticidi nell’84% dei campioni domestici difrutta e nel 53% delle verdure, così come nel 42% dei cereali e nel 73% dei campioni alimentari semplicemente elencati come “altro”. E, badate bene, si tratta di campioni made in California, Texas, Kansas, New York e Wisconsin.

Circa il 94% dell’uva, tanto per fare un esempio a noi vicino, è risultato positivo ai residui di pesticidi, così come il 99% delle fragole, l’88%delle mele e del succo di mela e il 33% dei prodotti a base di riso. La notizia, che farà storcere la bocca ai nordamericani, è che la frutta e la verdura importate in realtà hanno mostrato meno pesticidi, con il 52% di frutta e il 46% di verdure.
Fa impressione leggere che nei campioni Usa, tra le centinaia di diversi pesticidi, la FDA ha trovato tracce di DDT vietato da anni, nonché di clorpirifos, e glifosato.
Inutile, forse, dire che l’Autorithy Usa si è affrettata a definire la situazione poco preoccupante e ha tentato di placare le reazioni specificando che solo il 3,8% degli alimenti presentava livelli di residui al di sopra dei limiti di legge.
Altrettanto pronta la replica di Us Right, l’Ong ambientalista autrice di molte inchieste sul tema: “Ciò che la FDA non ha detto, e ciò che le agenzie di regolamentazione evitano abitualmente di dire pubblicamente, è che i livelli di tolleranza per alcuni pesticidi sono aumentati nel corso degli anni poiché le società che vendono i pesticidi richiedono limiti legali sempre più elevati. L’EPA ha approvato diversi aumenti consentiti per i residui di glifosato negli alimenti, ad esempio”.
Continua Us Right“Ad esempio, il limite legale per il glifosato su una mela è di 0,2 parti per milione (ppm) negli Stati Uniti, ma solo la metà – 0,1 ppm – è consentita su una mela nell’Unione europea. Inoltre, gli Stati Uniti consentono residui di glifosato su mais a 5 ppm, mentre l’UE consente solo 1 ppm”.
Articolo di Riccardo Quintili

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