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mercoledì 12 settembre 2018

SCIE BELLICHE IN ITALIA!




di Gianni Lannes
Oggi 11 settembre 2018 i soliti criminali in divisa e doppiopetto ci hanno dato dentro a più non posso, al punto che anche i ciechi se ne sono accorti usando l'olfatto. Velivoli a bassa quota, solcando le aerovie militari, seguitano ad irrorare l'Italia. Le previsioni metereologiche odierne dell'Aeronautica militare tricolore davano cielo sereno su gran parte dello Stivale isole comprese. invece col passare delle ore l'orizzonte è diventato plumbeo, ovvero una coltre chimica. Veleni che inaliamo giorno e notte. La prima complicità è dell'Arma azzurra che ha in teoria il controllo dello spazio aereo nazionale, comunque soto l'egiga della NATO. L'Europa assomiglia sempre più ad una gigantesca camera a gas, insomma cielo offuscato dalla NATO, a cui il nuovo governo Salvimaio ha confermato fedeltà. Va in onda la guerra ambientale, non convenzionale e non dichiarata vietata dalla Convenzione Enmod dell’Onu (risalente al 1978) ratificata dalla legge italiana 962 del 1980, a firma del presidente della Repubblica Sandro Pertini. Pensate solo per un attimo al crescente bombardamento elettromagnetico indotto dall’uomo, e al conseguente inquinamento dell'aria in seguito al rilascio ormai continuo di sostanze aerodisperse sui centri abitati. Tempo fa ho coniato un neologismo: aerosolchemioterapia bellica. 

“Non esistono più le mezze stagioni”: è una frase fatta, anzi un tormentone divenuto luogo comune. Eppure la locuzione cela una verità scientifica. E lo sappiamo quasi tutti benissimo, solo che facciamo finta di ignorarlo, salvo imprecare quando si verificano - come da copione bellico - disastri ambientali.
I mutamenti climatici indotti dall’uomo, in primo luogo negli anni ’50 con i primi esperimenti nucleari, sono la spada di Damocle che incombe sul nostro presente inficiandolo, ma al contempo pregiudica anche il futuro. Il raporto dell’US Air Force del 1996, parla chiaro: 2la conquista del clima entro il 2025”. Questa data è ormai dietro l’angolo.
La gente è spaventata, e così tende a rimuovere i problemi, a non riflettere, soprattutto a non pensare, a distrarsi continuamente. Uno scrittore, però, scrive quando quello che ha in testa , ovvero che si agita nella realtà sociale, diventa la quotidianità. Sono proprio i bambini, perché gli adulti codardi si fingono ciechi, a parlarmi dei tanti aerei che ininterrottamente ronzano sulle nostre teste a spargere veleni. Basta etichettare chi vede nel cielo le “scie belliche” - parte di un programma di guerra vietata almeno sulla carta dall’ONU - come un eretico, per neutralizzare una scomoda verità divenuta un tabù. Ma il trucchetto si è ormai inceppato.
Oggi nel mondo - secondo stime delle Nazioni Unite - ci sono 65 milioni e passa di profughi climatici, ma nessuno ne parla seriamente, andando alla radice del dramma. Pensiamo alla guerra in Siria: i mass media non dicono come è spuntata, e cioè il fatto che tra il 2000 e il 2011nella culla della civiltà, il bacino tra il Tigri e l’Eufrate si è verificata una siccità mai registrata prima dall’uomo. Di conseguenza migliaia di esseri umani si sono inurbati verso Aleppo. Il resto è cronaca dei nostri giorni.
Non esiste un problema più globale del cambiamento climatico. E fino a quando non avremo compreso ciò in pieno, non riusciremo ad arginare quello che sta accadendo secondo una regia militare ormai palese. Occorrono interventi radicali non palliativi, bisogna sgretolare i dogmi.

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2017/03/inquinamento-dellaria-21-mila-morti-in.html 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=enmod

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